Una famiglia benestante composta del padre, piuttosto balzano e smemorato, dalla madre tutta presa da idee megalomani e da cinque figlie - tre delle quali si dedicano al canto, una è innamorata, senza averlo mai visto, di un cantante della radio e l'altra ospita in casa tutti i bambini abbandonati che incontra per strada - pone a durissima prova la pazienza del maggiordomo che deve in qualche modo regolare la sregolatissima esistenza di tante teste bizzarre. Per un curioso equivoco il cantante della radio, che è stato invitato dalla ragazza innamorata, si incontra invece con la benefattrice dei piccoli abbandonati, mentre il pittore affamato, invitato da quest'ultima, si incontra con l'altra. Gli incidenti che derivano da questo scambio di persone, aggravati dallle stramberie delle altre sorelle e dei genitori, finiscono per far arrivare tutti i componemti della famiglia alla sede dell'E.I.A.R., dove improvviseranno un programma molto riuscito. La storia si chiude con il matrimonio delle due figlie più grandi.
SCHEDA FILM
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Attori: Armando Falconi - Comm. Giovanni Bartolla, Sergio Tofano - Maggiordomo, Alberto Rabagliati - Cantante Radio, Maria Mercader - Edvige, Thea Prandi - Nerina, Wilma Mangini - Malvina, Clely Fiamma - Anna, Isa Bellini - Marina, Arturo Bragaglia - Il Parente Povero, Stefano Sibaldi - Il Regista, Paolo Stoppa, Pippo Barzizza, Nunzio Filogamo, Ermanno Roveri, Calisto Bertramo
Soggetto: Cesare Zavattini
Sceneggiatura: Cesare Zavattini
Fotografia: Anchise Brizzi
Musiche: Cesare A. Bixio, Luigi Pagano, Giovanni D'Anzi
Montaggio: Ines Donarelli
Scenografia: Guido Fiorini
Altri titoli:
L'UCCELLINO HA FAMIGLIA
Durata: 75
Colore: B/N
Genere: FARSESCO COMMEDIA
Produzione: GIUSEPPE AMATO PER LA E.I.A.
Distribuzione: EIA
NOTE
ALLA SCENEGGIATURA HA COLLABORATO, NON ACCREDITATO, ALDO DE BENEDETTI.
LE TRE FIGLIE CANTERINE COSTITUISCONO IL"TRIO PRIMAVERA".
PIPPO BARZIZZA PARTECIPA CON LA SUA ORCHESTRA.
CRITICA
"E' uno di quei film pieni di trovate, di movimento, di buon umore e infine di dolce pazzia, che lì per lì ti conquistano e magari ti divertono ma poi, ripensandoci a mente calma, ti lasciano un tantino delusi e imbarazzati a darne un giudizio qualsiasi. Zavattini che lo ha immaginato fa come sempre onore alla sua fama di estrosissimo "fumista" al quale piacciono le situazioni più perigliose, gli acrobatismi più difficili. Ma all'estro di Zavattini, alla sua spericolata malizia e irritatissima invettiva, avrebbero dovuto corrispondere almeno l'estro e la malizia del regista." ( A. Franci, "Illustrazione Italiana", n.2, 12/1/1941)