YOUNG ADAM

GRAN BRETAGNA 2003
Joe, un giovane senza radici, viene assunto da Leslie per lavorare insieme a lui e sua moglie Ella su una chiatta sul fiume Clyde, che fa la spola tra Glasgow ed Edinburgo. Un giorno Joe e Leslie trovano il cadavere di una donna nel canale. La polizia indaga ed un sospetto viene arrestato. Ma Joe sa molte più cose di quanto sembri sulla vittima, mentre fra lui e Ella nasce un'attrazione...
SCHEDA FILM

Regia: David Mackenzie

Attori: Ewan McGregor - Joe, Tilda Swinton - Ella, Peter Mullan - Les, Emily Mortimer - Cathie, Jack McElhone - Jim, Therese Bradley - Gwen, Ewan Stewart - Daniel Gordon, Pauline Turner - Connie, Alan Cooke - Bob M'Bussi, Rory McCann - Sam

Soggetto: Alexander Trocchi

Sceneggiatura: David Mackenzie

Fotografia: Giles Nuttgens

Musiche: David Byrne

Montaggio: Colin Monie

Scenografia: Laurence Dorman

Costumi: Jacqueline Durran

Effetti: Graham Hills

Durata: 93

Colore: C

Genere: THRILLER POLIZIESCO

Tratto da: ROMANZO OMONIMO DI ALEXANDER TROCCHI

Produzione: RECORDED PICTURE COMPANY

Distribuzione: MIKADO

Data uscita: 2003-10-10

NOTE
- PRESENTATO NELLA SEZIONE "UN CERTAIN REGARD" AL FESTIVAL DI CANNES 2003.

- REVISIONE MINISTERO SETTEMBRE 2003.
CRITICA
"Piacerà a chi al cinema non si contenta delle storie di sesso, o dei gialli, o delle insolite ambientazioni, ma vorrebbe possibilmente giallo, sesso, e il resto mescolati con sagacia. Qui il cuoco è di notevole affidamento: David Mackenzie che all'opera prima s'è già collocato nella primissima fila dei giovani directors". (Giorgio Carbone, 'Libero', 10 ottobre 2003)

"Una storia nera. Tratta da un romanzo di uno scrittore scozzese, Alexander Trocchi, morto eroinomane, ritenuto da molti negli anni Ottanta un esponente di spicco della Beat Generation. L'ha portata sullo schermo, esordendo nel lungometraggio, un documentarista inglese abbastanza noto, David Mackenzie, intento a riproporre al cinema, con fedeltà intelligente, la scrittura asciutta e essenziale dell'autore letterario: rappresentando i fatti e le psicologie dei personaggi quasi con secchezza, pur collocandoli in cornici in cui i canali, le nebbie e il trascorrere dei giorni, specie con le luci dell'alba, si prestano, ma senza insistenza, a composizioni figurative quasi preziose in cui l'evolversi del dramma del protagonista, diviso tra i ricordi, i rimorsi, il sesso di ieri e quello di oggi e poi, decisa, la fuga da ogni responsabilità, è sintetizzato con forte intensità: pur privilegiandovi in mezzo soprattutto il silenzio o l'alluso. Lo ricrea con vigore Ewan McGregor. Di fronte Tilda Swinton, abilmente composta in vesti dimesse". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 10 ottobre 2003)

"Cieli plumbei, acque torbide, sesso sudato sotto coperta: nel bilancio di 'Young Adam' di David McKenzie si gioca con le atmosfere e le dannazioni ad personam , meglio se incastrate in relazioni sentimentali complicate, magari anche con un cadavere che riaffiora e mette nei pasticci un triangolo di due uomini e una donna, nei barconi di Glasgow negli ipocriti anni '50. Ingiustizia è fatta? E' questo mondo perbenista in superficie nel mirino del regista che racconta come un giovanotto amorale e di svegli appetiti sessuali rubi la moglie all'amico con cui lavora, inserendosi nella poetica degli sconfitti, nella solitudine eterna, eccetera. Ma la scena di culto è già quella di un gioco erotico con la crema pasticcera, sesso, ketchup e chantilly. All'attivo del film, un po' inutilmente ben fatto, c'è la presenza di Ewan McGregor, Tilda Swinton e Peter Mullan, il regista di 'Magdalene': con loro tre anche una storia ordinaria acquista valenze straordinarie". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 11 ottobre 2003)

"Tratto dal romanzo-culto di Alexander Trocchi, 'Young Adam' di David Mackenzie non rende giustizia al testo. Sono ben resi certi smarrimenti, la carnalità di certe scene giocate sul lampeggiare del desiderio opposto alla materia bruta. Perfette Tilda Swinton (la moglie) ed Emily Mortimer (la donna ripescata, che emerge dal passato del protagonista). Ma Ewan McGregor è inadeguato al personaggio a metà fra 'Lo straniero' di Camus e il 'Lord Jim' di Conrad, Peter Mullan è fuori parte come marito tradito. E l'insieme ha un che di compunto, reticente, che somiglia poco alla vita e ai libri di Trocchi (1925-1984), eroinomane e ribelle irredento". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 ottobre 2003)

"Più che di regista, 'Young Adam' è un film di produttore (il navigato Jeremy Thomas). Quanto allo scozzese David Mackenzie, lo dirige cercando di valorizzare l'elemento paesaggistico; contento di ciò, si limita a rappresentare le pulsioni brute dei personaggi dando prova di un acuto senso dell'anonimato. Il che è abbastanza goffo, per un film intenzionato a usare le scene di sesso torrido come elemento di richiamo. Però Mullan e la Swinton, qui usata a contro-ruolo, sono eccellenti". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 11 ottobre 2003)

"Nuovo millennio, nuova Tilda Swinton. Prima è algida (i film con Jarman) e androgina (Orlando della Potter), poi, dalla scena con Di Caprio in 'The Beach', si dà al sesso etero sfrenato. Fa l'amore sempre, con l'eccezione di 'Vanilla Sky' e 'I segreti del lago', dove però è di un erotismo sconvolgente. In 'Young Adam' ne approfitta Ewan McGregor". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 10 ottobre 2003)