Doug MacRay è a capo di una banda di rapinatori che agisce nella città di Boston e che sta dando filo da torcere alle autorità. Durante una delle sue missioni criminali, Doug si innamora, ricambiato, della direttrice di una delle filiali di banca svaligiate. La donna vorrebbe che lui smettesse di delinquere ma, nel frattempo, diventa a sua volta una sorvegliata speciale dell'FBI, che punta a catturare il rapinatore di banche più ricercato della città.
SCHEDA FILM
Regia: Ben Affleck
Attori: Ben Affleck - Doug Macray, Rebecca Hall - Claire, Jon Hamm - Adam Frawley, Slaine - Gloansy, Jeremy Renner - Jem, Blake Lively - Krista, Brian Scannell - Henry, Ed O'Keefe - Morton, Mark Berglund - Eric, Chris Cooper - Padre di Doug
Soggetto: Chuck Hogan - romanzo
Sceneggiatura: Ben Affleck, Sheldon Turner, Peter Craig
Fotografia: Robert Elswit
Musiche: Harry Gregson-Williams, David Buckley
Montaggio: Dylan Tichenor
Scenografia: Sharon Seymour
Arredamento: Maggie Martin
Costumi: Susan Matheson
Durata: 120
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: 35 MM
Tratto da: romanzo "Il principe dei ladri" di Chuck Hogan (ed. Piemme)
Produzione: GK FILMS, INITIAL ENTERTAINMENT GROUP (IEG), LEGENDARY PICTURES, WARNER BROS. PICTURES
Distribuzione: WARNER BROS. PICTURES ITALIA
Data uscita: 2010-10-08
TRAILER
NOTE
- FUORI CONCORSO ALLA 67. MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (2010).
- JEREMY RENNER E' STATO CANDIDATO AL GOLDEN GLOBE E ALL'OSCAR 2011 COME MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA.
CRITICA
"È basato sull'omonimo romanzo di Chuck Nogan (Piemme 2005), ma le vere radici di 'The Town', seconda regia dell'attore Ben Affleck (anche sceneggiatore e interprete), affondano nel 'crime drama', popolarissimo genere che racconta di una delinquenza alimentata da un preciso contesto sociale di povertà ed emarginazione. 'The Town' sta per CharlesTown, attuale quartiere di Boston che fu teatro nel giugno 1775 della sanguinosa battaglia di Bunker Hill contro gli inglesi. (...) Nella gangster story d'epoca il riscatto, pur passando per l'amore, si sublimava nella morte moralizzatrice. Così avviene nel libro, non nel film che concede allo spettatore un mezzo lieto fine. In ogni caso con l'occhio ai classici vecchi e nuovi ampiamente citati, Affleck ha impaginato 'The Town' nella sua città natia, facendone un set inedito per le riuscite scene d'azione che con buon ritmo si alternano a quelle romantico/drammatiche. Il cast è autorevole anche nei piccoli ruoli, il film solido, ottimo." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 8 ottobre 2010)
"Chi pensava che 'Gone Baby Gone' fosse stato solo un esordio fortunato, si ricrederà vedendo 'The Town'. La star Ben Affleck è un buon regista. Questo romanzo d'amore criminale è sia antologico che antropologico. (...) Antologico perché fieramente colmo di cliché del crime movie: le rapine in maschera (da Kubrick a 'Point Break' a 'The Heat'), le megasparatorie per strada (ancora 'Heat'), i metodi dell'Fbi non lontani da quelli dei criminali (da 'll braccio violento della legge' a 'Vivere e morire' a 'Los Angeles' di Friedkin). Solido. Forse troppo. Affleck, innamorato di sé attore, confeziona un finale di fastidiosa indulgenza verso il suo personaggio. C'è una violenza molto forte mai indirizzata al cuore divistico del film. Classismo cinematografico. Quando pulirà questa vanità, Affleck sarà un grande regista." (Francesco Alò,'Il Messaggero', 8 ottobre 2010)
"Qualora non si pretendano novità e impegno, 'The Town' vale il prezzo delle buone abitudini cinematografiche. (...) Non si va al di là della routine d'azione, certo, ma si tratta di un artigianato rifinito a meraviglia: amicizie, omertà, leggi, carcerarie, violenze metropolitane s'intrecciano, infatti, al ritmo d'implacabili cadenze che finiscono con lo sconsigliare pedanti distinguo." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 8 ottobre 2010)
