Nei primi dell'800, Felicita è una contadinella semplice che, perduto il padre per un incidente di lavoro, va a servizio sola in una grossa fattoria. Teodoro la corteggia, la fa innamorare, ma non riesce a vincerne le ritrosie, così l'abbandona. Passata a servizio della ricca vedova Obin, la serva si attacca ai figli di questa, Paolo e Virginia, e viene ferita nell'animo dalla partenza del primo e dalla morte per malattia della seconda. Ora il suo cuore segue Vittorio, il nipote marinaio che muore a Cuba. Nella casa vuota dell'ormai anziana, burbera e sola signora Obin, Felicita trova un amico nel pappagallo Lulu che, una volta morto, conserva impagliato. Anche la padrona muore e Paolo, da tempo sposatosi con una smorfiosetta che preferisce la città, vende tutto. Felicita, ormai anziana, vive di ricordi sino alla festa del Corpus Domini...
SCHEDA FILM
Regia: Giorgio Ferrara
Attori: Adriana Asti - Felicita, Joe Dallesandro - Teodoro, Tina Aumont - Virginia, Alida Valli - Signora Obin, Alberto Asti - Paolo, Alessandra Muscetta, Pierangelo Civera, Ugo Bologna, Elvira Cortese, Carlo De Mejo, Antonio Falsi, Fabio Fiorda, Germano Lombardi, Mario Maranzana, Alessandro Monti, Anna Muscetta, Sabina Muscetta, Jole Silvani, Leonardo Treviglio, Loris Zanchi, Filippo De Gara, Laura De Marchi
Soggetto: Gustave Flaubert - racconto
Sceneggiatura: Cesare Zavattini
Fotografia: Arturo Zavattini
Musiche: Franco Mannino
Montaggio: Roberto Perpignani
Scenografia: Gianni Silvestri
Arredamento: Gianni Silvestri
Costumi: Raimonda Gaetani
Altri titoli:
A Simple Heart
Durata: 95
Colore: C
Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM - EASTMANCOLOR
Tratto da: racconto omonimo di Gustave Flaubert (Ed. Mursia)
Produzione: NASHIRA
Distribuzione: ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICA
NOTE
- DAVID SPECIALE 1977 A GIORGIO FERRARA.
- GIRATO NEGLI STUDI DI CINECITTA'.
CRITICA
"Il film di Ferrara è quanto mai 'leggibile'. Si vuol dire che la scrittura del regista risulta corretta, l'interpretazione degli attori volonterosa. Siamo, insomma, davanti a un notevole sforzo nell'applicazione. E, tuttavia, 'Un Cuore Semplice' resta una trascrizione dei fatti, strappati dal loro traliccio, finiscono per significare poco." (Francesco Bolzoni, 'La Rivista del Cinematografo', aprile, 1977)