Silvano, un cinquantenne, conduce il suo bambino a conoscere il casale in campagna dove è nato e dove ha trascorso l'infanzia durante la seconda guerra mondiale. Il casale è abbandonato ma vi sono ancora alcuni arredi e qualche fotografia ingiallita. L'uomo rivede se stesso bambino affetto da mutismo per un trauma causato dallo scoppio di un ordigno, i genitori, la bella zia Olga, i fratelli Giorgio e Piero, e le sorelle Elisa, Adriana e Renata. Tornano così alla memoria i ricordi: i giochi infantili, il teatrino delle suore, i rituali fascisti celebrati nella piazza del paese presso il busto del Duce ed orchestrati da un gerarca vicino di casa, i traumatici contatti con la morte seminata da sparatorie e bombardamenti, la visita alla giovane e disinibita zia Olga, guardarobiera in un grande albergo sede del comando tedesco. Altre figure risaltano: una è quella di Crimen, un vecchio che abita fuori dal paese e sul cui conto circolano strane dicerie secondo le quali egli avrebbe anni prima divorato la sua stessa moglie per amore, l'altra è quella di un anziano ebreo ucciso da un gruppo di squadristi ubriachi. Ad entrambi, i bambini si erano avvicinati con timore anche grazie alla suggestione delle immagini della lanterna magica e del cinema che essi mostravano agli stupefatti occhi dei bambini. I ricordi di certi eventi si susseguono: la guerra sta volgendo al termine ma non così la crudeltà e la sofferenza causate dalle disperate resistenze dei nazifascisti e dalle loro sanguinose rappresaglie nei confronti dei partigiani. Il pavido padre temendo per la propria sorte, a causa delle sue precedenti collusioni con il regime si fa cucire nel materasso dalla moglie per inscenare poi un farsesco ritorno a casa dall'ospedale. Nel frattempo Crimen, sentendo avvicinarsi la fine, decide di attenderla chiudendosi in una caverna accanto al cadavere della moglie che in realtà egli aveva mummificato dopo la sua morte, molto tempo prima. Alla notizia della scomparsa di Crimen, il piccolo Silvano fugge sulle colline per vederlo un'ultima volta: la sua corsa si sovrappone a quella di Silvano adulto che si arresta davanti alla caverna di Crimen. Qui lo raggiunge il figlio che, raccolto un piccolo uovo di uccello glielo mostra: in Silvano torna alla mente la leggenda dell'uovo di garofano che si narrava in tempo di guerra ai bambini. Si tratta di un uovo magico, piccolissimo, che è possibile trovare solo al tramonto: se lo si mette sotto il cuscino tutti i sogni diventano veri.
SCHEDA FILM
Regia: Silvano Agosti
Attori: Federico Zanola - Silvano, Alain Cuny - Il Vecchio Crimen, Lou Castel - Silvano Adulto, Eva Serafini - Adriana, Camilla Serafini - Renata, Severino Saltarelli - Il Padre, Elisa Murolo - Elisa, Michele Meggiolaro - Piero, Luciano Salodini - Il Poeta, Lucia Gafa' - La Madre, Paola Agosti - La Zia Olga, Lorenzino Agosti - Il Figlio Di Silvano, Roberto Brignani - Giorgio
Soggetto: Silvano Agosti
Sceneggiatura: Silvano Agosti
Fotografia: Silvano Agosti
Musiche: Daniele Iacono
Montaggio: Silvano Agosti
Scenografia: Luisa Da Re
Durata: 102
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: LIBERAMENTE TRATTO DAL ROMANZO OMONIMO DI SILVANO AGOSTI
Produzione: SILVANO AGOSTI PER 11 MARZO CINEMATOGRAFICA - RAI DUE
Distribuzione: SACIS - 11 MARZO CINEMATOGRAFICA (1991)
CRITICA
"E' sempre molto intenso, le sue tecniche sono fini e il clima in cui ci immerge, pur senza nessun intento didascalico, coinvolge e fa riflettere." (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
"Uova di garofano", struggente sguardo autobiografico all'indietro, nella campagna lombarda durante la guerra, dedicato ai bambini senza sorrisi." (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera)
"E' il film di famiglia di un regista che ha aspettato per permettersi l'autobiografia, ed ha molto da dire; tanto che forse non riesce a metterlo in ordine." (Paolo D'Agostini, La Repubblica)