Giorgio Fini, un famosissimo tenore italiano, arriva negli Stati Uniti per tenere alcuni concerti e partecipare ad alcune opere liriche. A causa di alcuni incidenti capitatigli anni prima, però si rifiuta di cantare al Metropolilan di New York; anzi, al solo sentir nominare il teatro, perde la voce. Grosso guaio per un tenore! E' una graziosa e giovane dottoressa americana, Pamela, a guarirlo. Fra il tenore, molto presuntuoso e pieno di sé, e la dottoressa pian piano nasce un idillio. Ma, il loro rapporto è burrascoso, poiché Giorgio in Italia ha moglie e figli a cui dice di essere molto affezionato. Nella sua vanità, Giorgio dichiara di sentirsi appagato dall'amore della moglie italiana e da quello dell'amante americana cui ricorre quando, appunto, si trova negli Stati Uniti. A Pamela non va di sottostare ad una situazione simile, così, dopo aver convinto Giorgio a vincere le sue irrazionali paure e a tornare a cantare al Metropolitan, si allontana dal teatro mentre lui canta, da vero trionfatore, la Turandot.
SCHEDA FILM
Regia: Franklin J. Schaffner
Attori: Luciano Pavarotti - Giorgio Fini, Kathryn Harrold - Pamela Taylor, Eddie Albert - Henry Pollack, Paola Borboni - Suor Theresa, James Hong - Kwan, Beulah Quo - Mei Ling, Norman Steinberg - Dr. Barmen, Rod Colbin - Ted Mullane, Kathryn Fuller - Faye Kennedy, Joseph Mascolo - Dominic Giordano, Karen Kondazian - Francesca Giordano, Leona Mitchell - Se stessa, Kurt Adler - Se stesso, Emerson Buckley - Se stesso
Soggetto: Anne Piper - romanzo
Sceneggiatura: Norman Steinberg
Fotografia: Fred J. Koenekamp
Musiche: Michael J. Lewis
Montaggio: Michael F. Anderson
Scenografia: William J. Creber
Arredamento: James W. Payne
Costumi: Rita Riggs
Effetti: Bob MacDonald Jr., Robert MacDonald, Matthew Yuricich, Richard Ratliff - non accreditato
Durata: 113
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM, METROCOLOR
Tratto da: romanzo omonimo di Anne Piper
Produzione: PETER FETTERMAN PER MGM
Distribuzione: CIC (1983) - MGM HOME ENTERTAINMENT
CRITICA
"Il film si salva per la felice scelta dei brani d'opera e delle canzoni che Pavarotti-Fini canta con la sua solita ormai nota bravura. Il film si può considerare una modesta favoletta musicale a colori con una trama alquanto banale (e banalissima è la trovata delle torte in faccia fra il cantante e la dottoressa). I due personaggi principali sono descritti in modo superficiale; la loro love story non è psicologicamente approfondita. (...) Ad ogni modo, in tutto il film emerge un Pavarotti-Fini che fa solo reclame a Luciano Pavarotti. Meglio caratterizzati i ruoli minori, quali l'impresario (Eddie Albert) e la madre superiore (Paola Borboni)". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 95, 1983)