Claudia Valli, figlia di un modesto professore, è una ragazza giovanissima, che ha una sola, prepotente aspirazione: evadere ad ogni costo dall'oscuro ambiente domestico. Claudia fa la disegnatrice di modelli ed ha un'intima amica: l'indossatrice Annadora, che è la sua consigliera. Claudia seduce da prima il direttore di un grande giornale, uomo ancor giovane e ammogliato: il risultato delle sue manovre si compendia in due sonori schiaffi ed un assegno di 300.000 lire. Dopo breve esitazione, Claudia riscuote l'assegno e dirige le sue batterie contro il maturo direttore della banca, che poi ricatta. Viene terzo un giovane produttore cinematografico italo-americano che, messo alle strette, confessa d'essere ammogliato. Dopo l'inutile tentativo di riagganciare l'antico fidanzato, Claudia decide di gettar via ogni scrupolo, divenendo l'amante di un maturo milionario brasiliano. Interviene a questo punto il giovane fratello di Claudia, il quale con una clamorosa scenata impedisce alla sorella di scendere ancora più in basso.
SCHEDA FILM
Regia: Marcello Pagliero
Attori: Rita Andreana, Gabriella Palazzoli, Giulia Pittaluga, Giacomo Furia, Luciana Angiolillo, Vittorio De Sica - Commendator Valli, Gabriele Ferzetti - Gabriele Demico, Teresa Pellati - Annadora, Vittorio Sanipoli - Vittorio Amati, May Britt - Claudia Bardi, Luca Ronconi - Andrea Bardi, Aurelio Miserendino, Angiolo Nosei - Prof. Bardi, Emma Baron, Tina Lattanzi - Signora Bardi, Mirko Ellis - Giacomo
Soggetto: Catherine Lesage
Sceneggiatura: Ennio Flaiano, Mino Guerrini
Fotografia: Mario Montuori
Musiche: Nino Rota
Scenografia: Carlo Egidi
Altri titoli:
TRAPPOLA D'ORO (LA)
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Produzione: GIUSEPPE DRIUSSI PER SIRIO FILM
Distribuzione: DIANA - SIRIO FILM
CRITICA
" Non si può immaginare nulla di più idiota e incredibilmente mal diretto di questo film (...). Non c'è cosa che non sia stupida, trasandata, illogica. Dal soggetto alla sceneggiatura, dal dialogo alla recitazione, totto è stomachevole (...). Degli attori si salva May Britt, qui meglio che altrove ed aggraziata come mai ci era parsa". (E. Fecchi, "Intermezzo", n. 18 del 30/9/1954).