Lil e Roz sono amiche inseparabili da tanti anni. Anche se non più giovanissime, le due donne sono ancora molto belle e hanno sviluppato un affetto particolare l'una per il figlio dell'altra, rispettivamente Ian e Tom, due ragazzi nel fiore degli anni. Una sera, al termine di una cena particolarmente vivace, i rapporti tra Roz e Ian e Lil e Tom si trasformano in storie passionali che mineranno i legami familiari e l'amicizia di entrambe...
SCHEDA FILM
Regia: Anne Fontaine
Attori: Naomi Watts - Lil, Robin Wright - Roz, Xavier Samuel - Ian, James Frecheville - Tom, Ben Mendelsohn - Harold, Sophie Lowe - Hannah, Gary Sweet - Saul, Jessica Tovey - Mary, Alyson Standen - Molly, Charlee Thomas - Alice
Soggetto: Doris Lessing - racconto
Sceneggiatura: Christopher Hampton - anche adattamento, Anne Fontaine - adattamento
Fotografia: Christophe Beaucarne
Musiche: Christopher Gordon
Montaggio: Luc Barnier, Ceinwen Berry
Scenografia: Annie Beauchamp, Steven Jones-Evans - aiuto-scenografo
Arredamento: Sara Mathers
Costumi: Joanna Park
Altri titoli:
Adore
Les Grands-Mères
Durata: 97
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANAVISION PANAFLEX MILLENNIUM XL2, 35 MM / D-CINEMA (1:2.35)
Tratto da: racconto di di Doris Lessing inserito nella raccolta "Le nonne" (ed. Feltrinelli)
Produzione: CINÉ@, GAUMONT, MON VOISIN PRODUCTIONS, HOPSCOTCH FEATURES, GAUMONT E FRANCE 2 CINEMA,<br> CON LA PARTECIPAZIONE DI SCREEN AUSTRALIA, SCREEN NSW, CANAL +, CINE +, FRANCE TELEVISIONS
Distribuzione: BIM
Data uscita: 2013-10-17
TRAILER
NOTE
- NAOMI WATTS FIGURA ANCHE TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI.
CRITICA
"Due mamme giovani, bionde e belle (Naomi Watts e Robin Wright), con due figli perfetti: chiaro che i due Edipi in attesa esplodono in doppio 'incesto' trasversale. Il clima d'amorosi sensi regna sovrano ma non morboso in confezione spot tra paesaggi australiani e surf da 3D: un mercoledì non da leoni ma da lenoni perché i boys, due gay mancati, si tengono il moccolo a vicenda. Regia di Fontaine, ci voleva Fassbinder." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 17 ottobre 2013)
"Da un breve romanzo 'scandaloso' di Doris Lessing, Anne Fontaine dirige un film la cui realizzazione era irta di potenziali pericoli: la relazione semi-incestuosa, infatti, poteva parare nel sensazionalismo o nel mélo moralistico. Per fortuna Anne evita tutto ciò, sfiorando i tabù con occhio da osservatrice imparziale, senza stigmatizzare né giustificare. E questo è il pregio principale del suo film. Il difetto è l'eccesso di perfezione: dalle due mature mamme, fin troppo belle, ai figli che sembrano modelli di spot pubblicitari, il tutto ha l'aria liscia e leccata di un magazine di moda chic." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 17 ottobre 2013)
"Argomento periglioso quello affrontato da Anne Fontaine in 'Two Mothers', che - sulla base di un racconto di Doris Lessing ('The Grandmothers') sceneggiato da Christopher Hampton - impagina in una splendida cornice australiana una vicenda di doppio semi-incesto, ovvero il rapporto amoroso di due inseparabili amiche, l'una con il figlio dell'altra. Non è questione del problema edipico in sé, è piuttosto la simmetrica specularità della situazione a rendere rischiosa la messa in scena (...). Ben supportata dalla fotografia di Christophe Beaucarne, la Fontaine gioca la vicenda in chiave di leggiadra bellezza, indugiando sulle superfici, i visi, i corpi, le onde, la sabbia dorata. Una scelta che ripaga gli occhi, ma appiattisce l'emozione, lasciando il film a galleggiare nel limbo di una sua, a tratti anche suggestiva, assurdità." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 17 ottobre 2013)
"'Two Mothers' - titolo che sfuma l'originale del romanzo di Doris Lessing a cui tutto si ispira, 'Le nonne' - è la storia di un rovente quartetto sullo sfondo di uno dei paesaggi più belli del mondo, la costa australiana del New South Wales. Anne Fontaine, lussemburghese francofona (vero nome Anne Sibertin-Blanc), pensava di girarlo in qualche luogo della riviera francese, ma presto - parole sue - si è resa conto che non si poteva ambientarlo a Biarritz o sulla Costa Azzurra. E bene ha fatto a scriverlo in inglese, chiedendo aiuto a un maestro della scrittura drammaturgica come Christopher Hampton (tra i suoi crediti diversi ottimi film di Stephen Frears: 'Le relazioni pericolose', 'Mary Reilly', 'Chéri') e scritturando dopo molte incertezze due dive anglofone come Naomi Watts e Robin Wright. Perché si tratta del classico film dove tutto cova sotto la cenere e dove il sesso, anche quando esplode, rimane pudico, non esprimibile a parole. (...) Invece i dialoghi di Hampton, come quelli della Lessing, sono funzionali e le cose veramente importanti avvengono al livello del gesto, dello sguardo, della fisicità. Un input importante che Anne Fontaine ha avuto