Il giovane Enrico Merlo ha lasciato il collegio svizzero nel quale studiava, richiamato nella sua città dalla morte del padre. Cresciuto nell'affetto della madre, morta poi tragicamente, Enrico è sempre vissuto isolato dalla famiglia, lontano dal padre e dal fratello maggiore, Cesare il quale ha preso in mano l'azienda paterna restituendole vigore. Appena arrivato nella sua casa, alcuni indizi ed in particolare un colloquio che egli ha ascoltato non visto, fra il fratello e la cugina Verde, sua amante, lo convincono che il padre è stato ucciso da questi ultimi. Benché affascinato dalla personalità di Verde, nella quale gli sembra di veder rivivere la figura della madre, Enrico incarica un detective di reperire le prove del presunto assassinio perpetrato dai due amanti. Sarà però proprio lui, Enrico, a rinvenire una prova valida: il certificato di morte del padre redatto due giorni dopo la morte. Costretto a letto da una polmonite, Enrico si vede circondato dalle pressanti richieste di Cesare e Verde tendenti ad ottenere la consegna del compromettente documento. Tuttavia, il suo ostinato rifiuto lo condanna.
SCHEDA FILM
Regia: Salvatore Samperi
Attori: Maurizio Degli Esposti - Enrico Merlo, Jean Sorel - Cesare Merlo, Marilù Tolo - Verde, Gigi Ballista - Il medico, Pier Paolo Capponi - Detective, Noris Fiorina - Fidanzata di Cesare, Bernadette Kell - La mondana, Gianni Pulone, Franca Sciutto, Aleka Paizi
Soggetto: Salvatore Samperi, Dacia Maraini
Sceneggiatura: Salvatore Samperi, Dacia Maraini
Fotografia: Franco Di Giacomo, Giuseppe Lanci - operatore
Musiche: Ennio Morricone
Montaggio: Franco Arcalli
Scenografia: Gisella Longo
Costumi: Gisella Longo
Effetti: Renato Marinelli
Durata: 92
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: TECHNISCOPE - TECHNICOLOR
Produzione: ENZO DORIA PER PRODIGIO FILM, MARS FILM
Distribuzione: PARAMOUNT
NOTE
- PRESENTATO ALLA 66. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2009) NELLA SEZIONE "QUESTI FANTASMI 2".
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 23 OTTOBRE 2012 HA ABBASSATO IL DIVIETO DI VISIONE AI MINORI DA 18 A 14 ANNI.
CRITICA
"La storia di una ricca famiglia corrotta e assetata di denaro resta limitata negli stretti limiti di una cupa vicenda, senza riuscire ad esprimere il simbolo di una società, come pare fosse nelle intenzioni dell'autore. Uno stile lento e decadente, mancanza di inventiva e fantasia, confusi richiami freudiani rendono il lavoro monotono, spesso fastidioso e di scarso interesse. Abbastanza aderente, invece, il commento musicale che, con il suo ossessivo ripetersi, riesce a rendere perfettamente il clima inquietante del racconto." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 68, 1970)