L'ambizione, l'ansia di salire nella scala dei valori sociali, il desiderio di guadagno, sono le note personali di Ettore Zambrini. A Bologna egli vorrebbe far fortuna, e non contento di possedere una piccola azienda di prodotti tessili, imposta con audacia un grandioso stabilimento mentre è già finanziariamente allo scoperto. Anche con Luciana, il suo atteggiamento è stato di egoistico possesso, con la conseguente separazione di fatto ed il tradimento della moglie con uno studente. Quando Luciana accetta di tornare da lui, Ettore è nel pieno della crisi finanziaria, che lo costringe ad arrabattarsi. Contemporaneamente l'agitato industriale scopre l'identità dell'amante di Luciana. Con ferocia si libera dell'avversario e con altrettanta violenza aggredisce gli affari. Un anno dopo lo troviamo insieme all'impellicciata Luciana presso la nuova fabbrica dove troneggia il suo nome.
SCHEDA FILM
Regia: Giuliano Montaldo
Attori: Renato Salvatori - Ettore Zambrini, Norma Bengell - Luciana Zambrini, Antonio Segurini - Marco, Giuliano Montaldo, Celso Fava, Bereno Bartolini, Vito Cipolla, Antonio Domenighini, Dino Fontanesi, Marina Malfatti, Enrico Rame, Gino Agostini, Raffaele Triggia, Alberto Mesi, Umberto Juli, Luciano Serra, Loris Serra, Primo Baratella, Iginio Marchesini
Soggetto: Giuliani G. De Negri, Armando Crispino, Lucio Manlio Battistrada
Sceneggiatura: Giuliano Montaldo, Lucio Manlio Battistrada
Fotografia: Erico Menczer
Musiche: Piero Umiliani
Montaggio: Attilio Vincioni
Scenografia: Hanzin Axerio
Costumi: Lina Nerli Taviani
Durata: 100
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: GIULIANI G. DE NEGRI PER AGER FILM, CLODIO CINEMATOGRAFICA
Distribuzione: REGIONALE - CIDIF
NOTE
- PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA DEL FESTIVAL DI BERLINO (1964).
- LE MUSICHE SONO ESEGUITE DAL COMPLESSO DI GATO BARBIERI.
CRITICA
" Il grande merito di Montaldo è di averci dato un personaggio per così dire di puro comportamento, senza quasi residui ideologici o psicologici, fine a se stesso. Montaldo è un regista realista, di un realismo serrato ed aderente, imparziale e privo di retorica che un poco ricorda quello del primo Rossellini". (Alberto Moravia, "L'Espresso", agosto 1965).