In un paese vicino a Firenze la vita quotidiana si svolge in attesa del Festival dell'Unità. Da una parte i vecchi - comunisti delusi e disorientati, se non scettici, per la svolta decisiva del partito - dall'altra i giovanissimi, mancanti di ogni supporto ideologico, fiacchi e se mai pronti a burle e scherzacci. Tra i primi c'è Elio detto Corpo, già partigiano, fedele al suo ideale in politica (falce e martello a tutto campo) e al ricordo di Passione (una ragazza della Resistenza, morta cinquant'anni fa), oggi infastidito da una figlia che giorno e notte desidera ossessivamente un figlio; Mara, che vive nella sua villa con la vecchia madre Clara, sperando di dare alle stampe un libro sul padre (un leader storico del PCI) diventato demente e che lei, pur venerandolo, uccise per compassione; Massimo, brillante compaesano, un tempo fidanzato di Mara, emigrato dalla Sezione del paese nei quadri del partito a Roma, arrivato per l'apertura del Festival. Attorno a costoro figurine e macchiette locali; da Ivo, lo scimunito del natio borgo, a Giovannino (nascosto dagli amici, che lo sbeffeggiano sempre, ma che gli vogliono bene, il quale ha sfasciato l'auto nuova e urge sottrarlo alle ire del padre); dalla "Sudista", una ragazza che del recluso si innamora, ad altri vecchi nostalgici. Tutti sono implicati in piccole vicende personali e parallele, fino al giorno del Festival, in cui Massimo deve parlare. Ma questi verrà interrotto dallo scoppio anticipato dei fuochi artificiali che dovevano suggellare allegramente il rito politico. La vita di tutti i giorni fa però presto a riprendere il suo ritmo abituale. Corpo rinuncia a suicidarsi, la figlia gli darà finalmente un nipotino; Mara continuerà a ricordare il padre ucciso per pietà; Giovannino fuggirà con la "Sudista" dal nascondiglio (diventato uomo grazie all'amore di lei); Ivo seguiterà ad aggirarsi stralunato, ma inoffensivo, per le vie del paese contornato da ulivi e cipressi dove miti e bandiere, ricordi e propositi continueranno ad agitare le menti e le azioni degli uomini.
SCHEDA FILM
Regia: Alessandro Benvenuti
Attori: Ugo Bencini - Lampo, Massimo Ghini - Massimo, Marco Pitera' - Walter, Giorgio Picchianti - Bacci, Neri Pecchioli - Neri, Novello Novelli - Corpo, Andrea Muzzi - Giovannino, Leonardo Pieraccioni - Pieraccioni, Katia Beni - Katia, Alessandro Benvenuti - Ivo, Laura Caldini - Martina, Claudio Camiciottoli - Matteo, Pina Cei - Zaira, Athina Cenci - Mara, Maurizio Frittelli - Lampo Da Giovane, Sonia Grassi - Annagiulia, Alida Valli - Clara, Cosetta Mercatelli - Luisina, Carlo Monni - Botolo, Matteo Morandi - Leonardo, Erika Mazzuoli - Camilla, Daniele Trambusti - Leonardo, Marito Di Katia
Soggetto: Alessandro Benvenuti, Ugo Chiti
Sceneggiatura: Alessandro Benvenuti, Ugo Chiti
Fotografia: Cristiano Pogány
Musiche: Patrizio Fariselli
Montaggio: Sergio Montanari
Scenografia: Tommaso Bordone
Durata: 96
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: MAURA INTERNATIONAL FILM
Distribuzione: PENTA (1991) - PENTAVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO
CRITICA
Ci sono molti sbalzi, molte fratture, molto disordine. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
Il colore, di solito, è vistoso: l'umorismo anche facile, le cadute di gusto non difettano. Però nell'insieme, il disegno regge, e regge bene. (Francesco Bolzoni, L'Avvenire)
Tutto sommato il film, non si discosterebbe dalla forma gustosamente dialettale degli altri film di Benvenuti, sagace nella scelta del soggetto di chiara attualità ma con la trasparente ambizione stavolta di unire la parte drammatica allo scherzoso svolgimento. (Alfio Cantelli, Il Giornale)
Alessandro Benvenuti e il suo sceneggiatore Ugo Chiti hanno un gran merito: la loro comicità e le loro storie rispecchiano nei dettagli e nelle emozioni la vita vera della gente, della provincia e del momento. Questo dà al film, certo non privo di effetti, una autenticità e un sentimento non comuni. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)
Commedia amarognola e percorsa da una moralità ora acida ora dolente. (Morando Morandini, La Rivista del Cinematografo)
Zitti e mosca non riesce ad essere una convincente ed armonica commedia, è un film comico frammentario che non decolla. (Alberto Castellano, Il Mattino)