Eddie Parker, giocatore d'azzardo senza troppa fortuna, è un operaio che vive con sua moglie Tracy e il figlio 12enne Mitch nei sobborghi di Las Vegas. Un giorno, uno sconosciuto si presenta alla porta e gli offre una sostanziosa somma di denaro per comprare la loro casa che, secondo lui, ha qualcosa di molto speciale. La decisione da prendere si trasformerà per i Parker in una vera e propria ossessione.
SCHEDA FILM
Regia: Amir Naderi
Attori: Mark Greenfield - Eddie, Nancy La Scala - Tracy, Zach Thomas - Mitch, Walt Turner, Alexis Hart
Sceneggiatura: Bliss Esposito, Amir Naderi, Susan Brennan, Charlie Lake Keaton
Fotografia: Chris Edwards
Montaggio: Amir Naderi
Scenografia: Amir Naderi
Durata: 102
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: DCP
Produzione: ALPHAVILLE FILMS NYC, INC
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 65. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2008).
CRITICA
"Naderi si diverte con una black comedy sull'avidità con famiglia americana di Las Vegas che si distrugge buca dopo buca per inseguire il miraggio di un tesoro sepolto nel giardinetto di casa. (...) Ne vedremo delle brutte ma senza drammoni. Naderi è molto leggero, cerca volutamente la risata e alla fine scaglia il suo ammonimento contro la stupida cupidigia senza pontificare più di tanto. Un buon risultato per il noto cineasta iraniano trasferitosi negli Stati Uniti, che racconta con molto affetto ormai da quasi 20 anni. Il film non è contro l'America ma contro l'avidità". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 2 settembre 2008)
"Amir Naderi, apprendistato in Iran e affermazione negli Usa, sviluppa un copione originale e intelligente con uno stile «sospeso» che ricorda le peregrinazioni americane del Wenders anni Settanta: per raccontare la deriva mentale dei suoi personaggi, infatti, il regista sceglie una casa isolata nel deserto come sarcastico controcampo dell'adiacente luna park di Las Vegas. Marito, moglie e figlio dodicenne sono sollecitati a trovare un tesoro nel proprio giardino ma, prima che si palesi il clamoroso colpo di scena finale, il terzetto si ritrova incastonato nell'allegoria dei cinici trucchi d'azzardo tipicamente contemporanei e occidentali. Tre bravi e poco conosciuti attori incarnano, cioè, l'ossessione del colpo di fortuna, di una versione maniacale del sogno americano che brucia i fragili rapporti personali in un crescendo come raffreddato e irriso dall'infinita e monotona ripetitività del paesaggio. Insomma, suggestivo e noioso". (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 2 settembre 2008)
"Digitale e realizzato con un piccolo budget, entra con precisione angosciosa nei sentimenti del
contemporaneo catturandone la sostanza e i conflitti. Si parla di soldi, tema che ritorna in molte opere della Mostra, incantate dal trauma di scoprire i flussi di mercato e la macchina della stupidità che mettono in moto. E di un'ossessione, altro non può essere il denaro oggi in un primo mondo che si è scoperto all'improvviso povero, stritolato da debiti e incertezze pure chi, come l'America, spende con la pretesa di difendere il resto dell'umanità". (Cristina Piccino, 'Il manifesto', 2 settembre 2008)
"Una metafora lampante, il mito di Sisifo rovesciato in un digitale scarno di quelli che potrebbero pure piacere al Wenders della giuria". (Dario Zonta, 'L'Unità', 2 settembre 2008)
"Scarno ma efficace a parte qualche lungaggine, girato in digitale con una freddezza da telecamera di sorveglianza, 'Vegas' - ispirato, come spiega il sottotitolo, a una storia vera - sfocia in momenti di grande poesia visiva e simbolica, come l'immagine del giardino devastato in nome di un astratto miraggio di ricchezza e infine uniformato al deserto circostante". (Guido Vitiello, 'Il Riformista', 2 settembre 2008)