"Il ticket dei fratelli Affleck, insieme ('Gone Baby Gone') o separati, come quest'anno a Venezia ('The Town' e 'I'm Still Here'), funziona sempre. 'The Town' è il più classico degli heist movie, con la giusta dose di tensione e cameratismo criminale. (...) Affleck si mette come protagonista, ma si nasconde nella bravura di alleati e nemici - Jeremy Renner e un Pete Postlethwaite d'annata su tutti - e porta a casa una pellicola d'intrattenimento solida e gradevole. Niente male per uno che ai tempi della love story con Jennifer Lopez collezionava flop e Razzie Awards." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 8 ottobre 2010)
"Per certi versi, 'The Town' è il classico film gangster della Warner, ovvero quasi un genere nel genere, data la frequenza e familiarità storica della casa di produzione con questo tipo di film. Ci sono i gangster, seppure aggiornati ad oggi, colti in un luogo storico della malavita americana, a Charleston, quartiere di Boston (laddove giustiziarono Sacco e Vanzetti nel penitenziario locale), c'è l' Fbi con le solite facce e la solita arroganza, ci sono i legami famigliari che non si possono recidere, gli amici e l'ambiente che impediscono all'eroe di turno di potersi liberare... Insomma, ci sono molte delle cose del genere, seppur virate al colore del noir e soprattutto del melò (...). Ma c'è qualcosa di strano in questa nuova puntata del gangster warneriano: il protagonista è anche il regista del film, Ben Affleck. Vabbè, nessuna verità, succede spesso. (...) Solo che Ben ha la faccia da buono, ed è buono, e non ci si può credere che sia un bandito violento. Infatti, fateci caso - fino al finale - il nostro Ben non lo si vede mai in faccia mentre agisce di mano armata. Indossa sempre una maschera (...) Questa alterazione ci ha guastato il film, tanto che tutto ci è sembrato all'improvviso improbabile, per non dire inverosimile." (Dario Zonta, 'L'Unità', 8 ottobre 2010)
"Secondo film da regista di Affleck. Cenni biografici di disadattamento familiare di quartiere (Charlestown, Boston) cercano di spiegarci e renderci simpatico uno svaligiatore irlandese di banche. (...) Già visto? Della città violenta, si fa un ritratto conformista. Qualsiasi riferimento a 'Gomorra', tentato fa Affleck, è ridicolo. Come regista, l'attore riesce a dominare la storia secondo giuste convenzioni. Come attore, la sua faccia da bravo romanticone ('Shakespeare in Love') ammorbidisce troppo il ruolo, e non gli si crede. Visto il curriculum, meglio come regista che come attore." (Silvio Danese, 'Nazione, Carlino, Giorno, 8 ottobre 2010)
"Certo, film di genere, classico poliziesco con rapina: Ben Affleck ha gran talento di regista più che di star. Rapina in banca (300 all'anno a Charlestown, Boston), con strascico affettivo: il film fila come un treno, scambi in perfetta sincronia, eterno refrain di delitto castigo, rimorso sentimentale in alone di rapinatori belli e dannati. Affleck si vuol bene e sfrutta al meglio Rebecca Hall, 'inside girl', e Jon Hamm in un trionfo di caratteri d'attualità debitori al cine classico." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 8 ottobre 2010)
"'Kiss Kiss Bang Bang': chissà se Ben Affleck abbia letto Pauline Kael ('In estrema sintesi, è questo il fascino elementare di un film'), comunque ne ha fatto la sua opera seconda, versione riveduta e addolcita del romanzo di Chuck Hogan. (...) Qualcosa va storto, ma non è il film: nella 'sua' Boston, Affleck confeziona un heist-movie dignitoso, che se non dribbla le convenzioni del genere rincara l'autenticità degli spari, il parossismo delle rapine e gli screzi relazionali. Da Renner a Hamm, gli attori fan tutti 'colpo' senza strafare: faccia di gomma e testa fina, Affleck si mette in scia, e va dove lo porta il cuore (Rebecca Hall, poca alchimia e tante inverosimiglianze nell'affaire). Ma, specularmente al suo esordio, stavolta è 'Gone Boy Gone'..." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 7 ottobre 2010)