Alex è una ragazza di quindici anni diversa dalle altre che nasconde un segreto. Poco tempo dopo la sua nascita, per proteggerla, i suoi genitori hanno deciso di lasciare Buenos Aires e di andare ad abitare in una casa di legno isolata tra le dune della costa uruguayana. Ora, per la prima volta, la sua famiglia sta aspettando una visita. Una coppia di amici li sta per raggiungere da Buenos Aires insieme al figlio Álvaro, un ragazzo di 16 anni. L'uomo è un famoso chirurgo plastico che si è fatto convincere ad affrontare questo viaggio soltanto per la curiosità professionale nei confronti di Alex. L'inevitabile attrazione che esplode tra i due adolescenti costringe tutti loro a fare i conti con le proprie paure più recondite. Intorno alla figura di Alex si diffondono molte dicerie, la ragazza viene osservata dagli abitanti della cittadina come uno scherzo della natura e l'attrazione verso di lei può diventare addirittura pericolosa.
SCHEDA FILM
Regia: Lucía Puenzo
Attori: Ricardo Darín - Kraken, Valeria Bertuccelli - Suli, Germán Palacios - Ramiro, Carolina Peleritti - Erika, Martín Piroyansky - Alvaro, Inés Efrón - Alex, Guillermo Angelelli - Juan, César Troncoso - Washington, Jean Pierre Reguerraz - Esteban, Ailín Salas - Roberta, Luciano Nobile - Vando, Lucas Escariz - Saul
Soggetto: Sergio Bizzio - racconto
Sceneggiatura: Lucía Puenzo
Fotografia: Natasha Braier
Musiche: Daniel Tarrab, Andrés Goldstein
Montaggio: Alex Zito, Hugo Primero
Scenografia: Roberto Samuelle
Costumi: Manuel Morales
Effetti: Gonzalo Gutiérrez
Durata: 91
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Tratto da: racconto di Sergio Bizzio
Produzione: HISTORIAS CINEMATOGRAFICAS CINEMANIA, WANDA VISION, PYRAMIDE PRODUCTIONS
Distribuzione: TEODORA FILM
Data uscita: 2007-06-22
NOTE
- GRAN PREMIO DELLA 46ME SEMAINE INTERNATIONALE DE LA CRITIQUE (CANNES 2007), DOVE SI E' AGGIUDICATO ANCHE IL PREMIO ACID/CCAS.
CRITICA
"Non era facile infatti raccontare le angosce di un giovane ermafrodito con tanta precisione e delicatezza insieme. Se Lucìa Puenzo, classe 1976, figlia del Luis Puenzo de 'La historia oficial', ci riesce con tanta naturalezza, è perché fa di questa condizione così estrema, un adolescente che presenta entrambi i caratteri sessuali primari, una metafora paradossalmente naturale dell'ambiguità che alberga dentro ognuno di noi, specie in un'età di passaggio come l'adolescenza. E perché pur mettendo in primo piano l'inquietudine di Alex, ragazza che forse diventerà un ragazzo, non perde mai di vista il mondo circostante. Anzi riverbera e arricchisce le sue angosce rispecchiandole in quelle dei genitori (Ricardo Darìn e Valeria Bertuccelli, perfetti), che si chiedono se curare e magari operare Alex o lasciare che sia lei a scegliere, col tempo; nel machismo ottuso del chirurgo loro ospite, che non perde occasione di umiliare il figlio poco virile; nella curiosità morbosa dei coetanei, le cui attenzioni per Alex sconfinano nella violenza non solo morale. Per non parlare di quel sottotesto naturalistico fatto di alghe, tartarughe, creature bizzarre. Che però a poco servirebbe se il film non fosse letteralmente abitato dalla grazia selvatica e androgina di Inés Efron, autentica rivelazione che rivedremo nel prossimo film di Lucrecia Martel, altro grande talento argentino, cui la Puenzo a tratti fa pensare per il coraggio, la bravura, la sicurezza del tratto." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 giugno 2007)
"Il film della Puenzo si propone, anzitutto, come un apologo di grande sensibilità sulla libertà individuale. Ma indirettamente finisce per diventare anche un oggetto di dibattito e di studio in una società che sta vivendo, come segnala la regista, 'un periodo di transizione giuridica e culturale' riguardo a questo come ad altri temi connessi alla sessualità e ai sentimenti." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 22 giugno 2007)
"Titolo cromosomico, segreto che s'addice alla figlia d'arte Lucia Puenzo, erede del regista della 'Storia ufficiale'. (...) Film bellissimo, che si nutre di linfe sotterranee allo stesso soggetto, che va a pescare in zone sconosciute della sessualità sofferta, proponendo un caso clinico ma con lucida intelligenza per risolverlo quotidianamente, affrontando un tema difficile senza dimenticarne l'essenza né l' esistenza." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 29 giugno 2007)