Alfie Byrne associa alla professione di bigliettaio a Dublino la passione per teatro: il suo idolo è Oscar Wilde, di cui recita agli affezionati passeggeri ampi stralci drammatici. La presenza della nuova, giovane e graziosa passeggera Adele Rice lo esalta a tal punto da pensare all'allestimento teatrale di "Salomè", le cui prove inizia, ingannando il parroco, nel teatrino di Santa Imelda. Attori sono i suoi passeggeri, ma il macellaio Carney, che dovrebbe impersonare Erode, letto il copione si rifiuta di recitare ed allerta la congregazione, di cui fa parte, ed il parroco affinché cessi lo scandalo. L'amico Baldy, vedovo, avvisa Alfie del pericolo e lo esorta a tener duro. La sorella di Alfie, Lily, invita Alice a casa nella speranza che il fratello si interessi a lei, ma lei ha un fidanzato ed Alfie è segretamente e platonicamente innamorato di Robbie Fay, l'autista dell'autobus, che lui chiama Bosie come il giovane lord amato da Wilde. Quando Alfie, sconvolto dall'improvvisa crisi di Alice alle prove la raggiunge e la trova a letto con il suo fidanzato, ha un attimo di smarrimento. Poi vedendo l'amato Robbie baciare la sua "donna", decide di consolarsi con un gay avvicinato in un locale: ma questi lo picchia e lo deruba. Un poliziotto accompagna il contuso Alfie a casa: lo scandalo così si manifesta. La sorella, visto che non ha mai ceduto a pratiche illecite, finisce per capirlo, ma l'ispettore Carson lo sbeffeggia annunciandogli il trasferimento di Robbie. Carney vorrebbe che lasciasse perdere e il lavoro e il dramma, ma i passeggeri lo sostengono. Poco dopo Robbie appare, nella sala teatrale deserta, rinnovandogli la sua comprensione ed amicizia. Anche se "Salomè" non si farà, il suo gesto conforta Alfie, che convince l'amico a leggere i versi dell'amato Wilde.
SCHEDA FILM
Regia: Suri Krishnamma
Attori: Albert Finney - Alfie Byrne, Brenda Fricker - Lily Byrne, Michael Gambon - Mr. Carney, Il Macellaio, Tara Fitzgerald - Adele Rice, Rufus Sewell - Robbie Fay, Patrick Malahilde - Ispettore Carson, David Patrick Kelly - Baldy, Mick Lally - Padre Ignatius Lally, Anna Manahan - Mrs. Grace, Joe Pilkington - Ernie Lally
Soggetto: Barry Devlin
Sceneggiatura: Barry Devlin
Fotografia: Ashley Rowe
Musiche: Julian Nott
Montaggio: David Freeman (II)
Scenografia: Jamie Leonard
Costumi: Phoebe De Gaye
Durata: 99
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: JONATHAN CAVENDISH
Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (1995) - PANARECORD, RCS FILMS & TV
CRITICA
"Il film nasce dal desiderio del produttore Cavendish di rendere un omaggio cinematografico a Oscar Wilde senza però farne una fedele biografia, ma trasponendo alcuni riferimenti in una storia moderna. Il protagonista chiama il giovane amico 'Bosie', soprannome di Alfred Douglas, un giovane Lord che fu amante di Wilde (a causa di questa relazione il poeta passò due anni in prigione). Ma Alfie non ha la scaltrezza di Oscar Wilde, è un uomo ingenuo, fiducioso, non crede alle chiacchiere malevole sul conto della sua principessa Salomé, perché non ritiene che tanta bellezza e candore possano essere contaminati. È un puro, un vero innocente e anche quando decide di sbarazzarsi delle sue tentazioni cedendovi, il suo coraggio, la sua determinazione non bastano. Si scontra con un mondo che non lo corrisponde e finisce malmenato." (Maria Pia Pagliarecci, 'Attualità Cinematografiche')
"Un ennesimo film sulle passioni omoerotiche, dunque, ma con un gusto rètro che spiega il pudore con cui l'argomento viene trattato. Peccato però che il film, come il protagonista sia così reticente per un buon tratto nell'abbordare il suo tema centrale, che soltanto nella seconda metà ha la sua giusta rilevanza. Contrapponendo l'innocenza di Alfred alle piccole meschinità del mondo in cui vive 'Un uomo senza importanza' dichiara, com'è costume di questo tipo di film, la sua tendenziosità e il suo piccolo messaggio liberatorio. Ma il film è soprattutto l'occasione per una interpretazione a tutto tondo, un po' gigionesca come la parte richiede: e Albert Finney vi campeggia come si deve, tirando spesso l'applauso in un cast che non è da meno." (Vittorio Attolini, 'La Gazzetta del Mezzogiorno', 5 Giugno 1995)