A Napoli, oggi, Nunziata, una ex prostituta, che attualmente gestisce una equivoca pensione, contigua ad una sala da ballo (diretta dall'amico Toto), riceve la visita di un malavitoso: è "Babà" Rocco, che è venuto a riscuotere del danaro e, nell'occasione, tenta di violentare la donna. Ma una mano invisibile impiomba lui e ferisce lei, che è svenuta e non ha visto in faccia l'assassino, il quale ha lasciato dietro di sé un particolare raccapricciante: una siringa infilata nei genitali di "Babà". Anche il capitano dei Carabinieri Passigli è convinto, alla pari di ogni altro, che Nunziata si è chiusa nel silenzio per paura e pensa bene di metterla in guardia: se l'assassino apprenderà che è viva, la farà fuori. Il padre di Rocco offre subito protezione alla donna, egli vuole scoprire il criminale, anche se è un vecchio cieco, però capo di una potente "famiglia" della camorra - chiamato "O' Guaglione" - ma neppure a lui Nunziata è in grado di svelare alcunché. Tuttavia, l'assassinio di "Babà" non è che il primo di una serie: altri camorristi cadono uccisi e tutti secondo lo stesso terribile rituale proprio in coincidenza con l'arrivo in città di una grossa partita di droga, spedita da Hong Kong. Nunziata è continuamente assillata, blandita (e al caso posseduta) da Frankie Acquasanta, suo ex-amante ancora innamorato di lei, che non crede affatto alla storia dell'ignoto delinquente, mentre è sicuro che la donna aveva un amante proprio in colui che è stato ucciso per primo. Acquasanta è immerso fino al collo nel traffico della droga. Nel settore, però, opera un "boss" ancora più potente: è "O Tango", ricercato dalla polizia, che peraltro vive nascosto proprio a Napoli, circondato in lussuosa dimora da una vera tribù di donne. E questo tizio fa rapire Nunziata, nell'intento di farla parlare, poiché ormai i delitti rischiano di far saltare organizzazioni ed interessi enormi. Puglisi con i suoi carabinieri irrompono nel rifugio del "boss", ma "O Tango" viene ucciso quasi sotto i loro occhi. Poi, inaspettatamente, anche "Pummarurella" - il figlio appena decenne di Nunziata - viene travolto nel giro dei piccoli consumatori di droga, gestito da spacciatori non molto più grandi di loro. Aiutata dal ballerino Toto, che ama Nunziata, questa recupera in tempo il ragazzino (mentre Toto muore pugnalato) e a questo punto - tra canzoni di lacerante mestizia, colpi di rivoltella e confessioni varie - la verità viene a galla: la cantante Carmela (moglie di un costruttore edile, socio di Acquasanta nei suoi ignobili traffici) è a capo di un gruppo di coraggiose madri napoletane, che, avendo perduto i propri bambini a causa e per colpa della droga, ha da tempo deciso di farsi giustizia da sè, eliminando uno dopo l'altro i "boss" implicati nel losco commercio. Ne verrà fuori un processone, che vede in gabbia le madri vendicatrici, mentre i veri colpevoli a tutti i livelli sono gli uomini della città. In una furibonda lotta alla sommità della Galleria Umberto Primo, Acquasanta, che invano ha tentato di indurre Nunziata a sposarlo ed a fuggire con lui insieme al bambino, perde la vita precipitando al suolo. E Nunziata si unisce alle madri, per condividerne la rischiosa sorte.
SCHEDA FILM
Regia: Lina Wertmüller
Attori: Ángela Molina - Nunziata Perella, Harvey Keitel - Frankie Acquasanta, Francisco Rabal - Rocco, detto 'Guaglione', Daniel Ezrolow - Antonio Bonanno detto 'Totò', in arte 'Sofia', Muzzi Loffredo - Maria, Isa Danieli - Carmela D'Amore, Paolo Bonacelli - Michele Rocco, detto 'O' Tango', Raffaele Verità - 'Pimmariella' Perella, Elvio Porta - Capitano Puglisi, Tommaso Bianco - Bartolomeo Rocco, detto 'Babà', Sebastiano Nardone - Vittorio D'Amore, Annie Papa - Elena, Franco Angrisano - 'Terremoto', Lucio Amelio - Direttore 'ospedale, Mario Scarpetta - Rosario, coreografo, Piero Ammendola - 'O' Dimonio', Vittorio Squillante - Tony
Soggetto: Lina Wertmüller
Sceneggiatura: Lina Wertmüller, Elvio Porta
Fotografia: Giuseppe Lanci
Musiche: Tony Esposito
Montaggio: Luigi Zita
Scenografia: Enrico Job
Costumi: Benito Persico
Effetti: Giovanni Corridori
Suono: Fabio Ancillai
Altri titoli:
Camorra (A Story of Streets, Women and Crime)
Camorra: The Naples Connection
Camorra: contacto en Nápoles
Camorra
Durata: 109
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Produzione: ITALIAN INTERNATIONAL FILM, CANNON TUSCHINKI
Distribuzione: D.L.F. DISTRIBUZIONE LANCIAMENTO FILM (1986) - MULTIVISION, DOMOVIDEO, SKORPION ENTERTAINMENT
NOTE
- PREMIO DAVID DI DONATELLO 1986 PER: MIGLIORE ATTRICE (ANGELA MOLINA), FOTOGRAFIA E SCENOGRAFIA.
