Weekend

3.5/5
L'amore al tempo di Andrew Haigh: tra Kammerspiel e ritratto generazionale, un furtivo ed empatico passo a due

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GRAN BRETAGNA 2011
Russell conosce Glen in un locale e si risveglia al suo fianco la mattina dopo. Quella che sembra solo l'avventura di una notte si trasforma però in qualcosa di più: nell'arco del weekend i due arriveranno a condividere sentimenti, ricordi, paure e desideri, fino a scoprirsi all'inizio di un'imprevista e travolgente storia d'amore.
SCHEDA FILM

Regia: Andrew Haigh

Attori: Tom Cullen - Russell, Chris New - Glen, Jonathan Race - Jamie, Laura Freeman - Jill, Jonathan Wright - Johnny, Loretto Murray - Cathy, Sarah Churm - Helen, Vauxhall Jermaine - Damien, Joe Doherty - Justin, Kieran Hardcastle - Sam, Mark Devenport - Uomo al bar, Julius Metson Scott - Paul, Martin Arrowsmith - Martin

Sceneggiatura: Andrew Haigh

Fotografia: Ula Pontikos

Musiche: John Grant (II) - canzoni, Hook & The Twin - musiche addizionali, Milk - musiche addizionali, Sawtooth - musiche addizionali

Montaggio: Andrew Haigh

Scenografia: Sarah Finlay

Durata: 96

Colore: C

Genere: DRAMMATICO ROMANTICO

Specifiche tecniche: HDCAM SR, HDCAM/DCP/BLURAY/DIGIBETA (1:1.85)

Produzione: GLENDALE PICTURE COMPANY, THE BUREAU, SYNCHRONICITY FILMS, IN ASSOCIAZIONE CON EM MEDIA

Distribuzione: TEODORA FILM (2016)

Data uscita: 2016-03-10

TRAILER
NOTE
- PRESENTATO ALLA VI EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2011) NELLA SEZIONE 'OCCHIO SUL MONDO | FOCUS | VETRINA'.
CRITICA
"Girato prima di '45 anni', ma segretamente complementare, il primo film di Andrew Haigh è consigliabile, utile e proteso a capire che cosa renda importante un incontro fortuito, magari in un bar gay di Nottingham. (...) quello che convince è la padronanza collegata di immagini e parole in un dialogo che non perde un colpo, due volti inediti ma che sembra di aver sempre conosciuto." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 10 marzo 2016)

"Esce dopo il successo di '45 anni' questo film di Andrew Haigh, realizzato prima di quello. E che, a paragone, si rivela più sincero e autentico. Diversamente da quasi tutto il cinema con personaggi gay, in alternanza tra commedia e tragedia, Haigh imposta il suo film su un realismo quotidiano, lasciando capire agli 'etero' quanto sia fuorviante la retorica della promiscuità in genere attribuita all'omosessualità maschile. Russell e Glen parlano, sì, di sesso e di coming out, ma anche di cliché culturali, famiglia e società. E tutto ciò senza mai la saccenza di chi impartisce una lezione; anzi, con una sobrietà e una sincerità che te li fa sentire fratelli." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 10 marzo 2016)

"Credevamo che i film gay decisivi di questi anni - decisivi per il cinema e per la causa gay - fossero 'La vita di Adèle' di Kechiche e 'Lo sconosciuto del lago' di Guiraudie. Sbagliavamo. Il film che porta avanti più profondamente la rappresentazione di quella che stiamo imparando a non chiamare più diversità, è 'Weekend' (...). La chiave di questa riuscita sta in due paroline logore e un po' appiccicose: normalità e onestà. È il clima di assoluta, disarmante, quotidiana, ma proprio per questo coinvolgente normalità creato da Haigh e dai suoi due prodigiosi attori a catturare fin dalle prime scene. Ed è l'insolita, circospetta e infine spericolata onestà di questi due ragazzi (...) a fornire la discreta ma solida intelaiatura drammaturgica di un film che non ha un'inquadratura, un silenzio o uno sguardo di troppo. (...) Un grande film insomma. Anche se le sue qualità, tutte finezza e discrezione, non sono fatte per imporlo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 marzo 2016)

"(...) 'Weekend' narra una storia d'amore gay in una chiave naturalista a tratti cruda, che potrebbe dispiacere ad alcuni (...). Tuttavia c'è un'innegabile onestà in questa interessante opera seconda che non si perita di svelare l'esplicito carattere sessuale dell'attrazione «omo», mostrando senza abbellimenti le quotidiane difficoltà del professarsi «diversi» in un ambiente di provincia. (...) Probabilmente la regia di '45 anni' è più matura, ma qui Haigh già ben dimostra la sua talentosa capacità di far procedere il racconto sul filo di inafferrabili slittamenti emozionali." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 10 marzo 2016)

"Se avete gradito il suo '45 anni', ecco l'opera prima del regista inglese Andrew Haigh: 'Weekend' (2011) inquadra una 'fortuita' storia d'amore, senza ambizioni sociologiche né manie autoriali, ma minimalismo e naturalismo scattano una delicata, persino commovente polaroid della vita (di coppia) colta nel suo farsi. Desideri e paure, sesso e conoscenza, apertura e sottrazione, l'amore omosex di Russell e Glen trova nella regia empatica di Haigh il regalo di un racconto cinematografico normale, al massimo generazionale, senza paletti pride né sovrastrutture militanti: sessualmente esplicito, teneramente esibito, malinconicamente vissuto, è un 'Weekend' non inedito, eppure da ricordare." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 10 marzo 2016)

"Spiacerà a coloro che dopo l'exploit di '45 anni' han subito adottato Haigh e son saltati a ripescare le regie precedenti (questa è del 2011). Ma 'Weekend' delude. Un film scritto tutto di testa (quindi algido). E tanto, troppo parlato. Quindi noioso." (Giorgio Carbone, 'Libero', 10 marzo 2016)

"(...) il regista mette alla prova la sua capacità di restituire il filo teso delle relazioni con un movimento fluido, sensibile, affidato alle temperature emozionali prima che alle parole. (...) 'Weekend' è il racconto di un innamoramento, la scommessa quasi impossibile di trovare un'immagine e una parola al sentimento che prende forma, che si scontra con le diffidenze e le reciproche paure. E insieme a quella spudorata libertà che dà, appunto, la consapevolezza seppure dolorosa che non ci sarà un futuro. Tutto e subito, o quasi anche sfidando i tabù. (...) Però non è un film di «gender», è un aspetto questo nella vita dei due protagonisti che fa parte del loro incontro come altri. Qualcosa che entra nelle loro conversazioni, in quel loro annusarsi insieme a complicità, tenerezza, voglia di fuga, malinconia, risata. Mettersi in discussione, camminate nella notte, lasciare gli amici alla festa e scappare a casa. Amarsi, sesso, piacere del corpo, scene d'amore girate con sensualità speciale. (...) La scrittura (la sceneggiatura è dello stesso Haigh come il montaggio) non ingabbia mai le immagini: scorre morbida, diventa gesto, aderisce ai due personaggi, racchiude gli istanti della loro esistenza guidata senza forzature dalla regia. Che però non fa anch'essa sfoggio di sé, non accenna virtuosismi, retorica, non si ingabbia nell'ansia da prestazione. (...) È un film appassionante 'Weekend' nel quale si entra a poco a poco, con piacere e con discrezione. Un gesto di cinema prezioso oggi sempre più raro." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 9 marzo 2016)