A Belfast, Rosie e Vincent stanno cercando disperatamente di avere un bambino. Resi entrambi nervosi dalla situazione, la loro relazione comincia a vacillare. Un giorno dalla Francia arriva in città Benoit, che anni prima aveva intrattenuto una fitta corrispondenza epistolare con Rosie. La ragazza, felicissima della visita inaspettata, lo invita a rimanere in casa. Vincent non è affatto entusiasta e cerca di evitare l'ospite. Benoit in effetti non ha più lavoro, cerca di sistemarsi e non disdegna di poter condividere con la vecchia amica qualcosa di più della passione per gli U2. Vincent, da parte sua, insofferente anche al ruolo professionale che svolge nella ditta del padre di Rosie, cerca distrazioni e non si fa pregare per andare a trovare Cathy, una parrucchiera, sua antica fiamma. Vincent ha un rapporto con Cathy. Benoit a sua volta convince Rosie a fare una gita insieme. Quando arriva la notizia che Rosie è incinta, Vincent pensa che il padre sia in realtà Benoit. Insegue i due e minaccia il francese con la pistola. Benoit scappa, Rosie dice al marito che non c'è stato niente e che il figlio è di loro due. Nove mesi dopo nasce il piccolo Henry. Alla festa di battesimo, arriva una telefonata di Benoit per Rosie. Poi la famiglia si riunisce per la foto di gruppo.
SCHEDA FILM
Regia: Michael Winterbottom
Attori: Christopher Eccleston - Vincent Boyd, Dervla Kirwan - Rosie Boyd, Yvan Attal - Benoit, Julie Graham - Cathy, Alun Armstrong - Sammy, Lloyd Hutchinson - Neil, Michael Liebman - Brian, Fionnula Flanagan - Irene, Sean McKenzie (II) - Deacon
Soggetto: John Forte
Sceneggiatura: John Forte
Fotografia: Benoît Delhomme
Musiche: Adrian Johnston
Montaggio: Trevor Waite
Scenografia: Mark Tildesley
Costumi: Janty Yeats
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO COMMEDIA
Produzione: ANDREW EATON
Distribuzione: BIM DISTRIBUZIONE (1999)
NOTE
- CINEMA DEL PRESENTE - VENEZIA 1999
CRITICA
"Aveva fatto di meglio l'inglese Michael Winterbottom, dal film d'esordio a "Benvenuti a Sarajevo". "With or Without You" sconta forse la presunzione di un autore che si è misurato con un genere non congeniale (...) La storia ha una sua incisività narrativa, ma il regista sembra interessato più alle tortuosità esistenziali che agli equivoci sentimentali e c'è più Bergman che Truffaut. La commedia annaspa, risollevata quà e là da una bella colonna sonora".
"Alberto Castellano, "Il Mattino", 19 settembre 1999).