Vendicami

Fuk sau

4/5
Tra Melville e Ford, spunta un ottimo Johnnie To: con Johnny Hallyday, al servizio del Cinema

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FRANCIA 2009
Quando la famiglia di sua figlia viene massacrata da alcuni sconosciuti sicari, il francese Costello - un tempo killer a pagamento e ora ufficialmente chef - arriva a Hong Kong per vendicarla.
SCHEDA FILM

Regia: Johnnie To

Attori: Johnny Hallyday - Costello, Sylvie Testud - Irene Thompson, Anthony Wong Chau-Sang - Kwai, Simon Yam - George Fung, Lam Suet - Lok, Lam Ka Tung - Chu, Maggie Siu - Ispettore Ong, Felix Wong - Python, Vincent Sze - Sig. Thompson, Cheung Siu-Fai - Wolf, Yuk Ng Sau - Crow

Sceneggiatura: Wai Ka-Fai

Fotografia: Cheng Siu-keung

Musiche: Lo Tayu

Montaggio: David M. Richardson

Scenografia: Silver Cheung

Costumi: Stanley Cheung

Altri titoli:

Revenge

Vengeance

Fu chou

Durata: 108

Colore: C

Genere: THRILLER AZIONE

Specifiche tecniche: ARRIFLEX 35 BL4, ARRIFLEX 35 III, TECHNOVISION SCOPE, 35 MM (1:2.35)

Produzione: JOHNNIE TO, WAI KA-FAI, MICHELE & LAURENT PETIN, PETER LAM E JOHN CHONG PER ARP SÉLECTION, MILKYWAY IMAGE, MEDIA ASIA

Distribuzione: FANDANGO (2010) - DVD: 01 DISTRIBUTION (2010)

Data uscita: 2010-04-30

TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009).

- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 22 MARZO 2011 HA ELIMINATO IL DIVIETO AI MINORI DI 14 ANNI.
CRITICA
"Caro ai cultori del cinema del 'lontano est', Johnnie To dirige un dizionario di mitologia: il noir francese, il cinema di Hong Kong, il western, Johnny Hallyday... Furiosamente lirico." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica' 18 maggio 2009)

"Sparatorie, ironia, citazioni e genio con il plusvalore di un'icona di Francia come la rock-star Johnny Hallyday, vera maschera tragica come non ce ne sono più. E', insomma, questa alchimia di 'Vengeance', polar asiatico, film noir e un po' western che ha portato il regista hongkonghese Johnnie To, detestatissimo o amatissimo, sulla Croisette." (Francesco Gallo, 'Gazzetta del Mezzogiorno', 18 maggio 2009)

"Doveva essere Alain Delon, l'indimenticabile Samurai di Melville, invece è Johnny Holliday, impettito idolo, perfetto nel suo sguardo glaciale, il protagonista, semi-imbalsamato, di una commedia d'azione, divertente quanto terrificante. 'Vendetta' di Johnnie To (in concorso) si ambienta tra il paradisiaco Macao e l'infernale Hong Kong ed è la versione senza delizioso frame porno, ma più strindberghiana, horror, comunista, ecoballista, umorista e misogina di 'L'Anticristo'. Che, come tutti sanno, tranne Mughini, non è la natura umana, né quella femminile, né quella napoletana, ma la natura poliziesca (serva ottusa, senza se e senza ma, della proprietà privata). (...) Insomma l'ex rocker, sbeffeggiato per il suo conformismo antisessantottino già da Antoine, esibisce una fretta esagerata a far fuori il boss della triade di turno, donnaiolo, geloso e spietato. Nella sezione Cine classics è passato 'Lontano dal Vietnam'. 40 anni fa quel film ci chiedeva come e se l'occidente avrebbe mai risarcito il popolo vietnamita, vittima di una aggressione ripetuta e continuata, tossica e immonda. Johnnie To, con la sottigliezza di un saggio orientale, contribuisce a quel risarcimento facendo la parodia di una carogna francese. In fondo fu Parigi a creare il 'pasticcio vietnamita'." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 19 maggio 2009)

