Viva l'Italia

3/5
Ma quanto è nazional-popolare Massimiliano Bruno? Con attori super e tanta ambizione, ecco il nostro Bel Paese...

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ITALIA 2012
L'uomo politico Michele Spagnolo, in seguito a un grave malore perde i freni inibitori e inizia a dire tutto ciò che gli passa per la testa, diventando una mina vagante per se stesso, per il suo partito e per la sua famiglia. A salvarlo accorreranno i suoi tre figli, che poco si sopportano tra di loro: Riccardo, medico integerrimo e socialmente impegnato; Susanna, attrice di fiction senza alcun talento; Valerio, un incapace che deve tutto al padre...
SCHEDA FILM

Regia: Massimiliano Bruno

Attori: Raoul Bova - Riccardo Spagnolo, Alessandro Gassmann - Valerio Spagnolo, Michele Placido - Michele Spagnolo, Ambra Angiolini - Susanna Spagnolo, Edoardo Leo - Marco, Maurizio Mattioli - Antonio, Rocco Papaleo - Tony, Rolando Ravello - Giansanti, Sarah Felberbaum - Valentina, Imma Piro - Giovanna, Camilla Filippi - Elena, Barbara Folchitto - Anna, Nicola Pistoia - Roberto D'Onofrio, Valerio Aprea - Il regista, Ninni Bruschetta - Se stesso, Stefano Fresi - Santini, Remo Remotti - Annibale, Isa Barzizza - Marisa, Sergio Fiorentini - Cesare, Lucia Ocone, Sergio Zecca, Edoardo Falcone, Maurizio Lops, Urbano Lione

Soggetto: Massimiliano Bruno, Edoardo Falcone

Sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Edoardo Falcone

Fotografia: Alessandro Pesci

Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia

Montaggio: Patrizio Marone

Scenografia: Sonia Peng

Costumi: Alberto Moretti

Suono: Dino Raini

Durata: 111

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: FULVIO E FEDERICA LUCISANO PER ITALIAN INTERNATIONAL FILM IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION - DVD E BLU-RAY: 01 DISTRIBUTION HOME VIDEO (2013)

Data uscita: 2012-10-25

TRAILER
NOTE
- CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2013 PER: MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA (AMBRA ANGIOLINI) E DAVID GIOVANI.
CRITICA
"Tutto quello che ci sentiamo dire ogni giorno sull'Italia spaventosa di oggi in un film che mette in campo un esercito di personaggi ma dimentica di costruire affetti, conflitti, sentimenti che valga la pena seguire per quasi due ore. Unica eccezione (sintomatica?) è il politico corrotto, costretto da una strana malattia a dire sempre la verità, Michele Placido. Che a forza di dire ad alta voce ciò che sa da sempre, cambia, cresce, matura. Denunciando non solo le proprie malefatte ma la fitta rete di complicità, acquiescenze, opportunismi, senza cui né lui né il paese (compresi i figli Bova, Angiolini, Gassman) sarebbero ciò che sono. Politica, sanità, tv, aziende pubbliche e private: tutto funziona allo stesso modo, o quasi. Ma distribuendo fendenti a 360 gradi il film resta ovvio, inerte, senza mordente. Nemmeno le due scene più sorprendenti (la visita alle macerie de L'Aquila, gli scontri di piazza con Mino Reitano in sottofondo) riscattano il tono programmatico e declamato. Attore, regista e sceneggiatore, Bruno convince e diverte quando sta fra i suoi personaggi, come in 'Nessuno mi può giudicare'. Qui sta sempre un gradino più in alto. E li perde." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 ottobre 2012)

"(...) il film di Bruno accumula troppi dati, non riesce ad essere una vera commedia all'italiana, gli manca la cattiveria e alla fine happy-end di gruppo. La domanda pirandelliana è: basta dire la verità? Gli attori bravi, simpatici, fanno di tutto e di più (sopra le righe): il migliore è Edoardo Leo." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 25 ottobre 2012)

