Parigi, fine '800. Il sole è già alto quando Charles Swann viene svegliato delicatamente dal suo maggiordomo, si sottopone a una raffinata toelette, si veste con meticolosa cura e - accompagnato dall'amico barone de Charlus, un elegante libertino - si reca in carrozza dal duca di Guermantes, che, per la nota competenza d'arte di Swann, l'ha pregato di fargli la perizia di un quadro d'autore acquistato di recente. Mentre attraversano le sontuose sale di palazzo Guermantes, il duca ricorda a Swann le sue origini semitiche e lo ammonisce che, sposando Odette de Crècy, metterebbe in serio pericolo la propria posizione sociale. Da questa specie di prologo si snoda il racconto dell'amore di Swann per Odette, bella donna di mondo che gli è stata presentata ad un ricevimento, la quale dapprima lo incuriosisce, successivamente lo cattura sempre di più col suo fascino malioso, lo introduce nel salotto dei Verdurin - nobili "arrivati" di serie B - e infine lo ignora con raffinata determinazione, scatenandone la gelosia, fino a ridurlo a un nevrotico quanto vano inseguirla, sempre più maliziosamente sfuggente. Dopo di che, in una specie di epilogo, veniamo a conoscere che Swann l'ha sposata, ma non l'ama più, e si trova, invecchiato e distrutto, emarginato dal bel mondo che sdegna, a discorrere con Charlus, sulla panchina di un viale, del loro comune fallimento e della morte.
SCHEDA FILM
Regia: Volker Schlöndorff
Attori: Jeremy Irons - Charles Swann, Ornella Muti - Odette de Crecy, Alain Delon - Barone de Charlus, Fanny Ardant - Duchessa Oriane de Guermantes, Marie-Christine Barrault - Madame Verdurin, Anne Bennent - Chloe, Nathalie Juvet - Madame Cottard, Philippine Pascal - Madame Gallardon, Charlotte de Turckheim - Madame de Cambremer, Jean-François Balmer - Dottor Cottard, Jacques Boudet - Duca de Guermantes, Jean-Louis Richard - Signor Verdurin, Bruno Thost - Saniette, Jean Aurenche - Signor Vinteuil, Roland Topor - Biche, Nicolas Baby - Jew
Soggetto: Marcel Proust - romanzo
Sceneggiatura: Jean-Claude Carrière, Volker Schlöndorff, Marie-Hélène Estienne, Peter Brook
Fotografia: Sven Nykvist
Musiche: David Graham, Gerd Kuhr, Marcel Wengler, Hans Werner Henze
Montaggio: Françoise Bonnot
Scenografia: Jacques Saulnier
Arredamento: Philippe Turlure
Costumi: Yvonne Sassinot de Nesle
Altri titoli:
A Love of Swann
Eine Liebe von Swann
Swann in Love
Durata: 110
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, PANORAMICO
Tratto da: romanzo omonimo di Marcel Proust (Mondadori)
Produzione: GAUMONT/FR 3, LES FILMS DU LOSANGE (PARIS) - BIOSKOP FILM (MUNCHEN)
Distribuzione: TITANUS - DOMOVIDEO, GENERAL VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI
NOTE
- PREMIO CESAR 1985 PER LA MIGLIORE SCENOGRAFIA E I MIGLIORI COSTUMI.
CRITICA
"La recitazione è apprezzabile. Jeremy Irons è un sorprendente Swann, scavato, interiormente devastato e come consunto da una passione la quale, più ancora che desiderio sensitivo, appare misteriosa come un mal d'anima. Ornella Muti risulta discretamente calata nel personaggio di una Odette che 'senza essere intelligente ha il dono della naturalezza'. Ben caratterizzato da Alain Delon è pure il personaggio del barone de Charlus, vizioso, scanzonato e impertinente (sebbene quella rivista dei 'grooms' allineati sulla gradinata di palazzo Guermantes, 'immobili, scultorei, inutili' che l'attore compie alla ricerca dell'ambiguo amico di turno, rischi di rasentare il meccanismo marionettistico). Fanny Ardant impersona credibilmente l'altera e ostentatamente distaccata duchessa di Guermantes. La musica di Hans Werner Henze, infine, non richiama per nulla 'la piccola frase' della sonata di Vinteuil, complice, con l'orchidea cattleya, degli incontri amorosi di Swann con Odette, e alla quale Proust attribuisce l'incanto di rappresentare l'ardua sintesi dell''Amore di Swann', rendendone 'visibili' gli incanti e l''essenza'. In compenso è piena di suggestione la colonna dei suoni: il fruscio della seta, il trotto e l'ansimare dei cavalli, il tintinnare delle coppe di champagne... Ma occorre dire che - riletto Proust - si dimentica fatalmente il film." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 98, 1985)