Una notte, in una cittadina di provincia, Marc dopo aver perso il treno per tornare a Parigi incontra Sylvie. Insieme, i due vagano per le strade fino al mattino, parlando di tutto tranne che di se stessi. Il mattino dopo, Mark prende il primo treno e con Sylvie decidono di rivedersi presto a Parigi. Il giorno stabilito, però, Marc non si riesce ad andare all'appuntamento salvo poi mettersi in cerca di Sylvie. Durante le sue ricerche l'uomo incontrerà Sophie, ma non sa che lei è la sorella di Sylvie...
SCHEDA FILM
Regia: Benoît Jacquot
Attori: Benoît Poelvoorde - Marc, Charlotte Gainsbourg - Sylvie, Chiara Mastroianni - Sophie, Catherine Deneuve - La madre
Sceneggiatura: Julien Boivent, Benoît Jacquot
Fotografia: Julien Hirsch
Musiche: Bruno Coulais
Montaggio: Julia Grégory
Scenografia: Sylvain Chauvelot
Costumi: Catherine Leterrier
Effetti: Stephane Bidault
Altri titoli:
Three Hearts
Trois Cœurs
Durata: 106
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: SCOPE (1:2.35)
Produzione: RECTANGLE PRODUCTIONS, PANDORA FILMPRODUKTION
Distribuzione: BIM
Data uscita: 2014-11-06
TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2014).
CRITICA
"Da una parte un uomo semplice e affranto dalla vita fiscale e dall'altra un rigoglioso duplice ritratto femminile con tre cuori d'attrici che battono all'unisono. Bussando alla porta del thriller alla Chabrol (e per proprietà transitiva alla Hitchcock) il film diventa un mélo sull'oscuro oggetto del desiderio in una messa in scena di insuperabile abilità in cui il quarto cuore è quello contro l'ipocrisia." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 6 novembre 2014)
"Il soggetto ricorda in parte il teatro di Marivaux, in parte i capricci del destino alla 'Sliding Doors'. (...) Un film molto francese: piacerà a chi ama quella cinematografia, darà noia a chi la giudica artificiosa. Vero che alcune cose suonano un po' tarocche; però il film non manca affatto di meriti. Se il soggetto è piuttosto improbabile Jacquot ti ci fa credere lo stesso, immergendo gli eventi in uno strano clima di ineluttabilità che corteggia il cinema 'fantastico'. E coordinando da maestro un cast di prim'ordine, dove spicca la sempre più carismatica Catherine Deneuve nella parte di una madre protettiva che osserva e comprende tutto." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 6 novembre 2014)
"Melodramma nelle intenzioni, trottolino amoroso negli esiti, è il francese 'Tre cuori', comprensibilmente uscito senza allori dalla Mostra di Venezia. Bravissimi gli attori (c'è anche la mater familias Catherine Deneuve), il film del non eccelso Jacquot difetta però di coraggio poetico (il mélo o lo fai bene o non lo fai), ha uno stile ondivago (bene gli scartamenti di camera rivelatori, ma poi?), richiede una sospensione dell'incredulità da TSO e, soprattutto, non ha l'odore umano buono a cancellare quello d'inchiostro. Molto scritto, molto cerebrale, molto disinteressante: tre cuori, zero battiti." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 6 novembre 2014)
"Mélo francese d'alto livello, con grandi interpreti, che gioca sull'ipocrisia dei legami amorosi, usando una chiave ironica e struggente." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 6 novembre 2014)
"Piacerà a chi ama gli intrecci melodrammatici quando sono dipanati colla suprema eleganza, la splendida delicatezza di cui sono capaci solo i francesi (quando ci si mettono). Anche perché dispongono di attori che noi non abbiamo e neppure gli americani (che nei triangoli amorosi ci vanno sempre giù troppo pesanti)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 6 novembre 2014)
"Una trama esile per un esercizio autoriale non privo di gusto (gli interpreti, ai quali si aggiunge Catherine Deneuve nei panni della madre, fanno la loro parte), ma che costeggia più volte il ridicolo e l'inverosimile. Una rivisitazione, ben fatta finché si vuole, del trito e ritrito e non certo uno dei titoli di punta del concorso come era stato annunciato." (Nicola Falcinella, 'Eco di Bergamo', 31 agosto 2014)
"'3 coeurs' (...) è un melodramma, va da sé, ma poiché non è un genere alla moda, Benoît Jacquot, che ne è il regista, una volta tirato il sasso tende a nascondere la mano. (...) In effetti, manca il figlio della colpa, la morte dell'adultera e il perdono. Per il resto, c'è tutto. Marc è Benoît Poelvoorde, già presente qui a Venezia in 'La rançon de la gloire', e molto bene in parte. (...) Sylvie è Charlotte Gainsbourg, della quale si ammira l'inafferrabilità e la vaghezza, ma si fa fatica a identificarla come oggetto infinito di desiderio. Sophie è Chiara Mastroianni, dal sorriso dolce, ma dalla lacrima troppo facile. Catherine Deneuve è la loro madre (...). L'età le ha dato un aspetto matronale e un volto che tende a farne una divinità egizia. Jacquot la utilizza soprattutto nelle scene dei pranzi domenicali in famiglia, dove troneggia a capotavola con la sigaretta in mano e un sorriso da sfinge." (Stenio Solinas, 'Il Giornale', 31 agosto 2014)