Violeta Parra Went To Heaven

Violeta se fue a los cielos

3/5
Violeta Parra, chi era costei? Andrés Wood la riesuma, con un film da ascoltare più che vedere...

Leggi la recensione

BRASILE 2011
Ritratto della famosa cantante cilena Violeta Parra. Dal tendone che ha installato a Santiago, Cile, a Violeta Parra fanno visita le persone che hanno influenzato la sua vita. Lei è viva, ma forse è morta. Pian piano vengono svelati i suoi segreti, le sue paure, le sue frustrazioni e le sue gioie; scoprendo allo stesso tempo le sue molteplici opere, i suoi ricordi, gli amori e le speranze. Un viaggio appassionante in compagnia delle persone che l'hanno fatta sognare, ridere e piangere.
SCHEDA FILM

Regia: Andrés Wood

Attori: Francisca Gavilán - Violeta Parra, Cristián Quevedo - Nicanor Parra, Thomas Durand - Gilbert Favre, Luis Machín - Intervistatore, Gabriela Aguilera - Hilda Parra, Roberto Farías - Luis Arce, Patricio Ossa - Ángel Parra bambino, Stephania Barbagelata - Carmen Luisa, Marcial Tagle - Sindaco Fernando Castillo, Jorge López (II) - Ángel Parra ragazzo, Roxana Naranjo - Clarisa, Francisca Durán - Violeta Parra bambina, Guiselle Morales - Violeta Parra giovane, Juan Quezada - Don Guillermo, Sergio Piña - Mario, Sonia Vidal - Donna Lastenia, Ana Fuentes - Rosa Lorca, Pablo Costabal - Direttore della radio, Juan Alfaro - Chitarrista, Pedro Salinas - Don Gabriel, Daniel Antivilo - Don Meyer, Eduardo Burlé - Presentatore, Vanesa González - Modella

Soggetto: Ángel Parra - libro

Sceneggiatura: Eliseo Altunaga, Rodrigo Bazaes, Guillermo Calderón, Andrés Wood

Fotografia: Miguel Joan Littin

Musiche: Violeta Parra

Montaggio: Andrea Chignoli

Scenografia: Rodrigo Bazaes

Arredamento: María Eugenia Hederra

Costumi: Pamela Chamorro

Altri titoli:

Violeta

Violeta Went to Heaven

Durata: 110

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: libro "Violeta se fue a los cielos" di di Ángel Parra (Casini Editore)

Produzione: ANDRÉS WOOD PRODUCCIONES, MAÍZ PRODUCCIONES, BOSSA NOVA FILMS, BG TV

Distribuzione: MONKEY CREATIVE STUDIOS (2013)

Data uscita: 2013-07-04

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI: CONSEJO NACIONAL DE LA CULTURA Y LAS ARTES, INCAA. IBERMEDIA, AGÊNCIA NACIONAL DO CINEMA (ANCINE), BANCO ESTADO; CON LA PARTECIPAZIONE DI: RED DE TELEVISIÓN CHILEVISIÓN S.A. (CILE); LAN AIRLINES S.A.

- CONSULENZA CREATIVA: ÁNGEL PARRA.

- CONSULENZA MUSICALE: CHANGO SPASIUK.
CRITICA
"Sulla scia del nuovo cinema cileno, ecco il bellissimo bio-movie di Andrès Wood su un'artista capace di esprimere sé e la sua cultura con la chitarra, che dipinge su tela di juta ed espone al Louvre, cuce, fa sculture, ama un flautista svizzero, ma alla fine non trova ragioni per continuare: bang, suicida 50enne nel 1967. Grandi sentimenti, montaggio in flash, un'attrice di espressività prelibata, Francisca Galivàn." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 4 luglio 2013)

"Perché il film (del 2011) arriva (via Sundance) come 'Violeta Parra went to Heaven' anziché col titolo originale spagnolo o tradotto? Vibrante omaggio a una figura che per la sinistra cilena è stata profetica della stagione di riscatto di Unidad Popular, che lei non arrivò a vedere. E che il film valorizza soprattutto, giustamente anche se per farlo la confronta a Dylan (casomai Woody Guthrie), come geniale sintesi tra istinto creativo e cultura dell'accanito recupero della tradizione popolare. Dalle memorie di uno dei figli (Angel) e non sappiamo quanto romanzando, il film prende con decisione e personalità una strada non lineare. Di ricostruzione, per accostamenti emotivi, di una vita povera e appassionata, senza mezze misure. (...) La sua eredità spirituale è la canzone 'Gracias a la vida' (a proposito: l'attrice del film Francisca Gavilàn canta con la sua voce) che ha avuto innumerevoli interpretazioni." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 4 luglio 2013)

"Violeta Parra è l'autrice di una delle più belle canzoni latino-americane di sempre, 'Gracias a la vida', entrata nel repertorio di svariate star internazionali, da Joan Baez a Michael Bublé. Basato sulla biografia scritta dal figlio Angel, il film di Andrés Wood ricostruisce il ritratto della poliedrica folk singer cilena (fu anche poetessa e pittrice) intrecciando con ellittica finezza, avanti e indietro nel tempo, eventi e momenti atti a illuminarne la contrastata personalità. II tutto sul filo di un'intervista tv del 1962, dove della Parra (interpretata da una Francisca Gavilàn di straordinaria intensità) emerge il temperamento cupo, ironico e appassionato." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 4 luglio 2013)

