Negli anni tra il 1910 e il 1915 un potente consorzio di produttori, la "Patents Company", cerca di monopolizzare il mercato cinematografico strangolando le piccole compagnie improvvisate, produttrici di film della durata di pochi minuti destinati a ridottissime platee. E' in questo clima che il giovane avvocato Leo Halligan, trovatosi per una serie di equivoci al servizio di un produttore indipendente, Mr. Cobb, è costretto a improvvisarsi prima soggettista, poi regista di una scombinata compagnia di cineasti clandestini composta, tra gli altri, da Frank, l'operatore, dall'ex ballerina Katleen Cook, da una ragazzina, Alice, bravissima nell'attingere da Shakespeare i soggetti dei film, e, infine, da Buck Greenway, un ex-sicario diventato amico di Leo. Dopo avere girato una quantità di filmetti, le loro personali vicende - Leo e Buck si contendono la bella Katleen, ma è il secondo a spuntarla - e un contrasto con Cobb che li licenzia in tronco, divideranno i nostri eroi. Dopo la "prima" del capolavoro di Griffith, "Nascita di una nazione", che ha fatto loro capire che cosa importante possa essere il cinema, essi si ritroveranno però di nuovo uniti, per creare insieme, ancora per Mr. Cobb, il loro primo lungometraggio.
SCHEDA FILM
Regia: Peter Bogdanovich
Attori: Ryan O'Neal - Leo Harrigan, Burt Reynolds - Buck Greenway, Tatum O'Neal - Alice Forsyte, Brian Keith - H. H. Cobb, Stella Stevens - Marty Reeves, John Ritter - Franklin Frank, Jane Hitchcock - Kathleen Cook, George Gaynes - Reginald Kingsley, John Chappel - John, Harry Carey Jr. - Dobie, Philip Bruns - Duncan, Jack Verbois - Jack, James Best - Jim
Soggetto: W.D. Richter, Peter Bogdanovich
Sceneggiatura: W.D. Richter, Peter Bogdanovich
Fotografia: László Kovács
Musiche: Richard Hazard
Montaggio: William C. Carruth
Scenografia: Richard Berger
Costumi: Theadora Van Runkle
Effetti: Cliff Wenger
Durata: 128
Colore: C
Genere: SATIRICO
Specifiche tecniche: PANORAMICO TECHNICOLOR
Produzione: COLUMBIA BRITISH LION EMI
Distribuzione: GOLD RCR (1977) - WARNER HOME VIDEO
CRITICA
"Opera di un innamorato del cinema, il film è un omaggio, tra l'ironico e l'affettuoso, ai primi passi della 'settima arte' e dell'industria ad essa relativa. Struttura composita, ricco di citazioni di registi e attori di quei tempi, esso ne traduce nel linguaggio ingenuità, improvvisazioni, casualità. L'allusività del lavoro, chiara soltanto agli esperti, ne rivela la natura intellettuale, e talvolta ne pregiudica il ritmo. Non impedisce, comunque, di goderne le molte, gradevoli trovate, né di condividere la convinzione del regista che il cinema sia, che debba essere, una cosa seria." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 85, 1978)