- COREOGRAFIE: DANIEL EZROLOW.
CRITICA
"Brevi scene gustose permettono al film d'introdurre gli altri protagonisti, tutti preoccupati e intimoriti dal misterioso assassino: Frankie Acquasanta (Harvey Keitel) è un camorrista in ascesa dai metodi moderni forse amato da Nunziata; Memé Rocco, fratello dell' ucciso, con una casa da satrapo camuffata in un basso; Antonio Buonanno, ballerino, trepidamente attaccato a Nunziata e Isa Danieli che canta un motivo eletto a chiave del mistero. Alcune scene sono da ricordare, come la rievocazione di Frankie sul suo soggiorno americano, l'incontro tra il ballerino Antonio (Daniel Ezrolow) e Nunziata, l'inseguimento di Antonio a caccia di trafficanti di droga, la fuga e la caduta di Frankie in Galleria. E il mosaico si compone nella grande marcia finale delle madri napoletane in rivolta contro la droga, una sorta di cavalcata disperata (presa dalla cronaca vera) che fa risaltare di luce livida quel tanto di divertito che s'accompagnava ai toni da commedia iniziali. 'Un complicato intrigo', assume così un aspetto bifronte, amalgama le amenità del racconto giallo all'avvelenata denuncia finale. Fare un film che riesce a divertire inducendo anche a pensare è un risultato che può fare piacere ad una che i film 'li fa soprattutto per sé', come ama affermare la Wertmuller." (Alfio Cantelli, 'Il Giornale', 31 Gennaio 1986)
"Una Wertmuller in gran forma, come animata dal sacro fuoco dell'ispirazione, ha saputo trarre il miglior partito dagli interpreti stranieri, ben amalgamati e calati nella realtà napoletana, efficacemente doppiati in un napoletano spesso impervio: alle prese con un personaggio assai rischioso, la spagnola Angela Molina dà, forse, l'interpretazione più matura della sua breve ma intensa carriera mentre il suo compatriota Rabal imprime una gravità quasi sacrale alla figura di un vecchio padrino cieco. Sono altrettanto funzionali l'americano Harvey Keitel, guappo prepotente e fetente dagli occhi contrabbandieri, e il ballerino Daniel Ezrolow, di fascino ambiguo e di solari fattezze. Anche il reparto italiano non sfigura. Bisogna citare almeno Paolo Bonacelli, principe dei caratteristi, Isa Danieli, Muzzi Loffredo e lo scrittore Elvio Porta, che se la cava benissimo nei panni del commissario inquirente." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 1 Febbraio 1986)
"E così gli interpreti, piegati tutti, anche gli stranieri doppiati, a una parlata napoletana strettissima che si vorrebbe capir meglio ma che ha sempre, comunque, una sua meditata e precisa funzione timbrica e sonora. Citerò per prima Angela Molina, con una bellezza segnata e risentita, in equilibrio tra il furore e l'amore, Harvey Keitel, cinico fino alla disperazione (un cattivo carico di sfumature) Francisco Rabal, un camorrista quasi patetico di vecchia scuola, Paolo Bonacelli, la faccia nuova e senza più scrupoli della camorra attuale, e Isa Danieli, in funzione della 'Napoli che canta', ma su note cupe, senza chitarre e mandolini. C'è anche un esordiente americano, Daniel Ezrolow che balla e corre. Troppo e troppo a lungo. Ma la regista lo legittima facendone un simbolo della rivolta contro il male. Accettiamolo in questi limiti." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 25 Gennaio 1986)