Tris di donne & abiti nuziali

ITALIA 2009
Franco Campanella, ex impiegato delle Poste, è un incallito giocatore d'azzardo. Sua moglie Josephine e la figlia Luisa oramai lo hanno accettato così com'è, mentre il figlio Giovanni disapprova apertamente questo suo vizio che ha già arrecato discreti danni alle finanze di famiglia anche se, per fortuna, niente di irreparabile. Ma ora la famiglia Campanella è alle soglie di un evento importante: Luisa sta per sposare il fidanzato storico, Fabrizio, e Josephine vuole che quel giorno sia perfetto. Per questo ha già organizzato tutto da mesi, dall'abito nuziale, alla cerimonia e al banchetto, ma per realizzare tutto questo serve un discreto gruzzolo. Anche Franco decide di dare il suo contributo al matrimonio e tenta la fortuna al gioco, ma la dea bendata sembra proprio voltargli le spalle.
SCHEDA FILM

Regia: Vincenzo Terracciano

Attori: Sergio Castellitto - Franco Campanella, Martina Gedeck - Josephine Campanella, Paolo Briguglia - Giovanni Campanella, Raffaella Rea - Luisa Campanella, Salvatore Cantalupo - Ferdinando, Paolo Calabresi - Vittorio, Elena Bouryka - Caterina, Gigio Morra - Matteo, Renato Marchetti - Padre Alvaro, Giovanni Esposito - Luigino, Iaia Forte - Mariellina

Soggetto: Vincenzo Terracciano, Laura Sabatino, Giuseppe Improta

Sceneggiatura: Vincenzo Terracciano, Laura Sabatino

Fotografia: Fabio Cianchetti

Musiche: Nicola Piovani

Montaggio: Marco Spoletini

Scenografia: Maria Luigia Battani, Carlo De Marino

Costumi: Maurizio Millenotti

Suono: Mario Iaquone - presa diretta

Altri titoli:

Che bella famiglia!

Durata: 98

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: UMBERTO MASSA E ROBERTO CIPULLO PER RAI CINEMA, KUBLA KHAN, CAMALEO

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2009-09-18

TRAILER
NOTE
- FILM RICONOSCIUTO DI INTERESSE CULTURALE E REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI E CON IL CONTRIBUTO DELLA FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA.

- IN CONCORSO ALLA 66MA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2009) NELLA SEZIONE 'ORIZZONTI'.

- CANDIDATO AL NASTRO D'ARGENTO 2010 PER MIGLIORI COSTUMI.
CRITICA
"Una storia di oggi per un film che sembra venire da un'altra epoca, quando il cinema italiano era pieno di facce, di ambienti, di gag. È 'Tris di donne e abiti nuziali' di Vincenzo Terracciano, dominato da un Sergio Castellitto gigionissimo e irresistibile nei panni del padre di famiglia che mette tutti nei guai con la sua passione e la sua incapacità per il gioco. Siamo a Napoli naturalmente e se Castellitto non è napoletano sua moglie è addirittura tedesca (Martina Gedeck, strepitosa), un tocco di modernità che rende colorito e credibile un film tutto da godere se non fosse per lo stile abbastanza piatto e televisivo. (...) Ma basta non prenderlo eccessivamente sul serio e concentrarsi sugli attori per ritrovare nel film di Terracciano il divertimento di una volta. E se la migliore in campo è senz'altro la Gedeck, per la gioia palpabile con cui si cala nei panni di questa 'italiana per forza' che si gioca a carte i doveri coniugali, è irresistibile anche Iaia Forte nel piccolo ruolo dell'antica amante di Castellitto che riesce ancora a sbalordirlo, eroticamente, fra i babà." (Fabio Ferzetti, 'Il messaggero', 12 settembre 2009)

"I climi sono arsi, tesi addirittura, e non solo al momento, pur sempre dosati, delle partite e delle corse, ma anche quando vi si immergono le disperate evoluzioni psicologiche di quel protagonista che si dibatte, sempre sconfitto, con i propri demoni, inviso ormai da amici e conoscenti, contestato in famiglia, con una sola pallida luce finale quando, dopo i continui disastri, almeno certi rapporti si ricomporranno e qualcuno, attorno, una via d'uscita sembrerà trovarla. Senza una sosta, una lacuna, con una precisione attenta al disegno degli ambienti e dei caratteri che accolgono, tutti fervidamente interpretati da attori di vaglia. Li sovrasta al centro un grande Sergio Castellitto con una precisione mimica e una vitalità gestuale perfino più perfette del solito. Da lodare senza riserve." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 12 settembre 2009)