Totò e suo figlio Ninetto si mettono in cammino per raggiungere un casolare nei dintorni di Roma e minacciare di sfratto della povera gente che non paga l'affitto e si ciba di nidi di rondine. Durante il cammino, i due discorrono di vita e di morte con un corvo parlante, un petulante e saccente ospite autoinvitato, sedicente intellettuale marxista vecchia maniera. Il racconto del corvo spinge padre e figlio a indossare un saio francescano, divenendo rispettivamente Frate Ciccillo e Frate Ninetto, per ripetere agli uccelli la predica di San Francesco. Con una certa fatica e una lunghissima preparazione spirituale, Fra' Ciccillo riesce a farsi ascoltare dai falchi e dai passerotti, facendo loro accettare il messaggio di Dio, senza però far desistere i rapaci dalle loro abitudini sanguinose. Ripreso il cammino in abiti borghesi, i due s'imbattono nei funerali di Togliatti, in manifestazioni popolari e in una prostituta. Continuano a camminare e a parlare finché, presi dai morsi della fame, uccidono il corvo per il loro pasto.
SCHEDA FILM
Regia: Pier Paolo Pasolini
Attori: Totò - Totò Innocenti/Frate Ciccillo, Ninetto Davoli - Ninetto Innocenti/Frate Ninetto, Femi Benussi - Luna, Rossana Di Rocco - Amica di Ninetto, Renato Capogna - Una canaglia, Pietro Davoli - Una canaglia, Rosina Moroni - Una donna al casolare, Lena Lin Solaro - Urganda, Gabriele Baldini - Il dentista dantista, Riccardo Redi - Ingegnere, Francesco Leonetti - Voce del corvo, Alfredo Leggi, Giovanni Tarallo, Fides Stagni, Flaminia Siciliano, Renato Montalbano, Vittorio La Paglia, Cesare Gelli, Vittorio Vittori, Umberto Bevilacqua, Lina D'Amico, Mario Pennisi
Soggetto: Pier Paolo Pasolini
Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini
Fotografia: Mario Bernardo, Tonino Delli Colli, Franco Di Giacomo - operatore, Gaetano Valle - operatore, Antonio Orlandini - assistente operatore, Sergio Rubini (II) - assistente operatore
Musiche: Ennio Morricone
Montaggio: Nino Baragli
Scenografia: Luigi Scaccianoce, Dante Ferretti - assistente
Costumi: Danilo Donati, Piero Cicoletti - assistente
Aiuto regia: Sergio Citti, Vincenzo Cerami - assistente, Carlo Morandi - assistente
Altri titoli:
Oiseaux petits et gros
Des oiseaux, petits et gros
Hawks and Sparrows
The Hawks and the Sparrows
Durata: 88
Colore: B/N
Genere: GROTTESCO
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Tratto da: un testo di Pier Paolo Pasolini
Produzione: ALFREDO BINI PER ARCO FILM
Distribuzione: CIDIF - CD VIDEOSUONO, AB VIDEO, RICORDI VIDEO, BMG VIDEO, L'UNITA' VIDEO (PARADE)
NOTE
- PRESENTATO AL 20. FESTIVAL DI CANNES (1966). MENZIONE SPECIALE A TOTÒ PER LA SUA INTERPRETAZIONE.
- NASTRO D'ARGENTO 1967 A TOTÒ COME MIGLIORE ATTORE.
- LA VERSIONE RESTAURATA DEL FILM È A CURA DI FONDAZIONE CINETECA DI BOLOGNA, IN COLLABORAZIONE CON COMPASS FILM E ISTITUTO LUCE CINECITTÀ. CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DELLA CULTURA.
CRITICA
"Il film imposta una favola filosofica, dibattendo problemi spirituali e sociali di attualità. Nonostante qualche cedimento di ritmo e d'invenzione, la difficile impresa può considerarsi in parte riuscita, soprattutto in alcuni momenti ricchi di poesia." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 60, 1966)
"(...) Proprio per appartenere a quel 'cinema di poesia' (...) è un film da vedere (...) e non da descrivere: la sua realtà di messaggio etico-politico è tutta sostanziata dalle spezzettature, dai ritmi (...) dalle sottolineature sonore che costituiscono in ultima analisi la vera chiave contenutistica del film (...). Cosicché l'ardita complessità di metafore (...) (ha) il potere di trasformarsi in umanissima tensione lirica". (Lino Micciché, 'Avanti!', 12 maggio 1966)
"'Uccellacci e Uccellini' resta purtroppo un film di élite: buono a funzionare come pomo della discordia in una riunione di intellettuali, troppo sibillino per farsi comprendere dal pubblico vasto. Eppure la strada era giusta, la forma della favola poteva fondere felicemente il lirismo di Pasolini con la sua vocazione pedagogica e narrativa. il risultato è affascinante come tutte le cose del poeta di La ricotta, ma non altrettanto risolto e convincente.L'impasto fra passione e ideologia, fra tecnica e ispirazione non avviene. Anziché fornire argomenti alla meditazione, 'Uccellacci e Uccellini' lascia con le idee confuse. Stilisticamente è aperto a ogni sorta di derivazioni: rosselliniane (i frati sono quasi una citazione liberamente variata di 'Francesco, giullare di Dio'), felliniane, godardiane e zavattiniane, senza dimenticare gli archetipi di Charlot. E Totò? Francamente temiamo che Pasolini abbia sbagliato la scelta del protagonista. Il linguaggio di Totò è quello dell'attore comico, la sua verifica è la risata: se Totò non fa ridere non è più Totò. E nelle favole di 'Uccellacci e Uccellini' lo vediamo preoccupato e incerto: un po' si appoggia ai lazzi del suo repertorio, che assumerebbero il consueto valore in un altro contesto, e un po' si affanna a inseguire il ritratto del suo personaggio. La conclamata innocenza del protagonista è esposta a troppe sinistre tentazioni per non lasciare qualche dubbio: nel film c'è un Totò vagabondo e clown, ma c'è anche un Totò strisciante con i potenti e cattivo con i poveri che non sappiamo proprio dove collocare."(Tullio Kezich, 'Il cinema degli anni sessanta, 1962-1967',Il Formichiere 1979)