Elizabeth ha il cuore spezzato per la fine di un amore. Decide quindi di lasciare New York e iniziare un viaggio attraverso l'America che la metterà in contatto con un universo di esistenze solitarie e tormentate che la accompagneranno nel suo intimo percorso per conoscere se stessa. Ad attendere il suo ritorno c'è Jeremy, proprietario di un piccolo ristorante, che ha sempre pronta per lei una torta di mirtilli.
SCHEDA FILM
Regia: Wong Kar Wai
Attori: Jude Law - Jeremy, Norah Jones - Elizabeth, Natalie Portman - Leslie, Rachel Weisz - Sue Lynne, David Strathairn - Arnie, Chan Marshall - Katjia, Ed Harris, Tim Roth
Soggetto: Wong Kar Wai
Sceneggiatura: Wong Kar Wai, Lawrence Block
Fotografia: Darius Khondji
Musiche: Ry Cooder
Montaggio: William Chang
Scenografia: William Chang
Costumi: Sharon Globerson, William Chang
Effetti: Lisa Reynolds, Nicholas Kay, Bob Shelley
Durata: 111
Colore: C
Genere: ROMANTICO
Specifiche tecniche: ARRICAM, 35 MM
Produzione: BLOCK 2 PICTURES, JET TONE PRODUCTION, LOU YI LTD., STUDIO CANAL
Distribuzione: BIM, DVD: BIM (2008)
Data uscita: 2008-03-28
NOTE
- FILM D'APERTURA AL 60MO FESTIVAL DI CANNES (2007).
CRITICA
"Ancora un girotondo dell'aspettarsi, perdersi, forse ritrovarsi. Gli stessi scenari della memoria sentimentale, le stesse immagini che non risolvono niente (che devono risolvere?) ma ti avvolgono come una canzone d'amore o un sogno malinconico e dolciastro. Garantisce il piacere della visione in sé, la magia feticistica dell'immagine. Nel suo inseguire ovunque le stesse combinazioni ha succhiato la lezione di Sergio Leone. Ma la sua dilatazione parossistica, figlia dell'estetica pubblicitaria, non ha lo stesso prepotente respiro." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 17 maggio 2007)
"Il primo film americano di Wong Kar Wai si apre con le immagini spiazzanti di una torta di mirtilli ripresa in primissimo piano, e la battuta è inevitabile. Sarà un caso, sarà un modo per esorcizzare la paura dell'avvenire, ma il 60mo festival di Cannes comincia dal dessert. In tutti i sensi, perché 'My Blueberry Nights' è un film perfettamente bifronte. Un occhio al passato e uno al futuro, la testa in Asia e i piedi in America, un cast zeppo di star e un'andatura sincopata, da film che cerca una forma anziché seguire una formula. E pazienza se non sempre la trova, tanto dopo 'In the mood for love' Wong Kar Wai può fare tutto, perfino ripetersi, purché lo faccia con stile e di stile qui ce n'è quasi troppo. (...) C'è un'eco di Paul Auster in questi baristi ostinati e romantici che conservano in un barattolo le chiavi lasciate dagli innamorati delusi nella speranza che i loro partner tornino a prendersele. O magari presentano il conto del marito appena morto all'ex-moglie per costringerla appunto a fare i conti con la sua figura. Ma è chiaro che stavolta Wong gioca fuori casa e i vagabondaggi di Norah Jones sono una specie di guida alla scoperta del paese più esplorato del mondo, gli Stati Uniti, che si rivela ancora incredibilmente pieno di cose mai viste. Anche se con la sua foto magnifica e con tutti i suoi virtuosismi di regia, 'My Blueberry Nights' finisce per ricordare non solo i film precedenti di Wong Kar Wai ma i suoi sofisticatissimi spot. Destino paradossale, ma non troppo, per un maestro di stile che rischia di vedersi retrocesso a stilista." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 maggio 2007)
"Come spesso accade, la notorietà e i premi hanno prodotto nel beniamino della Croisette una sorta di compiaciuto narcisismo e 'My Blueberry Nights', ideato e girato per la prima volta negli States, ha finito con lo sciorinare una versione patinata, globalizzata e manieristica delle tematiche care al suo innegabile talento. (...) Non è tanto in discussione il leitmotiv sentimentale spinto ai limiti del melò, quanto il semplicismo un po' meccanico della sceneggiatura (a cui ha collaborato il giallista Lawrence Block) e dello svolgimento che assomigliano al compitino di un bravo allievo deciso a rendere omaggio al maestro. (...) Al riaccendersi delle luci, si è portati a valutare i singoli blocchi anziché il film nella sua unità e nella sua interezza, un'operazione (purtroppo ricorrente) che fatalmente ne penalizza il peso specifico. Se la Jones appare solo diligente e misurata e Law troppo consapevole del suo fascino, per esempio, nessuno potrà trascurare l'eccezionale prova di Natalie Portman, ancora una volta in grado di far sprigionare dalle fattezze minute e sexy un'intensità psicologica da brividi. I suoi primissimi piani, come sospesi sul segreto dei pensieri, restano la cosa migliore di 'My Blueberry Nights', che affronta la sfida del concorso del Sessantennale con poche chance di imprimergli il marchio decisivo." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 17 maggio 2007)
"Catena di solitudini fra baretti e alberghetti, 'MyBlueberry Nights' è la versione gonfiata e americana di un cortometraggio a sfondo hongkonghese allegato al dvd di 'In the Mood for Love', altro film di Wong Kar-wai. Ma quel che reggeva cinque minuti non regge due ore. Il virtuosismo di Khondji non rende interessanti personaggi senz'arte né parte. Quanto agli interpreti, la cantante Norah Jones che esordisce recitando è abbastanza brava, ma certo non sostiene 'My Blueberry Nights' più di quanto un'altra esordiente attrice, Björk, sostenesse 'Dancer in the Dark' di Lars von Trier. Potrebbe essere un augurio: nel 2000 quel film ebbe la Palma d'oro. Il genere di 'My Blueberry Nights' è lo stesso dei non rimpianti 'Smoke', 'Clerks', 'Mosche da bar': sitcom, più che film, cumuli di parole su fatti interessanti solo per chi li ha vissuti, gente senza qualità. Ciò farà molto neorealismo o anche nouvelle vague, ma è l'opposto dello spettacolo, se non ci sono nella storia tensioni che rendano eccezionale il banale. E in 'My Blueberry Nights' non ci sono, sebbene Wong Kar-wai sia ricorso saggiamente a Lawrence Block, noto giallista, perché gli scrivesse i dialoghi. Solo che qui il giallo non c'è." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 17 maggio 2007)
"Girato completamente negli Stati Uniti e parlato in inglese, il film ha una struttura molto più lineare dei precedenti, ma possiede un'eguale raffinatezza e intensità visiva. Mai gratuita, però, se si pensa che le complicate inquadrature della prima parte del film, dove il direttore della fotografia Darius Khondji sembra abusare coi riflessi di scritte, luci, oggetti che sfumano l'immagine dei protagonisti, riescono alla fine nella scommessa di rendere sullo schermo quel velo che spesso annebbia gli occhi di chi piange. Proprio come succede agli innamorati disperati." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 17 maggio 2007)
"Nell'insieme 'My Blueberry Mights' ha qualcosa che non sarebbe mai potuto immaginare un un'opera di Wong Kar-wai: è banale. Naturalmente poi è il film d'un grande regista: e infatti il bacio all'inizio e alla fine tra Norah Jones e Jude Law ha una dolcezza, una finezza amorosa, uno slancio di tenerezza mai visti prima." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 17 maggio 2007)