8 maggio 1945, Giornata della Vittoria. In tutta Europa si festeggia la pace e le principesse Elizabeth e Margaret ottengono l'autorizzazione a unirsi ai festeggiamenti. Le due ragazze vivranno così una notte piena di emozioni ma anche di pericoli. Ma soprattutto sperimenteranno i primi, romantici battiti del cuore...
SCHEDA FILM
Regia: Julian Jarrold
Attori: Sarah Gadon - Principessa Elizabeth, Bel Powley - Principessa Margaret, Jack Reynor - Jack, Rupert Everett - Il Re, Emily Watson - La Regina, Mark Hadfield - Mickey, Jack Laskey - Tenente Pryce, Jack Gordon - Tenente Burridge, Annabel Leventon - Lady MacCloud, Geoffrey Streatfield - Jeffers, Debra Penny - Clippie, Samantha Baines - Mary, Emma Connell - Jane, Rab Affleck - Raymond, Roger Allam - Stan, Sophia di Martino - Phoebe, Hayley Squires - Debbie, Fiona Skinner - Annie, Laurence Spellman - Capitano Ashworth, Ruth Sheen - Joan Hodges
Sceneggiatura: Trevor De Silva, Kevin Hood
Fotografia: Christophe Beaucarne
Musiche: Paul Englishby
Montaggio: Luke Dunkley
Scenografia: Laurence Dorman
Arredamento: Jille Azis
Costumi: Claire Anderson
Effetti: Ben Ashmore, Simon Giles, Martin Malmqvist, Filmgate
Altri titoli:
Royal Night
Durata: 97
Colore: C
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO
Specifiche tecniche: (1:2.35)
Produzione: ECOSSE FILMS, FILMGATE FILMS, SCOPE PICTURES
Distribuzione: TEODORA FILM (2016)
Data uscita: 2016-04-07
TRAILER
CRITICA
"Commedia piacevole, patinata, ad alto tasso glamour (...) dove la vita diventa disneyana ma in un gioco ironico elegante e con un cast che non fa una piega, dove accanto alle due miladies (vince Sarah Gadon in abito a fiori) la scoperta è Bel Powley, che dà vita e spessore alla regale action dello scontrino di classe." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 7 aprile 2016)
"(...) celebre ma segretissima storia vera reinventata in allegria in uno di quei film irresistibili che solo gli inglesi. Un occhio a 'Vacanze romane', l'altro a commedie più birichine (...), autori e attori si concedono qualsiasi licenza pur di strapparci risate e qualche brivido sentimentale. Convincendoci anche, suprema maestria, che nulla è più desiderabile della monarchia. Perfette la bella Gadon e la buffa Powley. Gommoso 'Re' Everett. Geniale il movimento di macchina che cancella e esalta il momento clou. Questo sì che è erotico." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 aprile 2016)
"Riscrittura molto libera di un episodio autentico: per metà commedia sentimentale, per metà commedia picchiatella. Presente quando di un film si dice che è 'carino'? Ecco, questo è carino. Certo era qualcosa di più 'Vacanze romane', che 'Una notte con la regina' saccheggia (c'è anche un riferimento verbale a Gregory Peck ). Quel che imbarazza un po', però, è che mentre là Audrey Hepburn era la principessa di un regno immaginario, qui si tratta di reali autentici. Davanti ai quali il film s'inchina, scegliendo anche di attribuire alla futura regina un visino delizioso." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica, 7 aprile 2016)
"Prendendo avvio dal fatto vero, 'Una notte con la regina ci lavora su di fantasia (...). Per molti aspetti facile e prevedibile, 'Una notte con la regina' ha la consistenza di una bolla di sapone; ma è anche effervescente, piacevole, accattivante. La regia di Julian Jarrold corre veloce sul ritmo degli ottoni di Glen Miller; il trio di interpreti - dalla sensibile Sarah Gadon all'irruento Jack Reynor alla spiritosa Bel Powley - è delizioso; la ricostruzione d'epoca convincente; e nella spumeggiante commedia non manca di risuonare quella sentita nota patriottico-monarchica che, lo confessiamo, invidiamo non poco agli inglesi." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 7 aprile 2016)
"Tenendosi alla larga dagli opposti estremismi, con «Una notte con la regina» (...) sarà facile svagarsi. Chi paga il biglietto non deve, infatti, aspettarsi né particolari brividi artistici né l'ennesima somministrazione di popcorn audiovisivo perché l'artigiano Jarrold (mai qualifica fu più pertinente) ha imboccato e percorso una delle corsie più scorrevoli, quella che inalbera la segnaletica démodé del prodotto britannico fatto come Dio comanda. Rispetto alla filmografia d'oltremanica spesso e volentieri schierata contro la monarchia, questa commedia sentimentale fa magari la figura dello scendiletto, ma ovviamente non sta scritto da nessuna parte che è buon cinema solo quello che digrigna i denti e spara a palle infuocate contro la storia antica e recente. Parlare di storia per la verità è eccessivo, considerando che il film parte da uno spunto accertato per poi aggirarsi col suo passo lieve e gradevole nei territori della fantasia (...). Le citazioni di «Vacanze romane» si sono giustamente susseguite a valanga, ma secondo noi le situazioni, le battute e i sottintesi esprimono un congegno narrativo più smaliziato e cinico, somigliante, fatte le debite differenze, alle incursioni in incognito dei vip tra il popolo alla maniera di «Notting Hill» (...). Altre convergenze col classico modello romantico si rilevano nell'ottimo cast, in cui, però, la soave Gadon col suo orribile abito a fiori e la buffa Powley che finisce in un bordello tra signorine seminude e non lo capisce, rispondono benissimo agli intenti di Jarrold, mentre i regnanti Watson in golfino grigio con perle ed Everett truccato malissimo fanno invece la figura delle maschere di cera del museo di Madame Tussauds." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 7 aprile 2016)