"Una francese, un cinese e i loro due bambini: è strage. Si salva solo la donna, raggiunta al capezzale dal padre: professione cuoco, passato killer, obiettivo: vendetta. Ingaggerà tre killer, ma al muto 'Vendicami' della figlia nemmeno lui starà con le mani in mano... Se il suo nome, Costello, omaggia il Melville di Frank Costello, faccia d'angelo, e proprio Alain Delon l'avrebbe dovuto reinterpretare, il volto è quello ineluttabile e pietrificato del rocker francese Johnny Hallyday, che si ritaglia un'altra grande prova dopo 'L'uomo del treno' di Leconte. Alla sua altezza pure il film, il migliore tra quelli del Johnnie To ultimo scorso: gusto mitologico, archetipi western tra Ford e Peckinpah, la miscela è quella sapiente e rapsodica di action hongkonghese e lirismo d'autore, che mastica luoghi comuni e sputa pirotecniche reinvenzioni. Beata vendetta!" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 29 aprile 2010)

"Strage, rappresaglia, facce misteriose, pistole come cannoni. Il protagonista, che a causa di una vecchia pallottola nel cranio ha perso la memoria, chiede ai sicari ingaggiati a Macao per punire gli sterminatori del genero e dei due nipoti: 'Che cos'è la vendetta?'. Ecco il messaggio: se dimentichi, elimini la nuova violenza, che fa tanto cinema d'azione ma, nella realtà è una nuova azione esecrabile. Con la faccia indelebile di Johnny Hallyday si passano due ore svelte dove spesso i cattivi sembrano sparare a salve e i buoni sembrano invincibili. Più nell'arte concettuale che nella realismo logico, To ('The Mission', 'Breaking News') va oltre il suo cinema d'azione esplorando il piacere estatico dell'immagine di genere, depurandola dalle aspettative di verosimiglianza. Prendere o lasciare." (Silvio Danese, 'Giorno, Carlino, Nazione', 30 aprile 2010)

"Due falsi Johnny (il francese si chiama Jean-Philippe; il cinese quattro ideogrammi per noi incomprensibili) per un action movie molto divertente. L'honkoaghese Johnnie To, nove anni più giovane di John Woo, dirige l'Elvis Presley gallico in 'Vendicami'. (...) To voleva Alain Delon come omaggio al Melville di Frank Castello faccia d'angelo. Dopo il rifiuto della star si è accontentato di Hallyday (meglio così), che tra un proiettile e l'atro fa amicizia con tre duri già visti nel cinema del regista di 'Mission' ed 'Exiled' (tra loro ovviamente il mitico Anthony Wong). 'Vendicami' è la chiusa di una trilogia fatta di simpatici spruzzi di sangue rosso fragola, uomini in giacca e cravatta che sparano al ralenti, occhiali da sole pure al buio e cameratismo demenziale. Unico appunto: la Cina è vicina e questo cinema ormai beniamino dei festival ('Vendicami' in concorso a Cannes 2009) ci sembra meno originale del John Woo anni '90." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 30 aprile 2010)

"Gualcito quasi settantenne, Johnny Halliday è un credibile nonno giustiziere in 'Vendicami' dl Johnnie To, che schiera - attorno al cantante e attore francese, pronubo di Emanuele Filiberto e Clotile Courau - la consueta squadra di attori di Hong Kong. Fra i registi da festival ( 'Vendicami' era a Cannes nel 2009), To è uno dei rari che non annoiano. Il suo talento è alterno, ma sempre To innova i generi che frequenta (commedia, giallo, fantastico), come si vede dai suoi film già usciti in Italia: (...) E poi con To non c'è da scoprire chi sono i cattivi: c'è da vedere come muoiono i buoni, magari dopo una 'danza' in un prato, al rallentatore. Come quelli di Dassin e Melville, i malavitosi di To sono quasi sempre malinconici: sono samurai o ronin in versione cinese. Per questo ci si affeziona a loro, specie all'anglocinese Anthony Wong e al suo distacco di guerriero che - in una società che si crede in pace - avanza impassibile fra la Morte e il Diavolo". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 30 aprile 2010)