Uganda. L'olandese Eduard Zuiderwijk, proprietario di un ristorante, alla morte della moglie si trova da solo a crescere suo figlio Thomas e a dover gestire l'attività. Thomas ha dieci anni ed è molto legato ad Abu, figlio di uno dei dipendenti di Eduard. Quando il piccolo Abu viene preso dai ribelli per essere trasformato in un baby soldato, Eduard cercherà di portarlo in salvo.
SCHEDA FILM
Regia: Jean van de Velde
Attori: Marco Borsato - Eduard van Zuiderwijk, Adrian Galley - Ruud van Kalenberg, Ricky Koole - Anna van Zuiderwijk, Abby Mikiibi Nkaaga - Obeke, Thekla Reuten - Valerie, Siebe Schoneveld - Thomas van Zuiderwijk, Peter Van den Begin - François, Frederick Mpuuga - Comandante dei ribelli
Soggetto: Sandra Nagtzaam
Sceneggiatura: Jean van de Velde
Fotografia: Theo van de Sande
Musiche: Nick Laird-Clowes
Montaggio: Peter R. Adam
Scenografia: Wilbert Van Dorp
Costumi: Moira Anne Meyer
Effetti: Jeremy Hattingh
Durata: 92
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: (1:2.35)
Produzione: WILBERT VAN DORP
NOTE
- IN CONCORSO AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD'.
CRITICA
"'L'esercito silenzioso' di Jean Van De Velde. In Uganda, l'esercito cristiano della liberazione, compie da anni sfracelli, utilizzando innocenti bambini istigati alla crudeltà criminale più efferata, come carne da macello. Ovvio che dietro tutto questo ci sono interessi economici e la rapacità dell'occidente che sa abusare da secoli dell'Africa per rapinarla e per obbligarla a massacri fratricidi. Ce lo racconta un belga nato in Congo attraverso una favoletta che scodella con freddezza ogni ingrediente, anche il più disgustoso. L'amichetto nero di un undicenne bianco, figlio orfanello di un ristoratore olandese, viene rapito e militarizzato. Diventa un mostro assetato di sangue, ma l'amichetto e il padre si buttano nella giungla per salvarlo. Papà dispone di un asso nella manica, oltre che dell'appoggio di una esperta Onu in salvataggio di bimbi. Il feroce capo dell'esercito mistico-assassino era un suo cliente, e va ancora pazzo per il gelato di vaniglia..." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 23 maggio 2009)