Jonathan Younger è un uomo di mezza età affascinante. E' anche vanitoso e del tutto incapace a fare qualcosa che assomigli al lavoro. Il suo unico interesse è suo figlio Winston, che spera di plasmare a propria immagine e somiglianza; Jonathan è proprietario, in un sobborgo di Los Angeles, di un magazzino per depositi personali. Ma questo successo è dovuto interamente all'efficienza della sua Penny, moglie "clicca-penna". L'ufficio della ditta è assoluto dominio di Penny: lì dentro Penny corre dappertutto tenendo tutto sotto controllo, eccetto suo marito. Jonathan entra in ufficio una volta al giorno per raccogliere i giornali e l'assegno personale che Penny gli fa avere. Il Deposito di oggetti personali di Younger è popolato da una stramba specie di dipendenti e clienti, come Roger, il guardiano di un allevamento di conigli, e Frances, la scrittrice che ogni giorno si chiude a chiave nel locale per lavorare alla sua novella. Una mattina, mentre Jonathan è fuori, arriva, con la figlia Melodie, Zigzag Lilian, un'anziana diva di Broadway accusata di avere ammazzato il marito, per depositare le ultime ricchezze rimaste. Jonathan è furioso quando scopre che una donna così bella e importante è stata nella sua azienda mentre era via, e litiga con Penny. Penny rivela la sua collera sparando un colpo attraverso il soffitto all'"organo" di suo marito. Capita una vecchia amica per un salutino e Jonathan la trascina di sopra nella stanza dell'organo. La seduce mentre il Wurlitzer suona da solo - è una pianola automatica. Penny osserva il marito fare all'amore con la sua vecchia amica sul monitor del sistema di sicurezza: ha un attacco cardiaco e muore. Winston ritorna a casa dal college in Inghilterra per dare una mano negli affari e si trova a combattere con i sistemi complicati di contabilità manuale. I suoi disperati tentativi di ottenere un aiuto dal padre restano senza esito. Egli semplicemente immagina che loro due vivranno nel lusso cacciando nel costante viavai di femmine che usano la ditta come deposito. Ma la realtà della vita di Jonathan senza Penny è ben altra cosa. Non più assegno quotidiano, non più giornali e non più camice pulite ... E comincia a sentire la voce della moglie morta che ride ai suoi goffi tentativi di tenere insieme i pezzi della sua vita. La può sentire, la può vedere ed ogni volta le appare sempre più bella e sempre più giovane. E Jonathan lentamente ma inesorabilmente, si innamora di lei di nuovo, perdutamente.
SCHEDA FILM
Regia: Percy Adlon
Attori: Donald Sutherland - Jonathan Younger, Lolita Davidovich - Penny, Brendan Fraser - Winston, Sally Kellerman - Lilian, Julie Delpy - Melodie, Linda Hunt - Frances, Pit Kruger - Roger, Nicholas Gunn - Benjamin, Erick Weiss - Miilos
Soggetto: Percy Adlon, Felix Adlon
Sceneggiatura: Felix Adlon, Percy Adlon
Fotografia: Bernd Heinl
Musiche: Hans Zimmer
Montaggio: Suzanne Fenn
Scenografia: Steven Legler
Costumi: Sharen Davis
Effetti: Todd Masters
Durata: 95
Colore: C
Genere: FANTASY
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Produzione: ELEONORE E FELIX ADLON
Distribuzione: I.I.F. (1994) - SKORPION ENTERTAINMENT
NOTE
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1994.
CRITICA
"Di Adlon, del suo stile di una volta, restano delle immagini effetto, studiate con cura sia nelle composizioni sia nei colori, ma si fermano in superficie, limitandosi a semplici ricerche di forma. Convincono invece gli interpreti: Donald Sutherland nei panni del protagonista egocentrico fatuo, incapace, nella sua boria esibizionistica, di preoccuparsi degli altri, e Lolita Davidovich, una moglie frustata e trascurata che, quando torna giovane e bella sotto l'aspetto di un fantasma, brilla di tutti i suoi fulgori: con irresistibile fascino." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 18 marzo 1994)
"La morte ti fa giovane. Esempio di kitsch teutonico innestato nell'universo pop californiano, anche 'Younger & Younger', settimo film di Percy Adlon ('Sugarbaby', 'Bagdad Café'), esibisce l'estetica gioiosamente deformante cara al regista bavarese, che per una volta ha rinunciato a farla incarnare a Marianne Sagebrecht, l'attrice-feticcio dalle forme più che generose da lui diligentemente lanciata anni fa. Alle usuali esasperazioni cromatiche e alle inquadrature ostinatamente oblique, segni distintivi di un neo(n) espressionismo giulivo e naif, sanguigno e fruttato 'Younger & Younger' aggiunge però alterazioni dei corpi e delle menti, deliri sentimentali e leggiadre ossessioni della carne, in un carosello di contaminazioni che sfiorano il calembour visivo al quale, in modo sottile, rimanda anche il titolo: sempre più giovane, ma anche 'Ditta Younger & Figlio'." (Stefano Martina, 'Il Messaggero', 14 marzo 1994)
"La cosa migliore del film è il titolo: 'Younger & Younger' si riferisce infatti alla società che Jonathan stipula col figlio Winston appena tornato dall'Inghilterra, e insieme allude al mito della giovinezza che anima la storiella. (...) La fulgida Lolita Davidovich e l'aguzzo Donald Sutherland si adeguano al clima romantico-burlesco con l'aria divertita di chi si sta prendendo una vacanza da Hollywood, mentre la fotografia di Bernd Heinl illumina di tonalità magiche, sul modello di 'Bagdad Cafè', i turbamenti sessuali del vecchio donnaiolo." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 12 marzo1994)