L'eccentrico "fantastiliardario" Paperone unitamente ai suoi nipotini Qui, Quo, Qua ed a Gaia, l'amichetta di costoro, a bordo di un aereo pilotato dall'indiavolato MacQuack compie un viaggio che lo porta ai confini del mondo alla ricerca di un tesoro nascosto da oltre sei secoli dal leggendario ladro Collie Baba. Dopo numerose peripezie Paperone trova il tanto bramato tesoro che, malauguratamente, gli viene sottratto da Merlock, un perfido mago in combutta con Dijon, uno sciocco ladruncolo. Sfuggiti ad una trappola architettata da Merlock, Paperone e i suoi compagni tornano a Paperopoli con soltanto una vecchia lampada apparentemente di nessun valore: subito scoprono che in quell'alloggio si cela un essere portentoso, Genio, pronto ad esaudire qualunque desiderio. Sopraggiunge, frattanto, Merlock che, penetrato con Dijon nel palazzo di Paperone, riesce ad appropriarsi della lampada, la quale fortuitamente ritorna in possesso di Paperone: Merlock perde definitivamente i suoi poteri malvagi e Genio, che ormai ha terminato il suo compito, ottiene di diventare un papero.
SCHEDA FILM
Regia: Bob Hathcock
Sceneggiatura: Alan Burnett
Fotografia: Dale Grahn
Musiche: David Newman
Montaggio: Charles King
Durata: 74
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Produzione: BOB HATHCOCK PER WALT DISNEY ANIMATION (FRANCIA)
Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (1991)
NOTE
CRITICA
La favola è allegra, il suo respiro è arioso, i suoi snodi narrativi tendono quasi sempre al frenetico. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
Anche se l'esordiente Paperon dè Paperoni è un pò attempatello, questo nulla toglie alla freschezza della sua interpretazione, la prima da protagonista. (Gabriella Giannice, Il Giornale)
Scritto da Alan Burnett e diretto dal veterano Bob Hathcock, il film non dà requie all'insaziabile voglia infantile di colore e movimento. (Giovanni Grazzini, Il Messaggero)
Il film è piacevole e non dimentica un omaggio ad Alì Babà, un angolo di thriller con sconquassi e terremoti, e spiritose osservazioni sull'adorazione del dio dollaro. (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera) Il lungometraggio è stato realizzato con uno spirito narrativo dal ritmo convulso che non consente pause e meditazioni e che rischia di appiattire le psicologie se non di Paperone e dei suoi comprimari. (Piero Zanotto, La Rivista del Cinematografo)