Tommaso, un giovane di borgata, conduce una vita scioperata. Un giorno conosce Irene e se ne innamora. Per far colpo su di lei organizza con gli amici una serenata. Ne nasce una rissa durante la quale egli ferisce un uomo con il coltello. Arrestato, sconta alcuni mesi di carcere. Uscito di prigione, si ammala di tisi e viene ricoverato in sanatorio, dove conosce un agitatore sindacale comunista, che per la prima volta lo tratta da uomo. Uscito dal sanatorio decide di sistemarsi e sposarsi. Un giorno si getta nelle fredde acque dell'Aniene per salvare una donna, ma il gesto provoca una ricaduta della sua malattia che lo conduce alla morte.
SCHEDA FILM
Regia: Paolo Heusch, Brunello Rondi
Attori: Franco Citti - Tommaso, Serena Vergano - Irene, Enrico Maria Salerno - Bernardini, Angelo Maria Santiamantini - Lello, Alfredo Leggi - Cagone, Benito Poliani - Zucabbo, Piero Morgia - Cazzatini, Giorgio Santangelo - Carletto, Paola Petrini - La suora, Enrico Salvatore - Operaio dell'ospedale, Titta Storff, Micaela Dazzi, Bruno Cattaneo
Soggetto: Pier Paolo Pasolini - romanzo, Ennio De Concini - adattamento, Franco Brusati - adattamento
Sceneggiatura: Paolo Heusch, Brunello Rondi, Franco Solinas, Sergio Citti - collaboraz. ai dialoghi
Fotografia: Armando Nannuzzi, Giuseppe Ruzzolini - operatore
Musiche: Piero Piccioni
Montaggio: Nella Nannuzzi
Scenografia: Luigi Scaccianoce
Costumi: Danilo Donati
Aiuto regia: Albino Cocco, Sergio Citti - assistente
Durata: 107
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO SOCIALE
Specifiche tecniche: VISTAVISION, 35 MM
Tratto da: romanzo omonimo (1959) di Pier Paolo Pasolini
Produzione: MORIS ERGAS PER ZEBRA FILM (ROMA), AERA FILM (PARIGI)
Distribuzione: VARIETY FILM
NOTE
- PRESENTATA ALLA 65. MOSTRA DI VENEZIA (2008) NELLA RETROSPETTIVA "QUESTI FANTASMI: CINEMA ITALIANO RITROVATO (1946-1975)" LA COPIA DELLA CINETECA NAZIONALE.
CRITICA
"Se non fosse stato preceduto da 'Accattone' questo film ci avrebbe interessato soprattutto per la novità di aver portato sullo schermo il mondo di Pasolini. (...) Il film (...) non riesce ad evitare l'impressione di una cosa arrivata in ritardo. (...) Un'altra considerazione (...) è che questo genere di storie romanesche parlate con quel linguaggio turgido e greve (...) se non sono toccate dalla mano di un poeta, rivelano subito la loro inutile grevezza." (Ercole Patti, 'Il Tempo', 14 aprile 1962)
"Liberato da molti episodi marginali nonché dal linguaggio pesante e scurrile. ridotta quindi la trama alla semplice storia di un giovane, il film ha acquistato, nei confronti del libro, in incisività e suggestione. Lo stile quasi documentaristico con cui è raccontata la storia, il lasciar parlare più i fatti che i personaggi, consentono un ritmo sostenuto ed avvincente con qualche sequenza stilisticamente riuscita. Vanno rilevate tuttavia uno scarso approfondimento logico dei personaggi e frequenti incongruenze e forzature polemiche invero non molto convincenti. Onesta l'interpretazione, efficace il commento musicale." ('Segnalazioni cinematografiche,' vol. 51, 1962)