Il matrimonio di Penelope e Andrea, sposatisi per amore, dura da diciotto anni soprattutto perché Pepe, come la chiamano gli amici, ha spesso 'chiuso gli occhi' e ha molto sopportato. Ma un giono anche lei si dichiara stanca della superficialità e dell'egoismo di Andrea, capace di farsi perdonare un tradimento con una vaschetta di gelato alla vaniglia e cioccolato. Pepe fugge dalla vita coniugale, ma inizia un viaggio assai pericoloso tra dubbi e ricordi.
SCHEDA FILM
Regia: Ciro Ippolito
Attori: Maria Grazia Cucinotta - Penelope, Joaquin Cortes - Carlos, Alessandro Preziosi - Andrea, Serra Yilmaz - Nonna Diomira, Ernesto Mahieux - Briganti, Frida Bruno - Stefania, Benedetto Casillo - Ciro
Soggetto: Sveva Casati Modignani
Sceneggiatura: Ciro Ippolito, Franco Ferrini
Fotografia: Fabio Cianchetti
Musiche: Maurizio Abeni
Montaggio: Ciro Ippolito
Costumi: Alessandro Lai
Durata: 110
Colore: C
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO COMMEDIA
Tratto da: OMONIMO ROMANZO DI SVEVA CASATI MODIGNANI
Produzione: EUROLUX PRODUZIONE
Distribuzione: WARNER BROS. (2004)
Data uscita: 2004-02-11
NOTE
FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
CRITICA
"Maria Grazia Cucinotta offre la più toccante interpretazione della sua carriera in 'Vaniglia e Cioccolato', prodotto, diretto e montato da Ciro Ippolito ispirandosi a un popolare romanzo di Sveva Casati Modignani. (...) Ippolito potrebbe aspirare al titolo di Matarazzo del XXI secolo, visto che i film del maestro di 'Catene' sono stati rivalutati dalla critica: sa ambientare, sa raccontare, sa dirigere gli attori. E sa infilare fra una lacrima e l'altra un salutare messaggio: nella vita dobbiamo reciprocamente accettarci così come siamo." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 14 febbraio 2004)
"E' di una tale ingenuità che passa ogni voglia di infierire. E comunque viene quella di invocare un'attenuante: meglio questa franca e disarmante incursione nel gusto del fotoromanzo che tante rivisitazioni più sofisticate e inautentiche. (...) Non c'è niente altro da dire se non che, scomodarsi ad andare al cinema quando basta premere un pulsante del telecomando, non ha senso." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 20 febbraio 2004)