Una donna non più giovane, Salomè Lerner, scrittrice, risponde durante una trasmissione televisiva alle domande di un intervistatore sulla sua vita di ebrea, unica scampata ai campi di sterminio della sua famiglia. Ella ricorda, o meglio immagina, il primo incontro dei suoi genitori, il padre, lo psichiatra Simon Lerner, e sua madre, la farmacista Sarah, ricorda poi la sua giovinezza felice a Parigi, improvvisamente e drammaticamente interrotta da una denuncia contro di loro alla Gestapo da parte della portiera, forse stanca di sentire i continui esercizi al pianoforte di Salomon, il figlio maschio di Simon Lerner. La famiglia decide allora di fuggire prima che vengano ad arrestarli e trova rifugio presso gli amici Rivière, (il medico Roland, sua moglie Hélène, anestesista, ed il figlio di questi, Vincent, un giovanotto stravagante e funambolo) che vivono in un castello in un paesino lontano da Parigi. Qui la vita trascorre tra ansie e gioie, paure e delusioni; Vincent si innamora di Salomè la quale sembra non volerlo ricambiare. Salomon continua a dedicarsi al suo pianoforte: i genitori hanno modo di approfondire, ma anche deteriorare, la loro amicizia e di far nascere insofferenza reciproca e rancore. Infatti Roland appare infatuato di Sarah e la moglie Hélène ne soffre. All'improvviso la tragedia: una denuncia anonima colpisce di nuovo la famiglia Lerner: vengono ad arrestarli tutti. Il paese è sgomento ed i Rivière sono disperati. Ma proprio dal castello è partita la denuncia. Dopo qualche anno Salomè torna al villaggio, quasi irriconoscibile per i tormenti, le sofferenze subite e il dolore per la perdita di tutti i suoi cari. Vuole, con disperata ostinazione, sapere il nome del delatore. Vincent le dimostra sempre il suo amore e la sua dedizione: ma ad un certo momento sembra che sia stato proprio lui l'autore della denuncia. Alla fine si svela tutto drammaticamente a Salomè: Héléne confessa di essere stata lei a denunciarli ma che mai avrebbe immaginato una conclusione così tragica per loro e aggiunge poi che da quel momento ella non ha più avuto un attimo di gioia poichè il rimorso l'ha tormentata sempre. Dopo la rivelazione Héléne si uccide. Salomè è sconvolta, torna a Parigi nella "loro" casa: le rimane solo Vincent, che l'ama sempre e che non l'abbandonerà mai. Anche la portiera della famiglia Lerner che li aveva denunciati, per la sorpresa di rivedere la scampata Salomè, con un banale incidente muore. Per Salomè ormai solo il rapporto con Vincent, la stesura di un libro sulla sua vicenda umana, la convinzione che l'anima artistica di suo fratello Salomon rivive in uno straordinario giovane concertista contemporaneo, sono le uniche ragioni che le fanno ancora trovare la vita degna di essere vissuta.
SCHEDA FILM
Regia: Claude Lelouch
Attori: Annie Girardot - Hélène Rivière, Jean-Louis Trintignant - Roland Rivière, Françoise Fabian - Sarah Lerner, Eric Berchot - Salomon, Michel Piccoli - Simon Lerner, Evelyne Bouix - Salomé Lerner, Richard Anconina - Vincent Rivière, Charles Gérard - Tenardon, Jean Bouise - Il curato, Marie-Sophie L. - Angéla, Isabelle Sadoyan - Anna, la governante des Rivière, Monique Lange, Ginette Garcin
Soggetto: Julie Pavesi, Jérôme Tonnerre, Pierre Uytterhoeven, Claude Lelouch
Sceneggiatura: Pierre Uytterhoeven, Claude Lelouch, Julie Pavesi, Jérôme Tonnerre
Fotografia: Bernard Lutic
Musiche: Ennio Morricone, Michel Legrand, Sergej Rachmaninov
Montaggio: Hugues Darmois
Scenografia: Jacques Bufnoir
Durata: 117
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: SCOPE
Produzione: FILM 13, UGC, FR 3, FILMS PRODUCTIONS
Distribuzione: NEW GOLD (1986) - DURIUM HOME VIDEO, EUREKA VIDEO
CRITICA
"L'aspetto più singolare del film risiede nell'aver fatto del Concerto n. 2 di Rachmaninov - scelto furbescamente per la sua straordinaria accessibilità anche al gusto meno raffinato del pubblico - una specie di protagonista invisibile della storia multipla che si articola quasi ininterrottamente su quelle note cercando, non senza effetto, una corrispondenza audiovisuale. Ma Lelouch inventa anche altre astuzie come quando, per tradurre il senso dell'irrazionale (la reincarnazione), introduce il rivissuto della protagonista con il lunghissimo piano-sequenza di una strada deserta e spettrale sotto la pioggia ripreso da una automobile spinta a duecento e più chilometri l'ora; oppure quando suggerisce qualcosa nelle scene di un ballo senza suoni o sembra ricreare una pagina del neorealismo italiano nella sequenza del ritorno di Salomé al villaggio dopo la deportazione. Senza poi contare la capacità di immergere totalmente nel gioco una rinomata schiera di attori che vanno dalla protagonista Evelyne Bouix ad Annie Giradot, da Jean-Louis Trintignant a Michel Piccoli, da Richard Anconina a Françoise Fabian." (Leonardo Autera, 'Il Corriere della Sera', 19 Settembre 1986)
"Tutto a colpi di flash-back che s'incastrano l'uno nell'altro, il film passa dalla lunga citazione del 'Corvo' di Clouzot agli esercizi di equilibrismo del giovane Richard Anconina (che sembra il figlio di Carlo Delle Piane più che di Trintignant), interpretati in chiave edipica, dalle cadenze della commedia borghese ai meandri del giallo di investigazione, da una scena di fidanzamento all'incendio del castello ripreso a volo di elicottero. Quando s'arriva al tema della delazione, l'espediente dei gioielli di famiglia offerti in premio a chi avrà il coraggio di confessare la propria infamia fa precipitare il romanzesco racconto nel ridicolo involontario, come mostra anche la scena in cui, tutta giuliva, la rediviva Salomé torna a casa strillando: 'Non è Vincent! Non è Vincent!' " (Morando Morandini, 'Il Giorno', 21 Settembre 1986)
"Alle fortune che, comunque, il film potrà meritare nella raffinata e complessa operazione di stile che l'autore vi ha travasato, concorrono in modo determinante gli interpreti, quasi tutti di grido e con meriti livellati dall'impostazione del racconto sul collettivo, se non proprio sul coro: Annie Girardot, JeanLouis Trintignant, Richard Anconina, Evelyne Bouix, Michel Piccoli, Françoise Fabian, Erik Berchot, Monique Lange si allineano sui motivi dominanti di una staticità assorta e sui tumulti interiori, sull'impassibilità dei volti, sulla serena gravità degli atteggiamenti." (Claudio Trionfera, 'Il Tempo', 14 Febbraio 1986)