Mei Zhu e Xiao Lu un tempo erano sposati. Ora hanno divorziato, si sono costruiti una nuova esistenza con partner differenti e il loro unico legame con la vita di prima è rimasta la figlia Hehe. Quando alla bambina viene diagnosticata la leucemia, Mei Zhu e Xiao Lu, con i loro compagni, vengono sottoposti ad una nuova difficile scelta poiché l'unica via di salvezza per Hehe è un trapianto di midollo osseo prelevato da un fratello o da una sorella, e la piccola è figlia unica.
SCHEDA FILM
Regia: Wang Xiaoshuai
Attori: Liu Weiwei - Mei Zhu, Zhang Jiayu - Xiao Lu, Yu Nan - Dong Fan, Cheng Taisheng - Lao Xie, Zhang Chuqian - Hehe, Tian Yuan
Sceneggiatura: Wang Xiaoshuai
Fotografia: Wu Di
Musiche: Dou Wei
Montaggio: Yang Hongyu
Scenografia: Lu Dong
Altri titoli:
In Love We Trust
Durata: 115
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, CINEMASCOPE
Produzione: QING HONG DEBO FILM PRODUCTION
NOTE
- ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA E MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA ECUMENICA AL 58MO FESTIVAL DI BERLINO (2008).
CRITICA
"Il dramma nasce a sinistra e si appiana a destra. Almeno sullo schermo della Berlinale, dove ieri si e visto in concorso 'In Love We Trust' ('Crediamo nell'amore') del cinese Wang Xiaoshuai. Le scritte 'sinistra' e 'destra' compaiono a inizio e a metà film, seguite dal cambiamento di registro e ubicazione scenica dei personaggi. (...) Il dramma passa così ai nuovi rispettivi coniugi, costretti al tradimento e disarmati dal motivo. Quel bimbo sarà salvezza e dolore al contempo. Il film è stato lungamente applaudito dalla stampa per l'insolita sceneggiatura." (Salvatore Trapani, 'Il Giornale', 9 febbraio 2008)
"Dalla politica del figlio unico ai limiti burocratici dell'inseminazione artificiale, passando per quella compra-vendita sentimentale che arriva a contagiare anche i millimetri quotidiani di una vita senza baricentri. E in questo scandaglio cinematografico lo stile minuzioso e trattenuti di Xiaoshuai è felice nel non cambiare mai calibro, vietando alla storia di deragliare nelle scorciatoie empatiche della lacrima, per raffreddarsi lungo quel grigiore plastico in cui personaggi e ambienti diventano un tutt'uno, lingua della stessa lingua, transitando sul rullo ''fiducioso' di un racconto esemplare." (Gherardo Ugolini, 'L'Unità', 11 febbraio 2008)