"Che la fine del governo Berlusconi possa rilanciare la commedia di costume e un po' di satira politica? Magari sì, a sentire temi e battute del secondo film di Max Bruno, 'Viva l'Italia'. (...) Ovvio che il titolo non si ispiri al 'Viva l'Italia' rosselliniano del 1960 coi garibaldini (e quello, malgrado la regia di Rossellini, era un pesante marchettone democristiano), ma all'Italia dei Fiorito e delle Minetti. A questo guazzabuglio di pressapochismo nel quale cerchiamo di sopravvivere e che Max Bruno mette in scena forse non con grande rigore rosselliniano, ma certo con la giusta dose di irriverenza e vitalità. Inutile mascherarlo. Il film, nel bene e nel male, è così. Fracassone, volgaruccio, non tenuto, esibizionista, romanissimo, ma anche divertente, pieno di idee e di gag da riempire altri dieci film. E, soprattutto, è il primo film italiano della stagione che può competere per incassi e favori del pubblico con le grandi commedie americane. E dopo due mesi di piccoli e grandi disastri ci auguriamo che dia una boccata di vitalità alla nostra agonizzante produzione italiana. Certo, il cinema di Max Bruno non va per il sottile. (...) ci ha messo dentro proprio tutto (...). Talmente bulimico di gag che non lo puoi neanche accusare di qualunquismo o di ambiguità politica. Ovvio che non tutto funzioni e non crediamo alla favola del politico (...)che, dopo avercela messa in quel posto per trent'anni e tradito la moglie non 300 ma 500 volte (...), e aver sistemato i tre figli più o meno incapaci, Ambra, Gassman e Bova, dopo un brutto infarto, si ritrova, zavattiniamente, a poter dire solo la verità. Grazie alla sua verità, poi, i figli si renderanno conto dei propri difetti e dei propri sbagli e cercheranno di migliorarsi. Non migliorerà l'Italia, ovvio, ma ognuno di noi, nel proprio piccolo, avrà fatto un passo avanti. Troppo semplice come morale. Ma non stiamo guardando un film di Bellocchio o di Bertolucci... E, come in 'Nessuno mi può giudicare', la macchina comica di Max Bruno è così piena di gag e di idee, di volti inediti e recuperati (Imma Piro come moglie di Placido), di battute fini e triviali (...), che alla fine poco ti importa della tavoletta politica e preferisci perderti nei particolari. Uscita monstre con 505 copie." (Marco Giusti, 'Il Manifesto', 25 ottobre 2012)

"Non convince la commedia di Massimiliano Bruno 'Viva l'Italia' che a partire da un politico incapace di mentire dopo un ictus, denuncia i mali di un paese fondato sul nepotismo. Tutto vero, peccato che lo strumento che il regista usa per le sue invettive sia la solita volgare e sgangherata comicità invece di quella sana cattiveria che ha reso grande la commedia all'italiana." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 25 ottobre 2012)

"Dopo |'esordio 'Nessuno mi può giudicare' Massimiliano Bruno centra - migliorandosi - il secondo film, illuminando il Male paese di comicità pop ben scritta e solo funzionalmente volgare." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 25 ottobre 2012)

"Piacerà a coloro, come noi, che non amano le premesse dei film di Massimiliano Bruno (l'esordio 'Nessuno mi può giudicare') ma molto il modo con cui lui le sviluppa. Quella del politico che è onesto solo quando gli va in pappa metà cervello non è poi una grande idea (ma chi l'ha avuta? Uno degli autori di Grillo?) ma le trovate che Bruno dissemina nel percorso sono di buona lega. E Placido riesce simpatico per la prima volta in vita sua." (Giorgio Carbone, 'Libero', 25 ottobre 2012)

"Più buffa che divertente commedia di costume di Massimiliano Bruno, meno riuscito seguito del modesto, ma fortunato, 'Nessuno mi può giudicare'. (...) Troppi i luoghi comuni sulle magagne dell'Italia d'oggidì: corruzione, raccomandazioni, truffe, malasanità, crisi economica. Qualche battuta è spiritosa, qualcun'altra forzata. Come le risate." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 25 ottobre 2012)