Totocamen, spacciato dal suo manager Tarantancamen come figlio del Dio Amone, si esibisce a Tebe, alla presenza del dignitario del Faraone. Ricorrendo a trucchi, riesce a dimostrare una grande forza. Maciste, che è alla corte del Faraone, di cui ama la figlia Nefertite, dopo aver bevuto un filtro preparato dalla moglie del Faraone per abbattere il marito e regnare col suo amante, mette la sua erculea forza al servizio degli Assiri, onde distruggere Tebe. Il Faraone si affida a Totocamen, il quale, dopo aver tentato in tutti i modi di rifiutare il pesante incarico, guida l'esercito tebano. Alla fine, s'incontra con Maciste dentro il tempio. Ma l'effetto del filtro si esaurisce, il Faraone scopre la congiura e Maciste ritrova il suo amore per Nefertite.
SCHEDA FILM
Regia: Fernando Cerchio
Attori: Totò - Totokamen/Sabakis, suo padre, Nino Taranto - Tarantenkamen, Samson Burke - Maciste, Nadine Sanders - Faraona, Nerio Bernardi - Faraone Ramsis, Gabriella Andreini - Nefertite, figlia del Faraone, Luigi Pavese - Proprietario del locale notturno di Tebe, Nino Marchetti - Gran dignitario, Piero Palermini - Baitan, Paolo Pieri - Kimen, Carlo Taranto - Consigliere assiro, Daniela Igliozzi, Carla Crescina, Luisa Rispoli, Rossana Canghiari
Soggetto: Ugo Liberatore
Sceneggiatura: Giovanni Grimaldi, Gastone Da Venezia, Ugo Liberatore, Bruno Corbucci
Fotografia: Angelo Lotti
Musiche: Francesco De Masi
Montaggio: Antonietta Zita
Scenografia: Antonio Visone
Costumi: Giancarlo Bartolini Salimbeni
Durata: 90
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: TECHNICOLOR
Produzione: OTTAVIO POGGI PER LIBER FILM, WANGUARD FILM
Distribuzione: EURO INTERNATIONAL FILM - AVO FILM, DOMOVIDEO
NOTE
AIUTO REGISTA: MARIO CASTELLANI
CRITICA
"Anche come parodia il film non tarda a manifestare i suoi difetti, dovuti alla faciloneria e all'improvvisazione. " (U. Tani, "Intermezzo", 7/8, 30 aprile 1962)
"Il carneade Franco Cerchio dirige una smunta parodia del cinema mitologico, poverissima per la messinscena, e passi, ma davvero poco divertente, nonostante la presenza di Totò e della sua sottovalutata spalla, l'ottimo Nino Taranto, costretto a una particina da guitto. Resta qualche raro lampo di un Principe sceso ormai nei bassifondi di un'inimitabile carriera". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 agosto 2000)