Somalia 1958. Enrico, un giovane esploratore, è invitato una sera a casa di Farnenti, un ex gerarca fascista senza scrupoli morali che si è riciclato in proprietario di bananeti. Questi tratta i somali che lavorano per lui come un buon allevatore tratta le sue bestie. Fra di essi c'è una ragazza, Regina, che gli fa da cameriera e ne è l'amante. La sua bellezza colpisce Enrico e Farnenti, avendolo notato ed essendo costretto a partire per un po', gli lascia la casa e la ragazza. Enrico, folgorato da Regina, va da lei per alcune sere, abbandonando Elisabetta. ma la ragazza ogni volta gli si concede come cosa inerte. Il rimorso si impossessa di Enrico che decide di raccontare ogni cosa all'avvocato Contardi. Anche Contardi ha spesso abusato delle ragazze che gli chiedevano aiuto, però, dinanzi alle parole di Enrico capisce l'entità delle violenza che lui e gli altri commettono ogni giorno nascondendole dietro le buone azioni, e si uccide. Forse è il momento di aprire gli occhi.
SCHEDA FILM
Regia: Giorgio Moser
Attori: Giorgio Albertazzi - Enrico Maraini, Maryam - Regina, Alexandra Stewart - Elisabetta, Enrico Maria Salerno - Contardi, Vittorio Sanipoli - Farnenti, Sergio Ricciardi - Tarantini, Rosie Zichel - Hana, David Abramo - Abdì
Soggetto: Enrico Emanuelli - romanzo
Sceneggiatura: Marco Leto, Silvio Maestranzi, Tullio Pinelli, Giorgio Moser, Berto Pelosso, Enrico Emanuelli - commento
Fotografia: Aldo Scavarda, Camillo Bazzoni - operatore
Musiche: Giovanni Fusco
Montaggio: Mario Serandrei
Scenografia: Gianni Polidori
Costumi: Piero Gherardi
Aiuto regia: Silvio Maestranzi, Berto Pelosso
Altri titoli:
Secret Violence
Durata: 105
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: VISTAVISION
Tratto da: romanzo "Settimana nera" di Enrico Emanuelli
Produzione: FILM STUDIO
Distribuzione: GLOBE INTERNATIONAL FILM (1963)
NOTE
- NELLA SCENEGGIATURA CONSEGNATA AL GOVERNO SOMALO PER AVERE I PERMESSI ERANO STATI ATTENUATI ALCUNI CONTRASTI DI COSTUME E DI RELIGIONE. DURANTE LE RIPRESE, QUANDO UN FUNZIONARIO DEL MINISTERO DELL'INFORMAZIONE SI ACCORSE CHE VENIVANO GIRATE SCENE DIVERSE DA QUELLE DESCRITTE, LA TROUPE VENNE ARRESTATA.
CRITICA
"Segreta o no, è l'antica violenza dell'uomo bianco sul negro quella che dovrebbe ribaltarsi nel film, come tema di denuncia e di processo morale [...]. Non basta la presenza fra gli sceneggiatori dello stesso Emanuelli ad evitare che il film mostri l'insufficienza, l'artificio e le stonature tanto frequenti in questo genere di trasferimenti dal libro allo schermo [...]. Moser ha diretto il film con buon mestiere, ma si è lasciato prendere la mano dalla tentazione di esasperare certe atmosfere morbose dove una presunta angoscia morale non riscatta che ben vagamente l'indulgenza a un erotismo estremamente audace". (Gian Maria Guglielmino, "Gazzetta del Popolo", 2 marzo 1963).