La diciottenne Chantal, figlia della parigina Germaine e del bostoniano John Stacy, è una ragazza piuttosto vivace. Il padre le consiglia di sposarsi e la scelta di Chantal cade su Eugene Wright, un giovane fotografo. Tuttavia la vita coniugale presenta qualche difficoltà, così Chantal decide di seguire i consigli della madre: prima cerca di istruire il marito attraverso i suggerimenti di un libro per l'addestramento dei cani e poi fa credere al marito di avere un amante misterioso. Quando Eugene capisce il trucco, entra nel gioco e le fa credere che lo sconosciuto ammiratore sia suo padre, Adam Wright. Dopo litigi ed equivoci tutto si chiarisce e tra gli sposi torna la pace.
SCHEDA FILM
Regia: Henry Levin
Attori: Sandra Dee - Chantal Stacy, Bobby Darin - Eugene Wright, Micheline Presle - Germaine Stacy, John Lund - John Stacy, Cesar Romero - Robert Swan/Adam Wright, Stefanie Powers - Tina, Christopher Knight - Richard, Ted Thorpe - Fioraio, John Bleifer - Sig. Riordan, tabaccaio, Pamela Searle - Modella, Warrene Ott - Rita, Gloria Camacho - Modella, Edmay Van Dyke - Modella, Charlene Holt - Lisa, modella, Roger Bacon - Messaggero, Dani Lynn - Bunny, Rosalee Calvert - Modella
Soggetto: Winifred Wolfe
Sceneggiatura: Richard Morris
Fotografia: Russell Metty
Musiche: Hans J. Salter
Montaggio: Milton Carruth
Scenografia: Alexander Golitzen
Arredamento: Howard Bristol
Costumi: Jean Louis
Durata: 96
Colore: C
Genere: ROMANTICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.66), TECHNICOLOR, EASTMANCOLOR
Tratto da: Romanzo omonimo di Winifred Wolfe
Produzione: ROSS HUNTER PRODUCTIONS INC., UNIVERSAL INTERNATIONAL PICTURES
Distribuzione: UNIVERSAL
NOTE
"II film, anche se ricalca diversi luoghi comuni e situazioni scontate, non manca di brio e di alcune buone trovate. La regia è di buon mestiere, la recitazione disinvolta, smagliante il colore." (Segnalazioni cinematografiche, vol. LIII, 1963)
CRITICA
"Il film, anche se ricalca diversi luoghi comuni e situazioni scontate, non manca di brio e di alcune buone trovate. La regia è di buon mestiere, la recitazione disinvolta, smagliante il colore." (Segnalazioni Cinematografiche, vol.53, 1963)