Il Barone Kaspar Joakim von Utz, rimasto orfano del padre, viene cresciuto in Cecoslovacchia dalla nonna nel castello paterno, dimostrando fin da fanciullo un'insolita passione per le statuine di porcellana di Meissen, collezionate dal genitore. Durante la seconda guerra mondiale e la conseguente dittatura di Stalin, costretto a vivere a Praga in un modesto appartamento, vi è servito e curato con devozione da Marta, la fedele governante da lui sottratta ai linciaggio di una folla di rozzi compaesani campagnoli, che erano giunti a ritenerla una strega. In quel periodo di ristrettezze, altri collezionisti avevano dovuto vendere le proprie collezioni, mentre Utz ne aveva approfittato per ingrandire quella ereditata dal padre, arrivando a possederne un migliaio di esemplari, che teneva ammassati in due stanze dell'appartamento di Praga. Ma in seguito all'invasione russa del 1968, l'appartamento viene perquisito per ordine delle autorità cecoslovacche e l'intera collezione inventariata. Per evitare che gli venga sequestrata, il barone viene a un accordo: alla sua morte la collezione sarà proprietà dello Stato. In cambio ottiene dalle autorità l'autorizzazione di lasciare ogni anno la Cecoslovacchia per un periodo di cure termali all'estero. In tali periodi, con i proventi di un conto svizzero - aperto prudentemente prima della guerra - Utz acquista nuove statuine, frequentando sale d'asta, e le reca di nascosto in Cecoslovacchia ad ogni ritorno. Proprio in una di quelle aste, Utz ha conosciuto Marius Fischer, proprietario di una grande galleria d'arte a New York, che con l'estroso dottor Vaclav Orlik di Praga, diventano suoi comuni amici. La sua collezione - unica al mondo - raggiunge col tempo un valore inestimabile, e più d'una volta Utz è invitato dagli amici a metterla in vendita. Fischer, in particolare, ambirebbe acquistarla per la sua galleria. Nel frattempo Utz ha sposato Marta, che mostra di comprendere la sua passione per le porcellane, facendola baronessa von Utz, erede di tutti i suoi beni. Nella primavera del 1969 una telefonata del dottor Orlik da Praga segnala all'amico Fischer che il Barone von Utz è immobilizzato da una parallsi, e forse, chi sa, potrebbe esser convinto a vendergli la sua preziosa collezione. Nella speranza di concludere l'affare cui tanto aspira, Fischer giunge a Praga, ma quando vi arriva il barone è già morto, Marta è introvabile e la collezione è misteriosamente scomparsa. Deciso a ritrovarla, Fischer perviene a una cascina di campagna, ambiente d'origine di Marta. Bussa, cerca, chiede. Nessuno sa nulla. Nascosta in un ripostiglio, Marta attende che si allontani. E' stata lei a distruggere la preziosa collezione, per compiacere il barone, che non poteva rassegnarsi a vederla in mani incapaci di un apprezzamento disinteressato.
SCHEDA FILM
Regia: George Sluizer
Attori: Paul Scofield - Vaclav Orlik, Armin Mueller-Stahl - Kaspar J. Von Utz, Brenda Fricker - Marta, Peter Riegert - Marius Fischer
Sceneggiatura: Hugh Whitemore
Fotografia: Gérard Vandenberg
Musiche: Nicola Piovani
Montaggio: Lin Friedman
Durata: 87
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: TRATTO DALL'OMONIMO ROMANZO DI BRUCE CHATWIN
Produzione: JOHN GOLDSCHMIDT, WILLIAM SARGENT
Distribuzione: ACADEMY PICTURES (1992) - VIVIVIDEO
NOTE
CRITICA
L'olandese George Sluitzer, portando sullo schermo il romanzo di Chatwin, si è imposto una fedeltà molto lodevole: nei dialoghi, nelle situazioni, persino nei personaggi. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
La messinscena di George Sluitzer, regista fiammingo, già autore di "The vanishing", candidato all'oscar nel 1989, è per così dire, troppo perfetta, ovvero eccessivamente patinata, nonostante il trionfale tono crepuscolare, scuro, notturno. (Franco Montini, La Rivista del Cinematografo).