Quattro ragazze di diciassette anni, belle, ricche e viziate, passano il loro tempo libero dalla scuola, tra shopping di lusso, ragazzi e feste in locali esclusivi. La loro vita scorre all'insegna della superficialità, senza nessuna attenzione per coloro che le circondano, siano essi genitori, insegnanti o amici. A guidare il gruppo è Elena, la più intelligente, sicura e affascinante, che esercita un forte ascendente sulle altre. Tuttavia, l'incontro di Elena con un nuovo insegnante, Mario Landi, sconvolgerà completamente la vita della ragazza.
SCHEDA FILM
Regia: Matteo Rovere
Attori: Chiara Chiti - Elena Chiantini, Nadir Caselli - Alice Paoletti, Desirée Noferini - Michela Ricasoli, Filippo Nigro - Mario Landi, Valentina Carnelutti - Serena Landi, Stefano Santospago - Lorenzo Chiantini, Giorgio Corcos - Carlo, Valeria Milillo - Matilde Chiantini, Franco Olivero - Giulio Cerulli, Elisabetta Piccolomini - Patrizia Cerulli, Tommaso Ramenghi - Fabrizio, Chiara Martegiani - Giovanna, Chiara Paoli - Livia Cerulli, Diana Albo - Simona, Eleonora Ceci - Ludovica, Daniela Fontani - Daniela, Cecilia Carponi - Martina, Pietro Matteucci - Gianluca, Lorenzo Fiuzzi - Luca, Federico Felicissimo - Federico Landi
Soggetto: Andrea Cotti - romanzo
Sceneggiatura: Teresa Ciabatti, Andrea Cotti, Sandrone Dazieri, Matteo Rovere
Fotografia: Arnaldo Catinari
Musiche: Andrea Farri
Montaggio: Claudio Di Mauro
Scenografia: Eugenia F. di Napoli
Costumi: Monica Celeste
Effetti: Rodolfo Migliari
Suono: Roberto Sestito
Durata: 95
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Tratto da: liberamente tratto dal romanzo omonimo di Andrea Cotti (ed. Colorado Noir, 2005)
Produzione: MAURIZIO TOTTI PER RAI CINEMA E COLORADO FILM
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
Data uscita: 2008-11-07
TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (III EDIZIONE, 2008).
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 21 OTTOBRE 2008 AVEVA DECRETATO IL DIVIETO AI MINORI DI 18 ANNI. SUCCESSIVAMENTE E' STATO ABBASSATO AI 14.
CRITICA
"Assurdamente vietato ai minori, quando sono gli adolescenti i destinatari del film, preceduto da un tam-tam fin troppo lusinghiero, 'Un gioco da ragazze' di Matteo Rovere è il film-da-dibattito ideale. Tema forte, personaggi estremi, regia efficace ma senza sfumature, ovvero succube dei personaggi e dei loro eccessi. Il problema naturalmente non è la realtà. Il problema è la rappresentazione. Possiamo accettare un quadro così fosco e insieme così piatto? Non si tratta di negare la verosimiglianza, ma di esigere che il film sia all'altezza del soggetto, e non si limiti a squadernarne i lati più sensazionali. A Matteo Rovere non chiediamo di essere Gus Van Sant (che cita e ama) fin dal suo esordio. Ma gli chiediamo almeno di provarci, di cercare uno sguardo scomodo e tagliente quanto il mondo che racconta. Se non vuole esserne paradossalmente schiacciato." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 ottobre 2008)
"Quando 'Thirteen' di Catherine Hardwicke incontra 'Funny Games' di Michael Haneke, abbiamo 'Un gioco da ragazze'. O almeno queste devono essere state le intenzioni della Colorado Film di Maurizio Totti quando ha deciso di trarre un film dal romanzo omonimo di Andrea Cotti edito dalla casa editrice Colorado noir. Dopo qualche vicissitudine iniziale l'opera è finita in mano all'esordiente Matteo Rovere, 25 anni, ottimo cortista e mano da regista di razza. Ne è uscito un film discontinuo, irrisolto ma interessante. (...) Niente di originale, a leggere i fatti di cronaca degli ultimi anni, ma il film lo si è scritto ben prima che gli adulti scoprissero il piccolo inferno della nuova adolescenza su youtube o giornali dalle inchieste sempre più pruriginose. (...) Il film di Rovere va visto. Soprattutto dagli adolescenti, giudici che potranno contestarlo o approvarlo a ragion veduta. Pur con molti limiti (e una seconda parte sostanzialmente sbagliata) comunque rappresenta qualcosa di diverso e (abbastanza) coraggioso. Qualità che in Italia non sono mai molto apprezzate." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 26 ottobre 2008)
"Il regista Matteo Rovere, che ha il raro privilegio di debuttare a 25 anni, suggerisce risvolti psico-sociologici: ma basterebbe il confronto con un discreto film del 2003, 'Thirteen - 13 anni'. (...) Qui,, però, via il romanzo omonimo di Andrea Cotti e la script del giallista Sandrone Dazieri e di Teresa Ciabatti, si scivola dal taglio epocale-moraleggiante al melodramma, con fatto di sangue tipo 'Porta a Porta'. Dove non c'è un solo personaggio che dimostri un grammo di intelligenza." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 7 novembre 2008)
"Poi, però, qualcosa si inceppa, forse la giovane età del regista avrebbe richiesto maggior guida, perché non è sprovvisto di talento, o forse l'intenzione di realizzare qualcosa di forte in contrapposizione ai lucchetti di zucchero ha stravolto tutto. Resta il fatto che la vicenda si sminuisce, complice anche una sceneggiatura sfilacciata, dove il sottotesto non funziona (la richiesta di denaro dell'industriale e i genitori in generale), la seduzione adolescenziale sconfina nel grottesco e la materia da incandescente diventa riscaldata, minestrina. A salvarsi sono le tre ragazze che mostrano una discreta presenza scenica (Chiara Chiti, Desirée Noferini, Nadir Caselli), mentre il personaggio dell'insegnante, interpretato da Filippo Nigro, non arriva alla sufficienza." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 7 novembre 2008)
"Con 'Un gioco da ragazze', se non si piange, alla fine si ride: nella polarizzazione dei temperamenti - generoso e ingenuo lui; meschine e sfrontate loro - affiora l'umorismo migliore: quello involontario." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 7 novembre 2008)