1913, Budapest, nel cuore dell'Europa. Il giovane Irisz Leiter arriva nella capitale ungherese con grandi speranze di lavorare come modista nel leggendario negozio di cappelli appartenuto ai suoi defunti genitori, ma che viene rifiutata dal nuovo proprietario, Oszkár Brill. Rifiutandosi di lasciare la città, la giovane segue le orme di Kálmán Leiter, il suo unico legame con un passato perduto. La sua ricerca la porta attraverso le strade buie di Budapest, dove brilla solo il negozio di cappelli di Leiter, nel tumulto di una civiltà alla vigilia dello scoppio della Prima Guerra mondiale.
SCHEDA FILM
Regia: László Nemes
Attori: Juli Jakab - Írisz Leiter, Vlad Ivanov - Oszkár Brill, Susanne Wuest - La Principessa, Björn Freiberg - Uomo in bianco, Levente Molnár - Gaspar, Móni Balsai - Signora Müller, Urs Rechn - Ismael, Judit Bárdos - Szeréna, Evelin Dobos - Zelma, János Kulka - Leopold, Sándor Zsótér - Dottor Herz, Dusán Vitanovics - Balkó, Christian Harting - Otto von König, Mihály Kormos - Il custode, Levente Orbán - Cocchiere gigante, Zsolt Végh - Poliziotto, Péter Fancsikai - Robert, Marcin Czarnik - Sándor
Soggetto: László Nemes, Matthieu Taponier
Sceneggiatura: Matthieu Taponier, László Nemes
Fotografia: Mátyás Erdély
Musiche: László Melis
Montaggio: Matthieu Taponier
Scenografia: László Rajk
Costumi: Györgyi Szakács
Effetti: Gabor Kiszelly, Multifilm Special Effects Ltd.
Suono: Tamás Zányi
Altri titoli:
Sunset
Tramonto
Durata: 142
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: ARRICAM LT / ARRIFLEX 235 / ARRIFLEX 765, 35 MM / 65 MM, (1:1.85)
Produzione: GÁBOR RAJNA, GÁBOR SIPOS PER LAOKOON FILMGROUP, PLAYTIME PRODUCTION, HUNGARIAN NATIONAL FILM FUND, COOPRODUTTORE FRANÇOIS YON
Distribuzione: MOVIES INSPIRED (2019)
Data uscita: 2019-02-04
TRAILER
NOTE
- PREMIO FIPRESCI ALLA 75. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2018).
CRITICA
"Dal 4 al 6 febbraio come evento esce il film di Làszlò Nemes, applaudito regista ungherese del 'Figlio di Saul' che delude in parte le aspettative parlando con alcune lungaggini di maniera del passato quasi remoto al centro di quella civiltà austroungarica, del mondo di ieri così ben descritto da Zweig." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 31 gennaio 2019)
"Uno spettro si aggira per l'Europa e prende la forma innocente di una elegante modista in 'Tramonto' di Laszlo Nemes. Angelo sterminatore, nemesi storica, spirito del tempo, incede per tutta la durata del film rendendoci partecipi di eventi che stanno per accadere, in un'Europa di inizio Novecento. (...) Ripresa di spalle come a trasportarci inesorabilmente nel suo incedere nelle pieghe di una società dedita ai piaceri simbolicamente rappresentati dai lussureggianti cappelli di piume e nastri, in un tripudio alla Wedekind, la camera cambia la soggettiva e la riprende in primo piano, sguardo sempre più minaccioso sullo spettatore. Il suo passaggio apre la visione di ogni angolo della città, i palazzi regali dove si aprono ferite e si intuiscono misteri, le strade costeggiate dai palazzi che evocano i fasti antichi della città ma in audace sovrapposizione nella memoria alla distruzione della guerra e ai colpi sulle facciate dei cingolati sovietici. E fino nei bassifondi raccontati da Molnar. Un intreccio crescente di muti riferimenti letterari e riferimenti cinematografici riempiono di echi stupefacenti il procedere senza sosta verso la fine di un' epoca e l'affacciarsi di un futuro spettrale a cominciare dalle trincee della Grande guerra. Come nel 'Figlio di Saul' un singolo individuo concentra su di sé tutto lo spirito del tempo, anche in 'Tramonto' Irisz annuncia e incarna una tragedia epocale e accompagna lo spettatore che si sia lasciato condurre riempiendo le scene dei riferimenti in suo possesso ad affacciarsi sull'orlo del precipizio, per provare a trovare il mistero di quello che è successo all'inizio del XX secolo, come sia stato possibile che delle società tanto sofisticate, ricche di opere d'arte e di invenzioni, possano essere precipitate nella distruzione. E chiedersi se nella nostra epoca non siamo di fronte a una analoga situazione." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 7 febbraio 2019)