da Doris Lessing, quando l'ha incontrata a Londra, riguarda il cast: «Non scelga attrici troppo vecchie! Il lato sensuale della storia rischierebbe di cadere nel sordido». Il casting era tutto e le incertezze di cui sopra erano dovute al fatto che molte star di Hollywood si erano fondate sul copione. La «trovata», se ci passate il termine, sta nel fatto che la Wright e la Watts potrebbero davvero essere sorelle. (...) Doris Lessing (nata in Persia, oggi Iran, e cresciuta in Rhodesia, oggi Zimbabwe) è la figlia di un impero britannico che non esiste più e si definisce spesso «figlia poco civilizzata delle colonie». Le piace descrivere il lato oscuro della riservatezza e dell'etichetta tipiche degli inglesi. Anne Fontaine e Christopher Hampton le hanno reso un buon servizio, ambientando il film in un'altra ex colonia (l'Australia, appunto) e mettendo in scena un quartetto di personaggi assai credibile, in cui temi forti come l'omosessualità e l'incesto sono continuamente sullo sfondo ma, come per miracolo, non vengono mai al proscenio. Watts e Wright sono bravissime, e non fanno certo fatica a fingere di essere ciò che sono, due donne tra i 40 e i 50 (l'età non si dice, ma in rete la si trova facilmente) seducenti e altamente desiderabili. Passerete la prima mezz'ora a domandarvi quale sia il figlio dell'una e quello dell'altra, e siamo arciconvinti che lo scopo autentico del film sia proprio questo: creare una famiglia apparentemente disfunzionale e allargata in cui i sentimenti hanno la meglio sulle convenzioni." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 17 ottobre 2013)
"Dal Sudafrica costiero a un Australia tutta racchiusa in una spiaggia così bella da risultare finta. Dalla penna maliziosa e sarcastica di Doris Lessing alla vacua cinepresa di Anne Fontaine (brava in precedenza a raccontare una forastica 'Coco avant Chanel'). (...) un soggetto che avrebbe stimolato il re del tabù cinematografico Louis Malle. In realtà è solo una commedia grottesca che non morde o un dramma sessuale che non turba. L'ambientazione da erotico patinato alla 'Laguna blu' non aiuta di certo. E le due protagoniste non posseggono un briciolo di fascino. 'Annus horribilis' per la brava Naomi Watts: dopo la sciatta principessa Diana ecco un altro film completamente sbagliato. La povera Naomi l'ha pure prodotto." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 17 ottobre 2013)
"Risulta involontariamente comico 'Two Mothers' di Anne Fontaine in cui due amiche per la pelle diventano le amanti l'una del figlio adolescente dell'altra senza porsi alcun problema etico (...)." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 17 ottobre 2013)
"Spiacerà a chi magari s'attendeva due intriganti ritratti femminili. Il film vanta pure qualche quarto di nobiltà letteraria (un racconto del premio Nobel Doris Lessing). Ma il livello culturale e spettacolare è quello di uno sciccoso episodio della serie 'Desperate Housewives'. E poi per fare Roz e Lil ci volevano due mattatrici. La Watts e la Wright superano splendidamente la prova bikini, ma commedianti non lo sono. E mai lo saranno." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 ottobre 2013)
"Elegante e loffio fumetto rosa, che racconta una storia ad alta temperatura erotica e di infima credibilità. (...) Una quadrupla passione che evita le scene ardite, ma non si sottrae al ridicolo involontario. Le due protagoniste sono molto più attraenti delle squinzie pronte a succedergli nel cuore dei palestrati amanti." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 17 ottobre 2013)
"Il quadrangolo no. Amore, dolce, crudele, para incestuoso. Non aveva ancora vinto il premio Nobel quando Doris Lessing scrisse 'Le nonne'. (...) Paradosso, ma anche traslato psicanalitico, amore lesbico per interposta carnalità, sogno proibito di ogni donna matura e ogni adolescente con la mamma degli altri, qualsiasi cosa sia la detonazione manca di rilievo, le motivazioni sono congelate, i conflitti sorvolati. Come la pensano i fanciulli? Che cos'è questa passione? Vincono le attrici, Watts e Wright, bellissime, ma ingaggiate da un teorema. Dall'autrice di 'Coco avant Chanel'." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 18 ottobre 2013)
"Da 'Le nonne' di Doris Lessing, Anne Fontaine ci regala delle nuove relazioni pericolose, ma solo per lo spettatore: il genere Milf è rubato al porno, ma su YouPorn et similia trovate esempi migliori sotto ogni punto di vista, introspezione psicologica compresa. Già, in confronto alle sciccose senza quid Watts e Wright, la mamma di Stifler di 'American Pie' merita l'Oscar: qui solo bicchieri di vino, camicette di seta, croste appese in galleria, risatine imbarazzanti e passionali nuotate. E ti trovi a pensare: ma uno squalo che faccia giustizia? Mamme mie, che tristezza." (Federico Pontiggia, 'il Fatto Quotidiano', 24 ottobre 2013)