Nell'estate del 1933 a Filadelfia il dodicenne Gennaro sente per strada l'annuncio dell'apertura per quella sera di un cinema con l'aria condizionata e comincia a darsi da fare per trovare i 25 centesimi del biglietto. La madre, impegnata a mandare avanti la famiglia, non può aiutarlo. Potrebbe darglieli il nonno, che però glieli ha promessi solo dopo la sua morte. Gira allora per il quartiere alla ricerca di lavoretti occasionali e va incontro a strane, impreviste avventure. Torna a casa, proprio quando il nonno, colpito da infarto, sente di essere in fin di vita. Chiede al nipote di fargli un grosso piacere e per ricompensa gli promette il denaro. Assolto il compito, Gennaro corre al cinema, ma è in ritardo e, a spettacolo iniziato, il prezzo del biglietto raddoppia. Torna di nuovo a casa, e il nonno, ormai prossimo a morire, gli fa il dono degli altri 25 centesimi e lo esorta a non smettere mai di desiderare. Gennaro lo abbraccia nell'ultimo momento di vita e poi si precipita di nuovo al cinema, dove finalmente riesce ad entrare.
SCHEDA FILM
Regia: James Foley
Attori: Al Pacino - Nonno Gaetano, Mary Elizabeth Mastrantonio - Luisa Spirito, Jerry Barone - Gennaro Spirito, Patrick Borriello - Tullio, Joe Grifasi - Joe, Joanna Merlin - Guendolina, Andy Romano - Dottor Bruna, Mary Loy Rosato - Zia Carmela, Jayne Haynes, Rosemary De Angelis, Rik Colitti, Ron McLarty, Donna Mitchell
Soggetto: Joseph Stefano
Sceneggiatura: Joseph Stefano
Fotografia: Juan Ruiz Anchía
Musiche: Carter Burwell
Montaggio: Howard E. Smith
Scenografia: Jane Musky
Arredamento: Robert J. Franco
Costumi: Claudia Brown
Altri titoli:
A Day to Remember
Durata: 87
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: SCOPE
Produzione: ARTHUR COHN PER CONNEXION FILM PRODUCTIONS, MIRAMAX FILMS
Distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1996) - CECCHI GORI HOME VIDEO
NOTE
- GIRATO A PHILADELPHIA IN PENNSYLVANIA (USA).
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1996
CRITICA
"Racconto intimista, crepuscolare, bella fotografia, suadenti atmosfere, scene paleo-cittadine di logorio della vita moderna. Ma 'Una giornata da ricordare' rimane un film, non certo da dimenticare, ma che non lascia traccia indelebile. Battuta su battuta, occhiata su occhiata, convenzione su convenzione, Foley racconta la family life con la saggia e povera mamma (Mary Elizabeth Mastrantonio è come sempre sensibile), vista negli occhi del ragazzino on the road, cui capitano cose curiose come assistere al suicidio d'una donna tentata dal demone sessuale o imboccare una vecchia signora che il nonno ha offeso in gioventù. Il minorenne Gerlando Barone vive con naturalezza stupita la sua adolescenza, Pacino si lancia in una caratterizzazione mattatoriale sproporzionata al film." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 12 Giugno 1997)
"Nel corso di tutto il film Pacino brontola affettuosamente e ricorda il passato minacciando, di continuo, la propria dipartita; il ragazzino, invece, si arrabatta per racimolare il quarto di dollaro necessario per il biglietto d'ingresso. Cinema e vita si fondono con molti ingredienti retorici nel film di James Foley ('L'ultimo appello') intasato di belle immagini soffuse, di luoghi comuni triti e ritriti sulla comunità degli italoamericani, di una tonalità rossastra nostalgica e di un fastidioso immaginario old style." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 19 Luglio 1997)
"'Questo dramma è un ricordo' potrebbe ripetere l'autore del copione Joseph Stefano, con le parole del protagonista di 'Zoo di vetro' di Williams: lo scrittore rievoca infatti una giornata particolare della sua infanzia. Siamo a South Philadelphia nel '33 e la scena è dominata da Al Pacino truccato da vecchio per impersonare un patriarca oriundo italiano che sembra la versione buona del 'Padrino' di Marlon Brando. (...) Il sommesso succedersi degli eventi in chiave intimista non riesce a suscitare un particolare interesse: e se la messinscena è decorosa e gli interpreti sono rispettabili (soprattutto Mary Elizabeth Mastrantonio nella parte della madre) il piccolo Barone non sembra destinato all'albo d'oro dei minorenni di Hollywood." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 4 Giugno 1997)