"E' sempre difficile raccontare un mito. E Violeta Parra è uno di quei miti «resistenti» in nome della libertà contro l'ingiustizia che, come Che Guevara, continuano ad attraversare la storia del mondo. Le sue canzoni sono state la colonna sonora del sogno di Allende e poi di tutte le lotte contro le dittature. Gli Inti Illimani, Joan Baez le hanno diffuse come un virus su tutte le piazze in rivolta dell'Occidente. Quando lei, però, già non c'era più. Senza poter vedere fino in fondo, quanto incendiaria sia stata la sua musica, quanto quella sua ricerca appassionata e accanita sulla memoria, sulle tracce del folklore del suo Paese, sempre dalla parte del 'pueblo', abbia ispirato la nuova onda della canzone cilena. Ecco, proprio mettendo in secondo piano il «mito» ma scavando piuttosto nell'anima, nel tormento dell'artista e madre, arriva ora a raccontarci 'Violeta Parra, Went to Heaven' («Violeta Parra è andata in cielo») dell'autore cileno Andrés Wood che si è già portato a casa una vittoria al Sundance e la candidatura all'Oscar per il Cile. Tratto dall'omonimo romanzo del figlio della grande artista, Ángel, anche lui musicista e vittima del regime di Pinochet (...) il film sfugge piuttosto ai consueti canoni del biopic, riuscendo ad evitare ogni possibile «santificazione» della protagonista. Ma anzi, quasi procedendo in direzione opposta, mostrandocene piuttosto fragilità e contraddizioni, passionalità e scoraggiamenti. A tratti visionario e caratterizzato da un buon ritmo narrativo, Wood ci accompagna nella vita della cantante, ma anche poetessa e artista visiva, senza seguire un percorso lineare, ma affrontando le tappe salienti della sua esistenza, alternandole in forma di contrappunto, ad un' intervista televisiva in cui Violeta, ormai celebre, risponde sprezzante alle provocatorie domande di un giornalista di regime, preoccupato soprattutto dalla fede comunista della sua intervistata. Ed è questo, alla fine, l'unico accenno alla militanza, alla sua verve di instancabile attivista che offre il film. A parte quella tournée in Polonia per la «gioventù comunista» durante la quale perderà la vita il suo bambino appena nato. Andres Wood, infatti, predilige il racconto di Violeta madre, artista e donna innamorata, al punto da perdere ogni speranza al momento dell'uscita di scena del suo grande amore, lo svizzero musicista Gilbert Favre col quale attraverserà tutto il «periodo parigino» che la impose pure come pittrice e creatrice di arazzi con una personale al Louvre. La prima per un'artista latinoamericana. (...) A dare il volto (incredibilmente somigliante) a Violeta e soprattutto la voce è Francisca Gavilàn, di cui ascoltiamo in originale le canzoni." (Gabriella Gallozzi, 'L'Unità', 4 luglio 2013)

"Dura come la roccia, con voce che contiene tutte le note della natura, Violeta Parra rivive nell'interpretazione stregata di Francisca Gavilàn in 'Violeta Parra Went to Heaven' di Andrés Wood scritto con Ángel, il figlio dell'artista che le ha dedicato una biografia appena uscita in italiano ('Violeta è andata in cielo', Casini editore). Le note oscure delle immagini accompagnano quelle drammatiche e complesse del carattere e dell'esistenza della poeta e cantante, ritagliano la sua personalità unica dallo sfondo di una intera famiglia di artisti e poeti, si rischiarano nel momento del canto: con i fratelli si esibiva da piccola negli spettacoli per rallegrare le feste con le canzoni del folklore, le cumbie, del Cile, un paese, che, dice lei stessa nel film, nessuno sa neanche dov'è. (...) Non manca nel film nessuno dei momenti cruciali della sua vita, dall'esposizione delle sue opere di tessitura al Louvre nel reparto delle arti decorative (prima cilena ad esporre nel celebre Museo), alla creazione della Carpa de la Reina, la tenda della regina, nei pressi di Santiago che sarebbe dovuta diventare luogo di esibizioni per gli artisti. Proprio come il Cile che, alcuni anni dopo la sua morte avvenuta nel '67, diventò il centro di attrazione per poeti e artisti arrivati da ogni parte del mondo per vedere con i proprio occhi la prima rivoluzione socialista avvenuta con libere elezioni." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 4 luglio 2013)

"'Violeta Parra Went to Heaven' di Andrés Wood ci porta nel mondo di una vera e propria icona della musica popolare cilena, dall'infanzia tormentata fino al suicidio nel 1957, a soli 40 anni. Il film traccia con una narrazione frammentata un ritratto della donna e dell'artista tra passioni e contraddizioni, fragilità e spinte creative, restituite sullo schermo dall'ottima interpretazione di Francisca Gavilàn." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 4 luglio 2013)

"Grazie al cinema, il grande pubblico può conoscere la vita di artisti come la cilena Violeta Parra, figura chiave della musica tradizionale sudamericana, morta suicida a cinquant'anni dopo aver scritto più di tremila canzoni. Questo film, emotivamente toccante, non segue i classici biopic di personaggi trasformati in santini ma si limita a raccontare, anche in maniera volutamente confusa, alcuni dei momenti salienti della sua vita, sfuggendo all'agiografia spicciola." (A.S., 'Il Giornale', 4 luglio 2013)

"La storia della 'Bob Dylan del Sudamerica' in formato drama-biopic con ovvi inserti musicali originali. (...) Il film di Wood, premiato con il Grand Jury Prize al Sundance, traccia un mosaico a frammenti dell'esistenza della Parra, costellato dalla sua voce/chitarra inconfondibile sullo sfondo di un Cile alla ricerca della sua identità culturale e politica. Straordinaria l'interpretazione mimetica della protagonista Francisca Gavilàn." (Anno Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 4 luglio 2013)