La moglie del capostazione di un paesino montano vedendosi trascurata dal proprio marito che si mostra non insensibile alle seduzioni di una avventuriera, ospite a titolo di villeggiatura, inizia un idillio telefonico con un impiegato della stazione centrale. Quando, per un caso fortuito, lei si incontra con il suo corrispondente sconosciuto, crede di identificarlo in un aitante giovane che approfitta dell'occasione per convincerla a fuggire con lui. Tuttavia, all'ultimo minuto la donna conosce colui che realmente le telefonava e può constatarne il volto sfigurato, motivo per cui l'uomo ha sempre cercato di non incontrarla. Dopo tale delusione la donna comprende la sciocchezza compiuta e si riconcilia col marito che, a sua volta, si libera dell'ospite pericolosa.
SCHEDA FILM
Regia: Corrado D'Errico
Attori: Luisa Ferida - Maria, Camillo Pilotto - Francesco, Mino Doro - Giorgio, Germana Paolieri - Giulia, Lily Vincenti - Vinny, Guglielmo Sacripante - Walter, Fausto Guerzoni - Tramontana, Guglielmo Sinaz - Zanis
Soggetto: Cesare Vico Lodovici - opera teatrale
Sceneggiatura: Corrado D'Errico, Ettore Maria Margadonna
Fotografia: Akos Farkas, Giuseppe La Torre - operatore
Musiche: Costantino Ferri
Montaggio: Eraldo Da Roma
Scenografia: Salvo D'Angelo
Arredamento: Salvo D'Angelo
Aiuto regia: Giorgio Ansoldi
Altri titoli:
All of Life in One Night
Durata: 70
Colore: B/N
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.37)
Tratto da: dramma teatrale "Ruota" di Cesare Vico Lodovici
Produzione: FEDERIGO D'AVACK PER IMPERATOR FILM
Distribuzione: E.I.A. (1939)
CRITICA
"La materia di questo film è molto impegnativa e visibilmente tende a impostarlo su un piano drammatico, di certo di sentimenti e sulla evocazione di tipi non del tutto correnti e generici. (...) Il soggetto, insomma, è impostato su elementi pregevoli (...). Ma poi s'è perso un poco per strada per l'intrusione di troppi elementi vuoi ingenui, vuoi convenzionali: e anche nel dialogo per una certa ridondanza letteraria, sentenziosa, ma non altrettanto efficace. Comunque la prima parte rimane la migliore, perché la più pura e lineare". (Alberto Ceretto, 'Gazzetta del popolo', 30 aprile 1939)