VERDI DIMORE

Nel 1900 è scoppiata a Caracas una rivoluzione che costringe il giovane Abel Guavez de Argensola a lasciare la città; egli si ripromette di ritornarvi, appena le circostanze glielo permettano, per vendicare suo padre, ucciso dai rivoltosi. Attratto dal miraggio dell'oro, Abel s'inoltra nella giungla a sud dell'Orinoco, ed è accoltoamichevolmente dagli indigeni e dal loro capo Rumi. Nella foresta, che gli indiani credono dominata dallo spirito maligno, che chiamano "La figlia di Didi", Abel scopre una leggiadra ragazza, Rima, che sarebbe l'unica superstite di una razza scomparsa, in compagnia del vecchio Nuflo, che dice di essere suo nonno: il luogo abitato dai due è chiamato "Le verdi dimore". Secondo le decisioni degli indigeni, che vedono in Rima la personificazione dello spirito maligno, Abel dovrebbe uccidere la fanciulla; ma egli subisce il fascino che emana da lei, cui deve la vita, messa in pericolo dal morso velenoso di un serpente. Per ritrovare il suo paese nativo Rima si fa accompagnare da Nuflo e da Abel nel lontano Riolama, dov'ella infatti riconosce il luogo dove sorgeva il suo paese, ormai distrutto. Messo alle strette, Nuflo racconta che molti anni prima egli, con un gruppo di banditi, aveva assalito il paese; ma poi, inorridito alla vista degli eccidi compiuti dai suoi compagni, era fuggito con la bambina. Dopo la sua confessione, Nuflo abbandona i due per correre alle "Verdi dimore" ed impossessarsi dell'oro che vi aveva nascosto. Rendendosi conto del pericolo, cui il vecehio si espone, Rima lo segue, all'insaputa di Abel; ma lo trova morente. Per sfuggire agli indigeni la fanciulla s'arrampica su un albero; gli indigeni vi danno fuoco ed ella muore bruciata. Abel, che s'era lanciato sulle sue tracce, la rivede in una specie di sogno, piu' attraente che mai, e comprende che lo spirito di lei gli sarà sempre vicino.