Abbandonato dalla moglie Carla, una pianista spagnola forse morta suicida, il giornalista Guido si reca in Svizzera per togliere la figlia ormai sedicenne dal collegio snob nel quale è stata così a lungo. Essendo padre e figlia entrambi affetti da leggere malattie - una sciatica e una fastidiosa influenza - i due si fermano all'Hotel Victoria di Lugano. Maria Luisa, detta Mimmina, trovandosi finalmente sola con il padre a lungo vagheggiato, riversa su di lui la sua voglia di amare e di essere amata; ma, con un misto di innocenza e di perversione, l'adolescente non s'avvede del disagio in cui mette il padre con il suo assedio continuo e con le sue esibizioni morbose. Della cosa si avvedono gli inservienti dell'albergo, che mormorano, e anche il buon dr. Vanetti, un saggio padre di famiglia che propone alla ragazza una vacanza sulla riviera ligure. Nel frattempo, però, giunge all'albergo Thérèse, l'amica di Mimmina la quale non tarda a divenire l'amante di Guido. Mimmina a sua volta nota subito questa relazione e ne rimane profondamente offesa. Mentre Guido accompagna Thérèse alla stazione la figlia tenta il suicidio. Morirà?
SCHEDA FILM
Regia: Florestano Vancini
Attori: Franco Nero - Guido, Dalila Di Lazzaro - Thérèse, Lara Wendel - Mimmina, Carlo Bagno - Dr. Vanetti, Felicita Monfrone - Eugenia, cameriera hotel, Silvio Pascoletti - Fattorino hotel
Soggetto: Guido Morselli - romanzo
Sceneggiatura: Lucio Manlio Battistrada, Fiorenzo Mancini, Florestano Vancini
Fotografia: Alfio Contini
Musiche: Riz Ortolani
Montaggio: Nino Baragli
Scenografia: Fiorenzo Senese
Costumi: Fiorenzo Senese
Durata: 104
Colore: C
Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO
Specifiche tecniche: COLORE - PANORAMICO
Tratto da: romanzo postumo di Guido Morselli (ed. Adelphi)
Produzione: GIANNI MINERVINI E ANTONIO AVATI PER LA A.M.A. FILM CON U.T.I. PRODUZIONI ASSOCIATE
Distribuzione: VARIETY - MARTINO (1979) - DOMOVIDEO
CRITICA
"Esplicito omaggio alla memoria dello scrittore Morselli e apologo sulla difficoltà di capirsi tra generazioni diverse, il film sfiora il tema dell'incesto con pudore ed eleganza formale, in un gradevole intreccio di commedia e tragedia." (Giovanni Grazzini, "Corriere della Sera", 1 settembre 1979)