Nels Coxman, un uomo semplice, fiero di essere un diligente cittadino della sua sfavillante città nel Colorado dove ha vinto il premio dell'anno per il suo impegno nel suo lavoro di spazzaneve. Improvvisamente, la sua vita viene sconvolta quando il figlio viene ucciso da un potente boss della droga locale soprannominato il Vichingo. Alimentato dal bisogno di vendetta e armato con artiglieria pesante, questo improbabile eroe si propone di smantellare il cartello con estrema precisione, nel tentativo di arrivare al vertice della catena che ha ucciso suo figlio.
SCHEDA FILM
Regia: Hans Petter Moland
Attori: Liam Neeson - Nels Coxman, Tommy Bateman, Laura Dern, Tom Bateman - Vichingo, Julia Jones, Emmy Rossum
Sceneggiatura: Frank Baldwin
Musiche: George Fenton
Montaggio: Nicolaj Monberg
Scenografia: Jørgen Stangebye Larsen
Colore: C
Genere: THRILLER DRAMMATICO AZIONE
Produzione: PARADOX FILMS
Distribuzione: EAGLE PICTURES
Data uscita: 2019-02-21
TRAILER
CRITICA
"Le sue recenti confessioni di giustiziere della notte possono lasciare perplessi, però deve essere in grazia di questa implosa vena di violenza che Liam Neeson risulta una figura di vendicatore tanto convincente; e non è un caso che Hans Petter Moland lo abbia scelto per la versione americana del suo thriller In ordine di sparizione. Passando dalla cornice norvegese al paesaggio altrettanto polare della stazione sciistica di Kehoe, Colorado. (...) Spazzando vite con l'implacabile indifferenza con cui spazza la neve, Neeson si intona fino a un certo punto al registro di surreale ironia del film, ma la sua forza scenica è indiscutibile." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 21 febbraio 2019)
"'Un uomo tranquillo', il titolo del nuovo film col rude Liam Neeson (...) Nell'ambientazione alla 'Fargo' e 'Wind river' il film però non trova mai una novità, è tutto già visto almeno cento volte e Liam Neeson non ha proprio una espressività prensile. Come nella saga di Taken, manca qualunque psicologia nella trafila della storia e la cornice (titolo originale 'Cold pursuit'), che nel primo film diventava protagonista, qui è bianca patinata come la settimana bianca natalizia più costosa che ci sia sul mercato, cosicché tutto rischia spesso di essere quasi una parodia." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 21 febbraio 2019)
"In America, il debutto non è stato dei più positivi, peggior incasso, dal 2010 ad oggi, di un film interpretato da Liam Neeson. A penalizzare il box office, le polemiche, costruite ad arte, su una presunta frase razzista (ne ha scritto, ottimamente, il nostro Felice Manti, qualche giorno fa, sul Giornale) detta spontaneamente da Neeson, durante un' intervista, a proposito della vendetta. (...) Liam Neeson, uno che ha costruito parte della sua carriera sui revenge movie. (...) Una pellicola particolare, che ricorda, per certi versi e fatte le debite proporzioni, Tarantino. Ogni personaggio è caratterizzato con umorismo nero. Il boss, ad esempio, è alle prese con l'ex moglie e un figlio bullizzato. Due suoi scagnozzi si amano segretamente e ci sono pure i nativi americani a rivaleggiare per smerciare droga. Due ore che volano, tra sorrisi, sangue, vendette, faide familiari. Una trama curiosa, a volte spiazzante, perfetta per intrattenere. Astenersi stomaci deboli." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 21 febbraio 2019)
"(...) «Alcuni portano la felicità ovunque vadano, altri quando se ne vanno». L'aforisma è di Oscar Wilde, uno dei suoi tanti e rinomati. Hans Petter Moland, cineasta norvegese sveglio e preparato, lo mette in testa al remake americanizzato di un suo stesso film, spostandolo dai ghiacci del Nordeuropa a quelli del Colorado senza intaccarne lo spirito un po' diabolico col quale mette in fila un imprecisato numero di cadaveri, turbinanti come la neve nei paraggi di Denver. (...), inzuppato di humour nero nell'inesausta sottrazione dei suoi personaggi." (Claudio Trionfera, 'Il Messaggero', 21 febbraio 2019)
"Sono dieci anni, dai tempi del primo 'Taken', che Liam Neeson si è assunto il personaggio del vendicatore solitario, un tempo appartenuto a Charles Bronson, in una serie di film più o meno uguali. Ha scelto il momento più sbagliato, nei giorni scorsi, per abbandonarsi a dichiarazioni razziste da aspirante giustiziere: perché 'Un uomo tranquillo', remake dell'ottimo 'In ordine di sparizione' del norvegese Hans Petter Moland (diretto dallo stesso regista), più che una prosecuzione del filone ne è la parodia. (...) La chiave della parodia non consiste nel negare i paradigmi violenti del thriller: ma nel gonfiarli fino all'iperbole, demolendoli con l'ironia." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 21 febbraio 2019)