Ambientato nel paesaggio splendido della Maremma, dove la civiltà contadina si fonde con le vestigia di altre antichissime culture, è la ricostruzione degli ultimi giorni di vita del brigante Domenico Tiburzi, catturato ed ucciso in un casale vicino a Capalbio, nel Grossetano, nel 1896, da un capitano dei carabinieri piemontese. Il parroco del luogo, malgrado si tratti di un uomo ormai anziano si opporrà alla sepoltura in terra consacrata. Più che una biografia è un'indagine sociologica svolta a comprendere come il brigante, legato ai latifondisti da una serie di connivenze e rifugiatosi in Francia per cinque anni, sia stato integrato così profondamente nella cultura della Maremma.
SCHEDA FILM
Regia: Paolo Benvenuti
Attori: Silvana Pampanini (II) - Il Destino, Pio Giannelli - Domenico Tiburzi, Roberto Valenti - Luciano Fioravanti, Marcello Bartolomei - Capitano Giacheri, Stefano Bambini - Tenente Rizzoli, Dario Marconcini - Principe Corsini, Giuseppe Francione - Brigadiere Giudici, Atos Davini - Monsignor Luchetti, Felice Tazzini - Il Poeta Carbonaio
Soggetto: Antonio Masoni, Paolo Benvenuti
Sceneggiatura: Lele Biagi, Mario Cereghino, Paolo Benvenuti, Antonio Masoni
Fotografia: Aldo Di Marcantonio
Montaggio: Roberto Perpignani
Scenografia: Paolo Barbi
Costumi: Marta Scarlatti
Durata: 81
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: GRAZIA VOLPI, CLAUDIO GRASSETTI, ANDREA DE GIOIA PER AGER 3, IN COLLABORAZIONE CON ARSENALI MEDICEI-PISA
Distribuzione: LAB 80 FILM
NOTE
- IL FILM E' STATO REALIZZATO CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI MONTALTO DI CASTRO, COMUNE DI CAPALBIO E CON LA COLLABORAZIONE DEI COMUNI DI CANINO, CELLERE, FARNESE, ISCHIA DI CASTRO E TARQUINIA.
- LA VOCE NARRANTE E' DI PAOLO BENVENUTI.
- CONSULENZA STORICA: ALFIO CAVOLI.
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 49MA EDIZIONE DEL FESTIVAL DI LOCARNO.
CRITICA
"Diretto dal pisano Paolo Benvenuti (1946), outsider del cinema italiano, è aperto dalla bella voce di Silvana Pampanini (omonima dell'attrice) e chiuso da un'unica fotografia che rimane del "nobile brigante", scattata dopo la sua uccisione, è un dichiarato omaggio a John Ford, con l'austerità di un Dreyer e lo "splendore del vero" di rosselliniana memoria " (Morando Morandini, Telesette)