Dopo anni di assenza, Sandra Luzzatti torna a Volterra, sua città natale. E' con lei Andrew, il marito, curioso di conoscere l'ambiente in cui la moglie ha vissuto la sua giovinezza. A casa trovano Gianni, il fratello di Sandra, che da tempo vive in modo disordinato e sogna di diventare famoso grazie al romanzo autobiografico che sta scrivendo. La madre di Sandra e Gianni, invece, è da anni confinata in clinica a causa di un grave equilibrio psichico, accudita dal suo secondo marito, l'avvocato Gilardini. Ben presto Andrew capisce che l'intera famiglia Luzzatti è ossessionata dal ricordo del padre, un illustre scienziato ebreo deportato dai nazisti e morto in un campo di concentramento. Sandra e Gianni da sempre incolpano della sua morte il patrigno, al tempo amante della madre, accusandolo di delazione. Nella loro famiglia, però, ci sono segreti troppo pesanti e, se non vorrà perdere per sempre suo marito, Sandra dovrà decidere di rompere i ponti con il passato...
SCHEDA FILM
Regia: Luchino Visconti
Attori: Claudia Cardinale - Sandra Luzzatti, Jean Sorel - Gianni, fratello di Sandra, Michael Craig - Andrew Dawson, marito di Sandra, Renzo Ricci - Avv. Antonio Gilardini, Fred Williams - Pietro Fornari, Marie Bell - La madre di Gianni e Sandra, Amalia Troiani - Fosca, Paola Pescini, Isacco Politi, Renato Moretti, Vittorio Manfrino, Ferdinando Scarfiotti, Giovanni Rovini
Soggetto: Suso Cecchi d'Amico, Enrico Medioli, Luchino Visconti
Sceneggiatura: Suso Cecchi d'Amico, Enrico Medioli, Luchino Visconti
Fotografia: Armando Nannuzzi, Nino Cristiani - operatore, Claudio Cirillo - operatore
Musiche: Cesar Franck
Montaggio: Mario Serandrei
Scenografia: Mario Garbuglia
Arredamento: Laudomia Hercolani, Andrea Fantacci - assistente
Costumi: Bice Brichetto
Aiuto regia: Rinaldo Ricci, Albino Cocco - assistente
Durata: 100
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Produzione: FRANCO CRISTALDI PER LA VIDES (1964)
Distribuzione: COLUMBIA CEIAD (1965)
TRAILER
NOTE
- PRESENTATO ALLA XXVI MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DOVE VINSE IL LEONE D'ORO E IL PREMIO CINEMA NUOVO.
- NASTRO D'ARGENTO PER LA MIGLIORE FOTOGRAFIA IN BIANCO E NERO.
CRITICA
"(...) Ancora una volta assistiamo alla catastrofe di una famiglia (...). I fattori letali non sono più in elementi esterni (ma) si annidano nell'intimo della compagine familiare, anzi nel profondo delle coscienze. (...) La tragedia riecheggia moduli sofoclei, ma forse più come linee di forza drammatiche che nella loro dimensione metafisica. (...) Il regista fa dei suoi personaggi dei vinti ma non dei colpevoli. Non per il gusto gratuito dell'equivoco (...), ma per un preciso 'intento morale'. Intende chiamarci in causa (...) coinvolgere nella vicenda (...). E' dunque un'opera di alto stile. La ammiriamo ma non la 'riviviamo'. Non è parola di poesia". (L. Bini, 'Audiovisivi', 10, ed. Letture, ottobre 1965)