Marco sta partendo per una settimana di vacanza a New York insieme alla moglie Lucia. La casa che resta vuota fa gola a Giorgio - caro amico di Marco, nonché marito di Daniela, la sorella di Lucia - che vuole passarci una 'rovente' nottata con Gloria, una ragazza conosciuta da poco. Ma Enzo, il fidanzato di Helena, la donna delle pulizie, ha bisogno di soldi per sanare alcuni debiti con un usuraio...
SCHEDA FILM
Regia: Franco Bertini
Attori: Luciano Scarpa - Marco, Elena Russo - Gloria, Flavio Insinna - Giorgio, Rolando Ravello - Enzo, Valerio Mastandrea - Cosimo, Davide Lepore
Sceneggiatura: Franco Bertini
Fotografia: Daniele Poli
Musiche: Marco Manusso
Montaggio: Fulvio Molena
Scenografia: Francesco Priori
Costumi: Francesco Priori
Altri titoli:
FANKINAIT
Durata: 96
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: AURELIO DE LAURENTIIS PER FILMAURO
Distribuzione: FILMAURO (2004)
Data uscita: 2004-10-08
NOTE
- REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI.
- NASTRO D'ARGENTO 2005 COME MIGLIOR PRODUTTORE A AURELIO DE LAURENTIIS.
CRITICA
"Il ritmo è molto incalzante e vivace, l'umorismo è genuino, mentre il risvolto tragico finale è un po' posticcio. (...) Franco Bertini, il regista, viene da una militanza teatrale già abbastanza lunga, suo era il testo 'Crack' poi diventato un film di Giulio Base, da esperienze di scrittura televisiva per 'Distretto di polizia', da un primo mediometraggio intitolato 'Tuttaposto' segnalato due anni fa dal Torino film festival. E questa sua prima prova realizzata con pochi mezzi, e concepita secondo un'ideologia produttiva che del basso costo fa una bandiera, segna un interessante spiraglio verso l'esplorazione e la coltivazione di un vivaio giovanile nella politica di investimento di un big del cinema italiano popolare come Aurelio De Laurentiis. Piccolo film 'Tutto in quella notte', non c'è dubbio, ma potenziale modello di consapevolezza e sobrietà per chi comincia." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 9 ottobre 2004)
"Se fossi un produttore americano acquisterei subito 'Tutto in quella notte' e lo rifarei con un cast all stars. Infatti il copione di Franco Bertini vale più di una messinscena che soffre di un allestimento poveristico, di interpreti poco carismatici e di uno stile troppo effettato. (...) La polifonia dei personaggi è ben regolata fra quelli in America, quelli in casa, i vicini col cane che abbaia di notte e l'inopinata incursione di Fiorenza Tessari moglie dell'architetto. Pur strampalati, gli sviluppi rispondono a una bizzarra logica e un finale tragico nobilita il divertimento della farsa in una chiave che strizza l'occhio a Billy Wilder." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 9 ottobre 2004)
"Se una farfalla sbatte le ali a Tokyo, un aereo cade a New York e si crea un tifone in Australia: Franco Bertini in 'Tutto in quella notte' fa sua la teoria dell'effetto domino. E collega eventi e personaggi del film in una catena a maglie molto strette. (...) Non è un kolossal, non è 'Spider-Man' e non c'è la bomba sexy (maschio o femmina che sia) del momento, ma è un film ben scritto, con degli attori perfetti per i ruoli che interpretano (Rolando Ravello, Davide Lepore, Luciano Scarpa) e dei personaggi di contorno (il proprietario del furgone, il barista) davvero ben delineati. Raccontando le piccole quotidianità di persone che appartengono a diverse classi sociali, 'Tutto in quella notte' ci mostra la nostra società nuda e cruda, senza commenti o lezioni morali. Rivedendolo fra venti anni, questo film potrebbe ricordarci come eravamo." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero, 8 ottobre 2004)
"'Tutto in quella notte', l'opera prima di Franco Bertini, allude esplicitamente a quello che diventò un minifilone inaugurato da 'Tutto in una notte' di John Landis e dal quasi contemporaneo 'Fuori orario' di Scorsese. La notte può trasformarsi in un incubo o in un breve ma movimentato periodo nel quale si concentrano eventi, equivoci, intrecci di situazioni e personaggi. (...) Una buona commedia corale che risente di un eccesso di virtuosismo. Bertini forse per esorcizzare la sua matrice teatrale esibisce ricercatezza tecnica (il film è girato in digitale), audaci soluzioni formali complici gli scenari notturni romani e newyorchesi, ammiccamenti ruffiani al cinema americano, quando sarebbe bastato assecondare con mestiere lo sviluppo del plot." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 9 ottobre 2004)