"(...) 'royal comedy' dal 'coté' sentimental-fiabesco, che tanto potrà appassionare le signore in sala all'ora del tè pronte a cantare 'God Save the Queen'." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 7 aprile 2016)
"Piacerà al pubblico femminile che da 70 anni segue le vicende della sovrana più longeva della storia e non vedeva l'ora di vederla rappresentata in maniera simpatica dal cinema (nemmeno nell'ottimo 'The Queen' Elizabeth usciva dal suo cliché di ghiacciolo in ermellino). Raffigurata dalla dolce solare Sarah Gadon, Lillibet (soprannome della sovrana da teenager) è un concentrato della 'Cenerentola' di Disney , della Audrey Hepburn di 'Vacanze romane' e di Anne Hathaway in un paio di favole principesche. E ha un'ottima spalla (una spalla che ruba spesso la scena) in Bel Powley (ma dove l'abbiamo vista prima?) un demonietto che lascia ben intendere che per Margaret le trasgressioni non sarebbero finite quella notte. Resta il pubblico maschile che non è precisamente il target di un'opera del genere, ma che uscirà dalla visione certamente meno insofferente che in altre occasioni principesche (le biografie di Grace Kelly e Lady Diana). Perché a raccontare Lillibet si sono messi professionisti più validi, puntuali e soprattutto convinti dei predecessori. L'intento è chiaramente celebrativo (tra pochi giorni Elisabetta tocca i novanta) però la misura, l'eleganza, l'umorismo con cui sanno celebrare i cinematografari britannici è anche qui superiore a ogni elogio. La messinscena è forbita, i ritmi (è il caso di dirlo ) danzanti, la recitazione impeccabile (se si eccettua un Rupert Everett fuori parte come re Giorgio e assurdamente intonacato). E non è da trascurare qualche punta non banale della sceneggiatura di Trevor De Silva e Kevin Hood." (Giorgio Carbone, 'Libero', 7 aprile 2016)
"Che piacevole sorpresa questa sorta di favola in costume d'epoca basata su un'idea, per certi versi, geniale. Avete presente quel filone dove rientrano film come 'Mamma che notte!' o 'Tutto quella notte', pellicole dove si raccontano le traversie, di solito notturne, di protagonisti ai quali capita di tutto? Ecco, usate il genere e prendete come malcapitate nientemeno che Elizabeth e Margaret d'Inghilterra. Il risultato è eccezionale. Il film, infatti, prende spunto da un fatto vero, trasformandolo però in una commedia irresistibile. (...) grazie ad una sceneggiatura brillante, creativa, con spunti patriottici, che sembra arrivare direttamente dagli anni 50, il risultato è spassoso. Merito anche di un cast particolarmente ispirato, dove spicca una bravissima Bel Powley, davvero efficace nel rendere incosciente e pasticciona la turbolenta Margaret, faticosamente tenuta a bada da Sarah Gadon convincente Elisabetta. Certo, bisogna passare sopra a qualche ingenuità, ma la media delle risate è certamente superiore a tante commedie nostrane che vengono generosamente considerate d'autore." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 7 aprile 2016)
"Julian Jarrold confeziona una frizzante avventura urbana ricca di equivoci sulla scia delle commedie anni 40, tipo 'Vacanze romane' di William Wyler, o fiabe disneyane ('Frozen' e 'Il cacciatore e la regina di ghiaccio') e al teatro, mescolando realtà e finzione, divertendosi a immaginare cosa sarebbe accaduto se le principesse fossero riuscite a lasciare il Ritz per pendersi tra le strade di Londra." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 8 aprile 2016)
"(...) i produttori del film (...) sono specializzati da anni in storie che mescolano sempre fatti realmente accaduti a personaggi storici con elementi di finzione, a cominciare da 'Mrs. Brown - La mia Regina' (sulla Regina Vittoria). Così si sono rivolti a un noto regista televisivo, Julian Jarrold, che con il sostegno di una sceneggiatura scritta da Trevor De Silva e da Kevin Hood, due fidati della Ecosse Films, ha inventato tutti gli elementi di quella notte mitica riservando ovviamente, la parte migliore a Elizabeth (...). Tutto sempre molto piacevole e originale anche quando si citano esplicitamente 'Vacanze Romane' e Gregory Peck. Al posto di Audrey Hepburn in quel film qui ha spazio il visetto gentile e composto di Sarah Gadon (...). Re Giorgio VI è Rupert Everett, che è bravo e degno, ma non supera il divo Colin Firth (...) ne 'Il Discorso del Re'." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 11 aprile 2016)