Verini, uomo di assai dubbi trascorsi che vive a Parigi con la moglie Françoise e l'adoratissima figlioletta Sophie, acquista da Mozart i gioielli che costui ed altri tre giovani hanno rubato a Cartier. Un ignoto sequestra Françoise in casa di lei ma, quando riceve da Verini la valigetta con i gioielli, al momento dello scambio uccide a sangue freddo la donna. Sospettato sia del furto che per la scomparsa della moglie, Verini trascorre in carcere dieci lunghi anni, in vista dei quali egli ha collocato in un esclusivo collegio svizzero la bambina, senza scriverle mai la realtà dell'accaduto e solo dopo molto tempo rivelandole che la madre era morta e non già in Brasile per assistere colà la nonna. Uscito di galera e recuperata Sophie, ora l'uomo pensa di vendicare la morte di Françoise (il cui corpo egli aveva seppellito nel parco della propria villa, poi venduta), dopo avere appreso dalla ex-governante che l'assassino era stato il marito di costei, complice il cognato. Aiutato da Mozart, Verini uccide il colpevole ed il fratello, mentre Mozart elimina l'innocente portiere del castello-albergo in cui i due vivono tranquillamente. E poi torna in galera (la Polizia ha intanto trovato lo scheletro di Françoise e in più, nel cruscotto dell'auto di Verini, un orologio di Cartier). Intanto Sophie si è innamorata di un ricco giovanotto svizzero, ma non intende sposarsi finchè il padre non sarà di nuovo libero. All'uopo essa interessa Mozart per farlo evadere e questo potrebbe accadere, allorchè essa sarà a Parigi per una gara equestre, cui deve partecipare il fidanzato Antoine. Mozart, ormai innamoratissimo di lei, escogita un piano geniale: simulando di essere un terrorista, egli telefona alla Polizia, inventa una bomba all'Opèra, che farà una catastrofe durante una serata di gala con il Premier sovietico, se Verini non verrà fatto "evadere". Mentre il cavaliere svizzero perde la gara, Sophie si unisce a Mozart, adoperatosi insieme a Charlot, amico di Verini, per far partire in tutta sicurezza quest'ultimo con destinazione Germania.
SCHEDA FILM
Regia: Claude Lelouch
Attori: Jean Yanne - Verini, Charles Gérard - Charlot, Patrick Bruel - Mozart, Marie-Sophie L. - Sophie, Edwige Navarro, Hélène Surgère, Corinne Marchand, Harve Fayre, Jean-Claude Bourbault, Françoise Bette
Soggetto: Claude Lelouch
Sceneggiatura: Florence Moncorge Gabin
Fotografia: Jean-Yves Le Mener
Musiche: Francis Lai
Montaggio: Hugues Darmois
Scenografia: Jacques Bufnoir
Costumi: Charlotte David
Durata: 109
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: SCOPE A COLORI
Produzione: LES FILMS 13, TF1 PRODUCTION
Distribuzione: INDIPENDENTI REGIONALI (1990)
CRITICA
"L'impressione che si ricava dal racconto in immagini è quelli di un treno che percorrendo lo stesso binario sia contemporaneamente dirottato qua e là verso lidi diversi e dagli umori eterogenei. Lelouch ama le storie parallele, le concatenazioni di eventi che solo alla fine confluiscono in un climax unitario. Così in questo film la vicenda nera di Verini (il bravo e misurato Jean Yanne, migliore come attore che non come regista di farse locali) diviene il nucleo centrale di tante situazioni circostanti, ed altrettante emozioni. La storia d'amore tra la bella Marie Sophie ed il giovane rapinatore Mozart, anch'essa frammentata in più fasi, abbandonata e ripresa verso la fine, fa da contrappunto alla lunga sequenza del carteggio tra il padre-bandito e la figlia-gentildonna. Qui montaggio, atmosfera e fotografia, si allineano sul registro più caro a Lelouch, che è quello sentimentale (come il commento musicale di Francis Lai). Tra il tono, appunto, noir della prima parte e la suspense vagamente hitchcockiani del finto attentato all'Opéra, Lelouch dissemina le solite false piste, che in realtà sono oasi umane, parti integranti della promiscuità tra il bene e il male nel mondo. La giovane non può capacitarsi di avere per padre e per spasimante due malviventi, ma c'est la vie (parola cara ai titoli di Lelouch). L'happy-end tradisce la vena ambigua dell'autore, dove al probabile pentito (il giovane Mozart) fa da sfondo l'impenitente Verini, evaso e spedito al sicuro in Germania. Nelle lunghe traiettorie umane di Lelouch i lupi non perdono il vizio, ma riescono a convivere con gli agnelli." (Massimo Monteleone, 'Rivista del Cinematografo')