Un dettagliato documentario sui Doors, dagli esordi - nei corridoi della UCLA Film School - fino alla tragica morte di Jim Morrison, avvenuta a Parigi nel 1971. Il racconto della nascita di una delle rock band più leggendarie d'America, il cui nome si deve al libro di Aldous Huxley "The Doors of Perception" al quale i giovani musicisti si ispirarono. Illustrato attraverso un ricco repertorio video: dalle registrazioni in studio ai backstages, fino alle esibizioni live della band. Non mancano anche riferimenti ai noti eccessi di Jim Morrison - droghe, sesso e alcol - e alla sua straordinaria visione artistica, grazie alla quale, in soli cinque anni di attività, ha prodotto sei album.
SCHEDA FILM
Regia: Tom DiCillo
Attori: Jim Morrison - Se stesso, Ray Manzarek - Se stesso, Robby Krieger - Se stesso, John Densmore - Se stesso
Sceneggiatura: Tom DiCillo
Fotografia: Paul Ferrara
Montaggio: Mickey Blythe, Kevin Krasny
Durata: 88
Colore: B/N-C
Genere: DOCUMENTARIO MUSICALE
Specifiche tecniche: HD CAM
Produzione: STRANGE PICTURES, WOLF FILMS, RHINO ENTERTAINMENT
Distribuzione: GA&A PRODUCTIONS (2011) - DVD: UNIVERSAL PICTURES ITALIA HOME ENTERTAINMENT HOMEVIDEO, FELTRINELLI REAL CINEMA (DVD+LIBRO) (2011)
Data uscita: 2011-06-21
TRAILER
NOTE
- PRESENTATO AL 59. FESTIVAL DI BERLINO (2009) NELLA SEZIONE 'PANORAMA DOKUMENTE'.
- NELLA VERSIONE ORIGINALE LA VOCE NARRANTE E' DI JOHNNY DEPP, IN QUELLA ITALIANA E' DI MORGAN.
- IMMAGINI DI REPERTORIO: PAUL FERRARA.
CRITICA
"Su un'autostrada nel deserto, Jim si ferma a fare benzina, fuma una sigaretta, copre con una coperta un coyote morente investito da un camion e ascolta alla radio la notizia della sua morte. Sono immagini rare - tratte dai due cortometraggi realizzati da Jim Morrison con amici, 'Feast of Friends' e 'Huy: an american pastoral' - montate con (estrema) creatività nel film-documentario 'When You're Strange', di Tom DiCillo, che racconta la storia di un quartetto fondamentale nella storia del rock, 'The Doors', gettando nuova luce sulla novità rivoluzionaria della loro musica e sulle loro passioni estetico-culturali (la narrazione in lingua originale è affidata Johnny Depp, quella nella versione italiana del film è affidata alla voce di Morgan). (...) II film, che prende il titolo dal loro singolo 'People Are Strange', segue la creazione dei sei album dei Doors, sei pietre miliari della storia del rock realizzati in soli cinque anni, e le loro esplosive performance dal vivo, da quella televisiva all'Ed Sullivan Show dove gli viene chiesto di evitare alcune parole che potrebbero far pensare alle droghe e Jim se ne strafrega a quella terribile di Miami, quando finirà accusato di atti osceni e poi condannato dall'America bacchettona e ignorante. In mezzo il veloce piano inclinato di Jim Morrison, capelli arruffati e voce bollente, tra alcol e droghe, fidanzata ufficiale e ragazze in ogni camerino, dichiarazioni sibilline e uno straniamento sempre più evidente, con gli inevitabili contrasti con gli altri della band, i suoi versi misteriosi influenzati da simbolismo e filosofie orientali, l'energia contagiosa dei loro brani indimenticabili, pompata forse da aiutini chimici ma con un marcato tratto 'maudit'." (Flaviano De Luca, 'Il Manifesto', 21 giugno 2011)
"E' morto anche lui a 27 anni, come Kurt Cobain, Jimi Hendrix e Janis Joplin. Quasi una soglia invalicabile per chi aveva scelto di vivere sempre al limite, bruciando ogni attimo dell'esistenza. Scriveva il poeta greco che «muore giovane chi è caro agli dei». Chissà. Di certo più facilmente diventa un mito, non solo per la sua, ma anche per molte altre generazioni. (...) Il regista ha utilizzato tutto materiale di repertorio, in molti casi inedito, ricostruendo la storia della band e del suo leader: cinque anni di trionfi ed eccessi, 54 mesi soltanto, sei lp, ottanta milioni di dischi venduti, un successo che continua con un milione di copie l'anno ancora vendute. DiCillo riesce a comporre un ritratto avvincente non solo di quella mitica rockstar e della sua band, ma anche di un'epoca. Per brevi accenni, ma sufficienti a ricordare il clima politico e sociale del momento: dai sogni e le speranze di cambiamento, rappresentate in politica da Bob Kennedy, al tramonto delle stesse, quando inizia il decennio successivo, i Settanta, con l'esplosione della violenza, con gli assassinii dello stesso senatore democratico, di Martin Luther King, alla strage compiuta da James Mason che assassinò Sharon Tate e altre quattro persone; e ancora la guerra in Vietnam e l'elezione di Nixon. Al centro del racconto è lui, Jim Morrison, sul palco e nella vita, il rapporto con gli altri della band e con la sua donna, Pam, ovvero Pamela, la sua dipendenza dall'alcol e dalla droghe." (Beatrice Bertolucci, 'Nazione-Carlino-Giorno', 21 giugno 2011)
"Ecco, i Doors e Jim Morrison erano questa roba qui, quella che si vede in 'When You're Strange', un miscuglio indistinto di talento e autodistruzione. «Se Jim fosse stato come in 'The Doors' di Oliver Stone, me sarei andato dopo sei mesi» ha detto Ray Manzarek. Giusto. E, per spiegare com'era davvero, in questo docu rock, Tom DiCillo lascia parlare i tanti video inediti e non i soliti luoghi comuni su sesso droga e bla bla. 'When You're Strange' è consigliatissimo a chi vuol capire i Doors. Con un appunto. La voce narrante originale è di Johnny Depp, quella italiana di Morgan. Meglio la prima (magari con i sottotitoli)." (P.G., 'Il Giornale', 24 giugno 2011)
"«C'è qualcosa di più. C'è sempre qualcosa di più». Scriveva Don DeLillo tracciando perle sul teorema dei miti. Che nessuna casa abitavano in corpo, qualunque in spirito. In 6 anni il Re Lucertola modificò stili e coscienze: in 54 mesi di vita The Doors vendettero 80 milioni di dischi, ma quel milione che annualmente continuano a vendere marca il Segno. A 40 anni precisi dalla scomparsa di Jim Morrison (3/7/1971) esce anche in Italia l'atteso 'When You're Strange', rigoroso doc di Tom DiCillo prodotto nel 2009, applaudito al Sundance e decine di festival. (...) Morrison oltre Morrison: DiCillo osserva il mistero e ne fa contesto, in un inferno/paradiso della Storia dove 27 anni eran già troppi." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 30 giugno 2011)